Un vulcano nutre il Cile

Un vulcano nutre il Cile LE MINIERE DI RAME, PRIMA RISORSA DEL PAESE Un vulcano nutre il Cile Sulle Ande, a 3000 metri, si apre la più grande miniera sotterranea di rame: si chiama « El Temente», dal suo mitico scopritore - Le gallerie si estendono per mille chilometri; un mulino automatizzato macina le rocce piene di scaglie d'oro; poi dalla fonderia, di fantastiche dimensioni, escono tra vapori acri e dolciastri di zolfo i rossi lingotti - Qui un operaio guadagna come cinque contadini: 60-75 mila lire il mese, il salario più alto del Cile (Dal nostro inviato speciale) Rancagua, novembre. Viaggiando da Santiago verso il Sud, si percorre il k Valle Central », con la Cordigliera delle Ande a sinistra, la Cordigliero della Costa a destra. I libri dicono che questa vallata è larga da 50 a 100 chilometri, e in certe zone è vero; ma per lunghi tratti è larga solo pochi chilometri, e c'è un punto, detto « angostura », dove la larghezza è di pochi metri, tanto che la « carretera panamericana » riesce ad infilare nella gola una sola corsìa, mentre l'altra passa in galleria. Verde primavera A forza di sentirsi dire che il Cile e così stretto, e per colpa della scala piccolissima adottata nei nostri atlanti per , un Paese così remoto, si finisce per pensare che se s'incespica scendendo dalle Ande, si casca nel Pacifico. Ma non è vero, la larghezza media del Cile è di 200 chilometri, come l'Italia peninsulare. Solo che l'Italia lia la spina dorsale delle montagne nel mezzo, come i pesci, e il Cile, come gli uomini, l'ha sulla schiena. Un'altra differenza è che l'Italia è molto più corta. Se fosse lunga come il Cile, incomincerebbe ad Oslo e finirebbe a metà del Sahara. Lasciamo Santiago alle otto del mattino. C'è un po' dì nebbia, un po' di nuvole. Nella notte ha nevicato fino a pochi chilometri dalla città, e la Cordigliero è tutta bianca. Santiago ha la latitudine della Sicilia, ma è a 600 metri di altitudine e riceve aria fresca sia dalle Ande sia dal Pacifico, perché, lungo la costa, corre la corrente di Humboldt che è gelida. Anche d'estate non ci si può bagnare in questo mare per più di pochi minuti: e per sopravvivere al freddo i pesci cileni sono diventati grassi, quasi obesi, a differenza dei pesci dei mari caldi che sono snelli e magri. Quanto alla vegetazione del « Valle Central ». la situazione geografica e climatica le giova: almeno ora che è primavera la valle è verdissima, pare d'essere fra Lombardia e Veneto. I prati sono coperti da una specie di papavero giallo; gli alberi, in lunghi filari, seno pioppi, eucaliptus, e soprattutto « sauces llorones », che vuol dire salici piangenti: ma qui in Cile il salice piangente è un albero selvaggio, alto e robusto, che scioglie le sue fronde da grande altezza e in un cerchio amplissimo. Quanto agli eucaliptus, sono colossali. Vi sono eucaliptus femmine alti e sottili, eucaliptus maschi fronzuti e larghi, ed eucaliptus bambini, che sono tutti diversi dai genito- Santiago. Ai finestrini dell'autobus: volti di ragazzi, discendenti degli antichi popoli colonizzati dagli spagnoli (Foto Team) ri, ossìa hanno foglie larghe e carnose, erette e dì color rosazzurro, e non perdono fastidiosamente la pelle a larghe strisce, come gli adulti, ma hanno tronchi lisci, flessibili e teneri. I prati e i pioppi (pioppi all'antica, dritti e lunghi, non della varietà canadese larga e frondosa che ha invaso le nostre pianure) sono per decine e centinaia di chilometri l'arredamento vegetativo abituale del « Valle Central ». Ma si alternano con altre coltivazioni, soprattutto bassi vigneti come quelli di Francia: qui, dicono i cileni, si fa il miglior vino del mondo, dopo quello francese. Un italiano non può discutere tali spropositate vanterie, ma deve convenire sull'eccellenza di certi vini amorevoli color rubino, e di certi bianchi asciutti, secchi e profumati. Montagna vuota Andiamo verso Sud, schivando gli avamposti collinosì che l'una o l'altra Cordigliera lancia dentro la valle. « cerros » rotondi e folti di alberi. Lungo la strada, ai campi aperti e ai vigneti si alternano aranceti in fiore, orti di meli e peri, vivai gremiti di rose grosse come magnolie. Mentre andiamo avanti verso Rancagua, che è a 100 chilonielri a Sud, svaporano i fumi del mattino: il cielo è ora azzurro, ora colmo di nubi. A pochi chilometri da Ran¬ cagua ricompaiono alcune fabbriche, fra cui, proprio a fianco della «carretera», la più grande fabbrica di auto del Cile, che è la Fiat e fa seimila vetture l'anno. Per la verità non è tanto grande: in ogni media città di provincia del Nord Italia c'è probabilmente una dozzina di fabbriche di queste dimensioni, ma questo è il Cile. Da Rancagua (quasi centomila abitanti) incominciamo subito ad ascendere i fianchi della Cordigliero. Via via che saliamo, per una strada liscia e nuova dalle ampie curve, il paesaggio si inasprisce, gli alberi diventano sempre più piccoli, poi scompaiono, e soprattutto non sì vede pi-' traccia alcuna di insediamenti umani. Noi andiamo su, verso la più grande miniera sotterranea di rame che ci sia al mondo, che si chiama « El Teniente », dal suo mitico scopritore dei tempi coloniali; e non si riesce a immaginare altro motivo per vivere su queste montagne nude, splendide e desolate, se non il rame che hanno nelle viscere. Mi viene in mente quello che dice Matthiesen del Rio delle Amazzoni: se uno. in un punto qualsiasi, si scostasse di lato per qualche decina o centinaio di metri, avrebbe buone probabilità di camminare su un terreno mai calcato da piede umano. Saliamo vèrso le montagne innevate. In alto, fra due creste parallele, si ad¬ densa una nube fitta, ed è il fumo dellu fonderia. La miniera dì « El Teniente » è a quasi tremila metri; più sotto si stendono gli impianti colossali che estraggono il rame dal minerale, la fonderia è a 1500 metri. In questo modo si scava partendo dal basso verso l'alto; una volta scavato, il minerale, invece di dover salire alla superficie, scende. I \ j i j \ La difesa delle prime vie respiratorie e della gola è Importante, soprattutto d'inverno. o o a e o Formitrol ci aiuta a combattere il mal di gola. Formitrol agisce meglio, se lasciate sciogliere molto lentamente in bocca le pastiglie. Formitrol è indicato per adulti e bamoini. Formitrol WANDER MILANO Nel labirinto Il rame non è contenuto nella montagna a filoni, come il carbone; c'è invece una montagna piena di rame. Le Ande sono fatte di lave vulcaniche, in qualche frattura colarono soluzioni ricche di metalli e si solidificarono. Il minerale è disposto dentro la montagna come un camino circolare: qualcuno pensa anche che fosse la bocca dì un vulcano. Dentro a questa montagna di « El Teniente » hanno scavato più di 950 chilometri di gallerie orizzontali e verticali. Si sale a « El Teniente » in un minuscolo trenino, si percorre qualche chilometro dei 950, poi si torna all'aperto e si segue il minerale giù per la montagna. Si passa per un paese di minatori, Sewell. che presto diverrà una città fantasma: ora che hanno costruito i 57 chilometri di strada fino a Rancagua. tutti andranno a vivere nei nuovi quartieri-modello che vi stanno sor- llllllllllllllllllllllllllllllllllillllllllllllllllllllllllllllliiilllllllliiillllillliiiiiiillllliililllllillili 1111111111111111111111 iiiiiiiillillllliilllliiililiiiiiilillliiiiliiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ninnili gendo. lasciando queste montagne pallide e verdastre, sepolte d'inverno sotto la neve. Seguiamo la strada del minerale (è bello: una roccia piena di scaglie d'oro) fino al mulino, dove viene macinato. E' un impianto nuovissimo, dove in mezz'ora ho visto solo tre operai; la fabbrica infatti è automatizzata. Ci sono colossali cilindri pieni di bocce di ferro che girano freneticamente su se stessi, frantumando il minerale che poi è triturato da un'altra serie di macchine e alla fine diventa una melma grigio ferro, immessa in lunghe vasche condite di reagenti chimici. Uno dì questi reagenti produce bolle oleose che salgono a galla; la polvere di rame si appiccica alle bolle e sale con loro, poi scivola in canalelti laterali verso altre immense vasche circolari. Queste operazioni si svolgono senza intervento dell'uomo. In mezzo alla fabbrica c'è una cabina illuminata, piena di pannelli coperti di luci bianche, rosse e verdi; ma dietro i pannelli non c'è un tecnico: basta il computer per fare tutto. I pozzi di fuoco stra aitezza, stan Lasciamo la vasta fabbri- I a deserta, in un anfiteatro \ ì rocce e di neve dove ieri j olavano i-condor locgi so- i o rari), e scendiamo an- j ora verso la fonderia: che una jabbrìca all'antica, anhe se è modernissima. uando vi giunge, scivolano nelle condutture dall'alo della montagna, la melma grigia di rame viene prima seccata, c piove come olvere dentro forni vertica. Poi passa nei forni orizontali, lunghi decine di me- \ ri: casematte di mattoni efrattari dentro i quali, ala temperatura di 1800 grai, la polvere fonde. Ne scono, a un estremo, rivoli i liquido fuso color oro: non è il rame, ma le scorie. I rame esce dall'altro capo del forno, un getto goti- io che cola dentro colossoi pignatte di ferro nero, postate da una gru a carelli. Ci affacciamo, di fianco ad uno dei forni, alla navaa centrale dì questo edifìcio immenso e cupo. In alo sulle nostre teste sono biliari su cui scivola il carro della gru. In mezzo c'è una valle. Dalla nostra pare della valle, sul ripiano dove noi siamo, sono costruiti i forni orizzontali, u cui bocca principale si spalanca sulla valle. Sulla errazza di fronte, alla nono i cilin dri orizzontali dei convertitori. Tutto c a dimensioni fantastiche, come in un romanzo di Venie. I cilindri sono lunghi venti metri, uno ruota su se stesso scoprendo verso di noi una bocca infuocata. Si arresta prima che ne esca il liquido, e due uomini ci guardano dentro con occhiali speciali; giudicano, dal colore, se la fusio- ne procede bene. La gru va avanti e indietro lungo la navata, trascina paioli neri pieni di metallo fuso dai forni ai convertitori. Quando ne riporta indietro uno vuoto ci guardo dentro, e mi sembra ancore pieno: invece è solo una crosta infuocata di rame che è rimasta alla superficie, mentre sotto c'è. il vuoto. Nell'aria ristagnano i vapori acri e dolciastri dello zolfo, perché il minerale grezzo è solfuro di rame. Usciti dalla fonderia fac¬ ciamo un lungo giro all'aperto nell'aria frizzante, passando sotto il camino argentato, alto 165 metri, che raccoglie tutti i vapori della fabbrica e li lancia su verso le cime. Visitiamo l'ultimo reparto, dove il rame puro viene versato, da un'ennesima pignatta gigante a dieci becchi, dentro forme disposte a circolo su una specie di giostra. Quando una forma è di fronte alla pignatta a dieci becchi, questa si piega e la riempie con dieci limpidissimi zampilli di fuoco. Benessere lontano Il rame che ne esce è chiaro e liquido come succo d'arancia. Poi la giostra gira, e quando la forma arriva dalla parte opposta viene sommersa in un diluvio di pioggia fumante. In pochi istanti il rame è freddo, escono dalle forme i dieci lingotti: colossali tavolette di cioccolata, rossi come pomodori. Questa è la ricchezza del Cile. Mentre lasciamo Rancagua, facciamo un po' di conti con il nostro accompagnatore. Qui un operaio guadagna in media. 80 scudi il giorno. 2400 il mese, con gli extra può arrivare a tremila, diciamo fra le 60 e le 75 mila lire il mese. Sono gli stipendi più alti del Cile: un operaio normale può guadagnare attorno ai mille scudi, ma non di rado scende alla metà, ed un contadino sta sulle 400 lire il giorno. Invece, un ingegnere di « El Teniente » appena assunto guadagna sui 600 dollari, che al cambio nero diventano 18.000 scudi, dieci volte più di quanto guadagna un operaio; e questa è una sproporzione insensata. Degli operai di Rancagua. non uno va al lavoro in auto: la macchina è un traguardo impossibile.

Persone citate: Humboldt, Matthiesen Del Rio, Sewell