Il pm chiede l'ergastolo per il giovane che uccise la mondana con 39 coltellate
Il pm chiede l'ergastolo per il giovane che uccise la mondana con 39 coltellate Si è iniziato il processo alla corte d'assise di Alessandria Il pm chiede l'ergastolo per il giovane che uccise la mondana con 39 coltellate All'udienza l'imputato, 25 anni e padre di tre figli, cerca di far cadere l'ipotesi della premeditazione per evitare la massima pena - La pubblica accusa ha proposto 18 mesi per la mondana che aiutò l'assassino (Dal nostro corrispondente) Alessandria, 23 novembre. Ergastolo. Con questa richiesta di condanna alla massima pena, sì è conclusa la requisitoria del pubblico ministero dott. Buzio, al processo contro Ottavio Buccafurni, il venticinquenne che nel novembre dello scorso anno, in Rione Cristo di Alessandria, uccise, con trentanove coltellate, la mondana Romilda Fiocco di ili anni, rapinandola poi dei gioielli. Il giovane è imputato di omicidio premeditato a scopo dì rapina, rapina aggravata, sfruttamento della prostituzione della Fiocco e di un'altra mondana, la quarantenne Rosa Gallo, abitante in corso Virginia Marini. La donna, a piede libero, è imputata di favoreggiamento reale e, assieme al Buccafurni, di violenza privala: per lei il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto la condanna ad un anno e sei mesi. L'ergastolo si riferisce all'omicidio. Il processo si è 'niziato stamane dinanzi alle Assise di Alessandria. Il presidente dottor Aragnettì ricorda i fatti.La mattina del 14 novembre '6'J, nel suo alloggio di corso Acqui, la Fiocco venne trovala cadavere; l'assassino aveva infierito su di leicon un coltello da cucina, la perizia stabilirà che le ferite furono trentanove. Mentre le indagini erano in corso, iBuccafurn i e la Callo igiovane, abbandonati a Novla moglie e i tre figli, si era trasferito nell'alloggio della mondana alessandrina — vengono coinvolti in un episodio che consenti la scoperta dell'assassinio. Il tortonese Bruno Mandirola di 38 anni, recatosi dalla donna, rifiuta dopo un mcontro di pagare la sommastabìlìta. allora i due lo obbligano a lasciare in pegno giacca e soprabito. Il tortonese denuncia l'accaduto in gite stura, prima viene arrestato per favoreggiamento il Buccafurni, poi il procuratorej della Repubblica, avv. ProsioI fa arrestare anche la Gallo. è r a o i e i . i , a e l I La mondana, il giorno precedente la cattura, lascia un pacco presso la trattoria San Baudolino di Alessandria, l'oste lo affida ad un amico della donna, il commerciante Teresio Amelotti, questi I lo apre e scopre che contiene gioielli, allora lo consegmt ai carabinieri: sono i preziosi rapinati alla Romilda Fiocco. Interrogati in carcere, la Gallo e il Buccafurni negano: alla fine, di fronte all'evidenza dei fatti, l'uomo confessa il delitto al procuratore Prosio. Dice di essersi recato in casa della Fiocco, di cui era amico, la sera dell'11 novembre, per avere un prestito, ricevendone un rifiuto. Erano le 21, ritornò per la stessa richiesta alle 23 e venne insultato; allora, persa la testa, colpi l'amica con un coltello. La Gallo l'aveva poi aiutato a pulirsi e a nascondere ì gioielli. Ricordati i fatti, il presidente interroga il giovane imputato, che muta versione. Buccafurni — Conoscevo la Fiocco da tre anni, mi aveva invitato ad andare ad abitare con lei, mi faceva dei prestiti, ma restituii sempre tutto. A metà ottobre '69, abbandonai ti mia moglie ed i miéì figli, mi presentai alla donna, per vivere con lei: mi rise in faccia dicendo che aveva scherzato. Trovai allora ospitalità dalla Gallo, la quale non mi diede mai denaro. Presidente — Cosa avvenne l i la sera del delitto? i a a no lil Buccafurni — Poco dopo le 21 andai da Romilda per chiederle un prestito di cinquemila lire. Rifiutò, era gelosa della mia amicizia con la Gallo, la chiamò sgualdrinella e mi insultò. Cercai, per calmarla, di portarla a letto, rifiutò ancora. Allora le m- chiesi di lasciarmi almeno a | dormire in casa sua. Mi in- bo ee o ce o, sultò, litigammo, mi diede uno schiaffo e, persa la testa, estrassi un coltello colpendola. Presidente — In istruttoria disse di essere andato due volte in casa della Fiocco, quella sera. Buccafurni — Ero stanco degli interrogatori, dicevo la prima cosa che- mi veniva in mente. Non è vero che andai a prendere il coltello, l'avevo sempre con me. Presidente — Perché? Buccafurni — Per sicurez-za, mi sentivo più forte. Presidente — Dopo averla colpita, cosa è accaduto ? Buccafurni — Mi strappòil coltello, riuscii a ripren-derlo e continuai a colpire,non ricordo quante furono e coltellate, non mi controlavo più. L'imputato cerca di far caere l'ipotesi della premediazione, parla di provocazione, sa di potere in questo modo evitare la massima pea, alla quale sarebbe difficile fuggire se il delitto fu premeditato e a scopo di rapina. Presidente — E l'episodio Mandirola? Buccafurni — Non lo cotrinsi a lasciare gli indumenti. Fece tutto la Gallo. La donna viene ascoltata ubito dopo. Ammette di avere dato qualche volta del de-, naro all'amico. Presidente — Il Buccafurni girava armato? Gallo — Mai visto il colello. Presidente — Quella sera cosa avvenne? Gallo — Tornò a casa sconvolto, sporco di sangue, credevo avesse litigato. Mi consegnò dei gioielli, poi confessò di avere ucciso una donna, pensavo scherzasse. Non volevo credergli. Terminata l'escussione dei testi, prende la parola il pubblico ministero dott. Buzio. Buzìo — E' stato un delitto atroce, chiedo una pena adeguata. Il problema è questo: ergastolo o non ergastolo. Buccafurni ha raccontato di avere ucciso perché offeso dalla Fiocco, dice falsità su falsità. Condannatelo all'ergastolo. Farete un'opera di giustizia, è una bestia che non merita nessuna attenuante. Dopo la requisitoria del il proces so viene rinviato a mercole- ca pomeriggio; parleranno i pubblico ministero difensori avv. Punzo (Gallo) e Del Grosso (Buccafurni i. quindi la Corte si ritirerà in camera dì consiglio. f. m. Alessandria. Ottavio Buccafurni e Rosa Gallo in assise
Luoghi citati: Alessandria
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