Assolta la contessina pronipote di Dante accusata d'aver fumato sigarette drogate

Assolta la contessina pronipote di Dante accusata d'aver fumato sigarette drogate Breve udienza davanti al tribunale di Verona Assolta la contessina pronipote di Dante accusata d'aver fumato sigarette drogate Per insufficienza di prove - Sentenza di condanna per altri due imputati se in contatto coi venditori di hashish, il pittore Bruno Corridori, di 26 anni, che aveva 35 grammi di hashish e che tentò di cedere la droga a un agente della polizia, e Gianfranco Consonni, di 28 anni, disegnatore, con la stessa imputazione del Corridori e l'aggiunta dello spaccio di sostanze ad effetto stupefacente (40 compresse di Romilar I. Ginevra Serego Alighieri e il Balasini sono stati assolti per insufficienza di prove, la prima dall'imputazione di uso di hashish e il secondo da (Dal nostro corrispondenteI Verona, 20 novembre. La contessa Ginevra de' Serego degli Alighieri, discendente di Dante, è comparsa davanti al tribunale di Verona con l'imputazione di uso di droga (nel caso, sigarette all'hashish) ed è stata assolta per insufficienza di prove non essendo risultato dalla perizia che lo stupefacente fosse stato davvero messo nelle sigarette. Con la giovane nobile (19 anni, alta, tipo mannequin) sono stati giudicati un suo amico, Willelmo Balasini, 19 anni, che la mi- quella di mediazione. Il Corridori è slato invece condannato a due anni di reclusione e 200 mila lire di multa; il Consonni alla stessa pena per l'introduzione in Italia e la detenzione dell'hashish, e inoltre a otto mesi di carcere e 30 mila lire di multa per aver indotto la Serego Alighieri ad acquistare il Romilar. I fatti risalgono all'agosto 1967. La contessina. allora sedicenne, mentre frequenta va una scuola a Cortina, chiese all'amico Balasini di metterla in contatto con qualcuno che potesse venderle dell'hashish. Si era incuriosita e voleva provare l'effetto della droga. Il giovane le fece conoscere il Consonni, e il 9 agosto la ragazza ricevette le sigarette « drogate » e una confezione di Romilar da usare per dare maggior effetto all'hashish. Alla sera la con tessina fumò cinque sigaret te, ma senza effetto. Riprovò il giorno dopo eon altre quat tro, ma il mondo continuò ad essere quello di sempre, allora ingoiò trentasette coiti presse di Romilar e finalmente cominciò a vedere orologi che giravano e cieli dai colori violenti. Subito dopo però entrò in una specie dì coma dal quale fu salvata (era nella sua villa a Gargagnago, sulle colline della Valpolicella) dall'intervento della madre e da un medico. Cosi saltò fuori la storia. Mentre il Consonni e il Balasini partivano per l'Oriente per non farsi prendere, il Corridori veniva agganciato da un intermediario che lo metteva in contatto con un potenziale acquirente. Era invece un agente della polizia veronese che, in un locale tipico del centro della città, riusci cosi a mettere le mani su una trentina di grammi di hashish in tavolette. Il Ba¬ lasini fu fermato a Kabul, il Consonni al ritorno in Italia. Oggi in tribunale è risultato che la perizia del professor Marigo, dell'Università di Padova, non elimina assolutamente i dubbi sulla presenza di hashish nelle sigarette fumate dalla ragazza; per questo la contessina è stata assolta per insufficienza di pio ve. Sono rimasti in piedi i reati commessi dal Corridori e dal Consonni, anche se i difensori Guarienti e De Zuani hanno cercato di dimostrare che il Consonni — che aveva acquistato le tavolette in Spagna — era stato « bidonato » e che l'hashish proprio non c'era. Il Corridori, barba e capelli alla « Messia », ha cercato di spiegare che il colpevole non era tanto lui quanto piuttosto la polizia, che si era avvalsa d'un pregiudicato per costringerlo a compiere un reato: cedere l'hashish per 35 mila lire. g. a.