Il prete diventa uno "straniero,, di Raniero La Valle

Il prete diventa uno "straniero,, Uomini e religioni Il prete diventa uno "straniero,, Chi ha delio che il pi'cic sta perdendo la sua identità? A me sembra elio mai come ora egli la stia trovimelo, e non tanto nelle riflessioni dei teologi, quanto nelle prove ehe subisce. Il prete sia diventando dappertutto « lo straniero », il rifiutato, il perseguitalo, l'espulso; questa sembra diventare la sua identità. L'ultimo caso è quello ili padre Paul Gauthier, che insieme con il padre Gerard Chappot, con suor Maric-Thcrcse l.axazc e suor Bernadette Booster, è slato espulso venerdì scorso dàlia Giordania, solio l'accusa di aiutare i jedayn palestinesi. Padre Gauthier Padre Gauthier non è uno sconosciuto. Dopo essere stato professore di Sacra Scritturo e prete operaio in Francia, nel 1957 andò a vivere nel quartiere arabo di Nazareth, e fondò le due fraternità, maschile e femminile, dei « Compagni di Gesù carpentiere ». Immedesimalo nel mondo dei poveri, in mezzo a tanti bambini che uncora oggi si chiamano Akssa (che in arabo significa « Gesù »), e alle loro madri che si chiamano Maria, padre Gauthier ha vissuto, con la forza di un'esperienza, l'attualità dei misteri compiutisi duemila anni la in quella terra. Ne è nata un'opera di promozione umana, svolta sia tra gli operai di Nazareth e nei mubbutz di Ginossar, in Israele, sia tra i diseredati di Betlemme e gli esuli palestinesi di Bcit-Sahour, in Giordania; e ne e nato un libr«. « Gesù di Nazareth, il carpentiere », tradotto in Italia dalla Morcelliana, che non è un'ennesima vita di Gesù, ma un libro di cristologia, dove nella riscoperta della soda e concretissima umanità di Gesù di Nazareth, si t'onda la dignità divina di tutti gli uomini suoi fratelli e simili. Poi padre Gauthier, a testimoniunza della comunità di speranze e di destino di tutti i poveri della terra, andò per qualche anno a lavorare nel Nord-est del Brasile. Ma nel '67, dopo la guerra dei Sei giorni, tornò in Medio Oriente, nella Giordania non occupata. In quella situazione, così radicalizzata. il suo impegno religioso e umano a favore degli oppressi divenne, per forza di cose, una scelta politica. Scelse la causa palestinese, e si dedicò al soccorso dei profughi del campo di Hussum, presso Irbid. Non stupisce ora che, dopo gli incontri segreti del re Hussein di Giordania col vicepremicr israeliano Ygal Allon, in cui si sarebbe concordala tra l'altro un'azione comune contro la resistenza palestinese, le autorità giordane abbiano espulso dal paese padre Gauthier e i suoi, che degli espulsi avevano condiviso la causa. Perseguitati dal potere Ma quello di padre Gauthier non e che l'esempio più recente. Dovunque, ci sono preti perseguitati e rigettati. In Spagna, a Burgos, due preti baschi sono in attesa di processo, davanti al tribunale militare; uno di loro, insieme con altri quattordici imputati (per i quali sono richieste sei condanne a morte e 754 anni di carcere), è stato torturato durante gli interrogatori, come hanno testimoniato i loro lamiliari, venuti a Roma in questi giorni per chiedere un intervento della Santa Sede. In Ungheria, otto preti sono in prigione senza speranza di essere liberati, perché accusati di aver « cospirato » contro lo Stato. In Brasile, è in corso il processo contro i domenicani accusati di complicità con Marighela, mentre altri sacerdoti, impegnali con la gioventù operaia cristiana, continuano ad essere arrestati. Ma spesso i preti sono degli «stranieri» non solo pei poteri pubblici, ma anche per quelli ecclesiastici, nella Chiesa stessa. Ci sono dei religiosi che escono o sono esclusdalla loro famiglia religiosae devono andare in giro finché non abbiano trovato un vescovo che li accolga compreti secolari. E' quel che avviene, ad esempio, nella Congregazione salesiana che, dople tensioni degli anni scorssta incoraggiando gli esodi dale sue file. Meglio pochi, mneH'« ordine ». Ci sono depreti, rifiutati o sospesi dai loro vescovi. Altri sono, più o meno discretamente, invitatad andarsene senza dramma tornare allo stato laicaleLe procedure, si assicura, sono agevoli, non vengono più posli gli ostacoli di una volta. Altri preti sono contesiati dalle comunità in cui lavorano, che li vorrebbero « diversi ». Così molli preti si scoprono stranieri, rifiutati, esclusi, nella loro patria, nella loro lamiglia religiosa, nella loro diocesi. Ma questo vuol dire perdere la loro identità, o non piuttosto trovarla? Prima di loro fu straniero infatti Colui che essi hanno sccllo di servire, e a cui hanno voluto conformarsi. « Tu solo sci straniero ti Gerusalemme? » chiesero al Risorto i discepoli di Emtnaus. lì la Chiesa d'Oriente Ita l'atto di questa parola il grande tema liturgico dell'Ullicio del Venerdì Santo, che risuona nella richiesta rivolta a' Pilato da Giuseppe d'Arimatea: « Dammi il corpo di questo straniero, di questo pellegrino, di questo povera... ». Straniero, pellegrino, povero, in ricerca di chi lo accolga, di chi non si scandalizzi di lui: l'orse qttesla è la vera identità del prete, che viene così conformato al suo modello, e alla condizione più comune di una umanità che conosce il peso dell'esclusione e del rifiuto, forse questo è il vero patrimonio che, suo malgrado, la Chiesa di oggi si appresta a lasciare in eredità alla Chiesa di domani. Raniero La Valle