I regali di Natale di Stefano Reggiani

I regali di Natale I regali di Natale (Ci .sono 1300 miliardi di « tredicesima » da spendere - Un quinto delle spese assorbito dai giocattoli) Ci sono milletrecento mi- ' liardi da spendere. Che cosa regaliamo? Ogni anno l'avvicinarsi di dicembre e della « tredicesima » mUtive non solo i pronostici e le preoccupazioni degli economisti, ma l'in1 eresse degli psicologi e la' curiosità dei profani, osservatori e partecipi del rituale fenomeno di prodigalità collettiva. Con la busta della « tredicesima » in tasca il cittadino, soddisfatti i suoi bisogni essenziali, pensa a fare e a ricevere regali. Non è forse ;1 protagonista della civiltà dei consumi? Alla fine, interpreta la sua parte. Non sono lontani gli anni in cui l'epoca delle feste coincideva con l'uso dei regali utili: la gerla di Babbo Natale sembrava confezionata in un negozio di mercerie, anche i bambini dovevano accogliere con lieta riconoscenza calze, guanti e sciarpe, regali opportuni che avevano jl vantaggio di difendere dal freddo. Dagli Anni 50, epoca delle calze di lana, a quelli 60 e 70, che hanno inventato il gadget, il dono inutile, c'è un salto che racchiude un tratto signilìcativo di storia italiana. Dunque, si regala prima di tutto per una forma di liberazione dal passato, poi per conformismo, per mantenere le proprie pubbliche relazioni, per il piacere di fare lieti gli altri, per la consolazione di ricevere doni, fi mercato è diviso idealmente in due parti: da un lato i regali ai bambini e ai ragazzi, dall'altro i doni agli adulti; ma il confine ò divenuto abbastanza sottile e spesso si confonde. Sui due fronti combattono in questi giorni di preparazione i tecnici dei grandi magazzini, i quali, attraverso gli acquisti in massa che hanno già predisposto, condizionano la scelta di gran parte dei donatori italiani. Il dirigente di una delle maggiori catene italiane ha indicalo le cifre della sua operazione. Sono suggestive: « Contiamo di vendere in liofili giorni 25 milioni di pezzi-regalo ». Un concorrente aggiunge i dettagli: «Cinque milioni di pupazzi di cioccolata, trecenlomila scatole di ciaccolali ni, un milione e duecentomila personaggi del presepe, seicentomila bambole, dieci milioni di palloncini... ». Gli esperti dei grandi magazzini hanno visitato da tempo i principali mercati esteri, alla ricerca delle novità: non sólo Giappone, Germania e Francia, ma Svezia, Isole Filippine, Cina comunista. II settore dei giocattoli è sempre tra i più attivi: un quinto delle spese lo scorso anno fu coperto dai doni per ragazzi. Quest'anno saranno posti in vendita diecimila tipi di giocattoli. Diffìcile fare la scelta: una grande organizzazione offre ai clienti l'aiuto di uri computer. Si inseriscono i dati del bambino e il cervello elettronico, dopo averci pensato su un poco, indica il dono adatto. Ma spesso i bambini hanno già scelto in anticipo: la pubblicità li ha resi consapevoli del loro potere sul mercato. Ci saranno inversioni di tendenze nei gusti infantili? Gli esperti parlano di una leggera flessione nella vendita delle armigiocattolo, avranno la preferenza i giuochi psicologici, che stimolano i benèfici sforzi dell'intelligenza. Tra gli adulti resterà l'abitudine del gadget, dell'oggetto inutile o solo di rappresentanza. Lo scorso anno furono vendute tante pipe da far salire, se usate, il consumo del tabacco ai limiti del boom. Il settore in prima linea quest'anno, sostengono i tecnici, sarà quello della pelletteria, dicitura elastica nella quale rientrano agevolmente, con i bisogni fittizi, anche quelli veri. In lieve flessione le vendite di libri ( distribuite, lodevolmente, lungo tutto l'arco dell'anno), la novità delle teste dovrebbe essere costituita dai viaggi (safari in Africa e lieti soggiorni nei Caraibi) che conquisteranno la clientela facoltosa. Stefano Reggiani

Luoghi citati: Africa, Cina, Filippine, Francia, Germania, Giappone, Svezia