La Corte nel "night,, ricostruisce il delitto

La Corte nel "night,, ricostruisce il delitto La sparatoria a Milano La Corte nel "night,, ricostruisce il delitto I giudici, avvocati e testimoni hanno preso posto sulle poltroncine del locale di Sesto San Giovanni i Dal nostro corrispondente) Milano. 17 novembre. L'udienza dei giudici della seconda sezione della Corte d'Assise, che da ieri stanno giudicando i protagonisti della tragica sparatoria avvenuta nel maggio del 1968 in un locale notturno di Sesto San Giovanni, si è trasferita oggi nel « night » dove avvenne il grave fatto di sangue. Col presidente dott. Curatolo, col p.m. 'Vaccari, coi giudici togati e quelli popolari, avvocati, uscieri, cancellieri e testimoni, erano presenti anche i due imputati, Sergio Brusini e Andrea Faraci: il primo deve rispondere in stato di arresto per omicidio volontario, il secondo a piede libero di lesioni. La Corte ha preso posto sulle poltroncine della sala; Sergio Brusini è stato fatto sedere su un divano dietro il quale si sono posti i carabinieri mentre avvocati e pubblico si sono sistemati alla meglio dove potevano. I giudici, non appena dichiarata aperta l'udienza, hanno invitato Andrea Faraci, l'uomo a cui sarebbe stato destinato il colpo esploso dal Brusini, a mostrare il punto dove av- venne la lite che diede origine alla tragedia. « Ero arrivato al locale ubriaco — ha detto l'imputato — avevo già bevuto parecchi whisky, Non ricordo bette quanto avvenne. Posso solo confermare di aver effettivamente avuto espressioni pesanti per l'amica del Brusini. Per questo motivo venni alle mani con lui: i camerieri però erano intervenuti per separarci. Nella colluttazione io ero stato preso per il collo: la stretta mi aveva latto perdere i sensi. Quando mi sotto ripreso, il colpo era già partito: vidi vicino a me Sabino Lolito immerso in una pozza di sangue ». Il presidente ha fatto però presente all'imputato che questa versione contrasta con quanto affermato dal Brusini, il quale nel corso dell'udienza di ieri e anche in istruttoria ha, invece, affermato di avere sparato verso il punto da dove veniva la voce del Faraci: segno evidente che questi non era svenuto. Il Faraci però ha ribadito la sua affermazione. E' stato quindi interrogato Luigi Lotito, fratello della vittima che la tragica notte del 7 maggio 1968 si trovava a sua volta nel locale: malgrado ciò l'uomo è stato sentito oggi per la prima volta. Ha detto ben poco: « Ho sentito lo sparo: c'era però parecchia gente e non posso dire come avvennero i fatti ». I giudici hanno poi sentito Tommaso Fanelli, padre di Eleonora Fanelli, convivente della vittima: « Mi trovavo vicino a Sabino: ero accorso quando cominciò la lite. Sentii uno sparo e Sabino mi cadde addosso ». Di scarsa importanza la testimonianza di Eleonora Fanelli: ha detto di ricordare poco di quella sera ed ha tenuto a precisare che il Lotito proprio in quel periodo pensava di regolarizzare la loro posizione, col matrimonio. Dal canto suo il barman Sergio Donandi ha dichiarato: « Ho sentito il Brusini gridare: "Ammazzo tutti". Poi uno sparo e una gran confusione che mi ha impedito di rendermi conto di quanto era accaduto ». Ultimo teste è stato il commissario della Volante dott. Piantone arrivato per primo sul posto: il funzionario ha ricordato di aver sequestrato l'arma del delitto trovata a terra all'esterno del locale. Scaricandola, partì un colpo. g. m.

Luoghi citati: Milano, Sesto San Giovanni