Scienze, gravi difficoltà

Scienze, gravi difficoltà Inchiesta sull'Università che scoppia Scienze, gravi difficoltà 4800 studenti, una decina di sedi: vecchi edifìci, baracche, un'ala di ospedale Ricercatori pagati poco, insegnanti a doppio orario - Le esercitazioni sono un . problema, il materiale viene portato a spasso per Torino, dai laboratori alle aule Sciopero dei personale non insegnante, bloccate anche le iscrizioni All' Università si «lice: « Manchiamo di tutto — aule, professori, attrezzature, denaro — meno che di iscritti ». Abbiamo illustrato nei giorni scersi la difficile situazione di alcune facoltà, tra cui Magistero che non riesce ad iniziare i eorsi. Vediamo oggi come è sistemala Scienze, una facoltà a cui fanno capo otto corsi di laurea frazionati in una decina di sedi, per lo più insufficienti e inadeguate, sparse per la città. Il preside prof. Deaglio spiega: « Da. anni ormai tacciamo appello al senso di responsabililà ed alla buona volontà del nostri docenti. Si va avanti a fatica, ma si va avanti ». Gli iscritti quest'anno sono circa 4800 divisi in 8 corsi di laurea: fisica, matematica, chimica, chimica industriale, scienze naturali, scienze biologiche, scienze geologiche, scienze dell'informazione. Esiste anche un biennio staccato di ingegneria. u Ogni corso di laurea — dice il preside — corrisponde ad una facoltà. Questo comporta molti problemi, ma rappresenta la nostra salvezza. Riusciamo, parzialmente, a supplire alla mancanza di personale con il numero degli incarichi. Abbiamo 177 incaricati oltre ai 30 docenti di ruolo ». Un modo come un altro per sopravvivere. Ma studenti e insegnanti chiedono di vivere e di lavorare in condizioni meno precarie. Che cosa si fa? Che cosa si può fare? « Purtroppo ben poco, malgrado la buona volontà. Il rapporto docenti studenti che nelle università straniere è in media di uno a quattro (nel peggiore del casi uno a otto) da noi è di uno a 18-20. Qualcuno potrebbe obiettare che stiamo meglio di altre facoltà dove esiste un docente ogni 100-150 giovani, ma bisogna pensare che abbiamo particolari esigenze. Gli allievi non possono essere abbandonati a se stessi net laboratori. Gli strumenti devono essere usati da due, tre persone per volta altrimenti l'insegnamento non ha nessun valore ». La facoltà ha tentato di alleggerire il disagio chiedendo aiuto ai ricercatori, ai giovani laureati, pretendendo un doppio lavoro dai propri insegnanti. Uno storco impegnativo, ma insufficiente a dar respiro alla didattica. Gli studenti dovrebbero essere messi in condizioni di fabbricarsi essi stessi certi strumenti, di dedicarsi a ricerche personali sotto la guida dell'esperto. Impossibile: « I fondi sono scarsi — dice 11 prof. Deaglio — e la gente che ci aluta viene pagata poco. In certi casi niente ». La facoltà è dispersa in diversi punti di Torino. Gli istituti di Fisica sono in corso Massimo d'Azeglio. Per far fronte alle nuove, impellenti necessità sono state costruite baracche nello spazio libero prospiciente il corso e due aule prefabbricate sopra 1 sotterranei del calcolatore elettronico. Si lavora per edificare un'altra ala sul lato di via Giuria. Il prof. Deaglio è ottimista: « Ci trasferiremo via via che i locali saranno pronti. Per dieci anni potremo stare tranquilli ». Adesso quando le aule di Fisica non bastano gli studenti usufruiscono dei vicini Istituti di Chimica sorti da poco e appena bastanti. La facoltà di Scienze ha avuto un po' di respiro con il trasferimento a Palazzo Campana dei corsi di Matematica con 1 relativi istituti, di parte di Biologia e di Scienze naturali, u Grazie al Consiglio di amministrazione abbiamo potuto usufruire dell'edifido rimesso a nuovo. Un bel sollievo per noi e per gli studenti ». Ma i giovani e parecchi docenti protestano. La voce più accorata viene dagli istituti di Biologia sistemati In locali vecchi, umidi, angusti, senza luce e periodicamente pericolanti in un'ala dell'ospedale S. Giovanni, dove sono ospitati alla meno peggio istituti di antropologia, anatomia comparata, zoologia e mineralogia. Alcuni assistenti spiegano: « Dobbiamo portare a spasso tra il S. Giovanni e Palazzo Campana il materiale del nostri espirimeli ti per presentarlo in aula J -iurte la fatica, si tratta d: - a 'ùJ-; iiiimiiiiiiiiiiiiiiimiimniimii dcpplll'IIIMI delicato, spesso occorre rinunciare ». C'è un altro aspetto preoccupante. « Gli allievi non riescono più a preparare tesi di loro gradimento — spiegano gli assistenti — perché non c'è posto, né personale in laboratorio ». Si mettono in lista per diverse discipline ed accettano di elaborare la tesi su un argomento qualsiasi pur di non perdere tempo. Il prof. Deaglio sospira: « La soluzione migliore sarebbe di poter riunire tutta la facoltà scientifica in un unico grande edificio. Tutti l progetti, per ora, paiono naufragati ». Dieci anni fa si parlava di usufruire dell'area in corso Massimo d'Azeglio angolo cor- so Dante. Ma il Comune l'ha uti- J lizzata per il liceo Alfieri e non intende cedere la parte restante, che del resto non basterebbe. Si parlava de « La Mandria » dove sarebbe dovuta sorgere la città universitaria o almeno una sede per le facoltà scientifiche, anche questo progetto è sfumato. Il prof. Deaglio conclude: « Ci si aggiusta, ma non si può andare avanti all'infinito puntando solo sulla buona volontà della gente. Occorre al più'presto una riforma che ci metta in condizioni dt lavorare In modo normale ». * * II personale non Insegnante dell'Università è da ieri in sciopero a tempo indeterminato. Scioperano anche gli assistenti degli istituti naturalistici (facoltà di Scienze), è probabile che la protesta venga estesa ad altre facoltà per I pochissimi settori non ancora in agitazione. Ieri c'è stata assemblea nel cortile del rettorato ln via Po 17. II personale non insegnante ha annunciato che proseguirà lo sciopero Ano a quando le istanze non saranno accolte. Si chiede una sistemazione normativa, riguardante l'orario, l'assistenza, la repressione. Ma soprattutto una sistemazione economica. Si vuole in sostanza che l'indennità e:ttra stipendio concessa dal Consiglio di amministrazione (nei giorni scorsi era stata sospesa, poi ripristinata) sia regolamentata e non rappresenti più una « elargizione benefica » ed incerta. Dal canto loro gli assistenti sollecitano la riforma che sistemi finalmente la posizione di tutto il personale. Le richieste sono state presentate al rettore. Venerdì assemblea per decidere le eventuali azioni future dopo la risposta dell'autorità accademica. Intanto sono bloccate le iscrizioni; istituti, biblioteche, aule sono abbandonate a se stesse. * * Situazione confusa al Politecnico. Ieri c'è stata un'assemblea, gli studenti hanno deciso il blocco dell'attività didattica e di ricerca, ma non hanno stabilito la data- d'inizio della protesta. Riepiloghiamo. Al mattino circa 1200 giovani si erano trovati in un'aula per discutere l'aggressione da parte di un gruppo di neofascisti avvenuta una settimana fa al termine dell'occupazione. Volevano anche esaminare il parere dell'autorità accademica circa le richieste avanzate: revoca delle firme di frequenza e degli orali obbligatori; alloggio, mensa, libri, trasporti gratuiti, ritiro delle denunce nei confronti degli studenti che avevano occupato il collegio di corso Lione 24. Ma non c'è stata risposta. Gli studenti hanno discusso a lungo rilevando «la non disponibilità del rettore» e chiedendone le dimissioni. Sono state presentate tre mozioni. E' stata approvata con 497 voti favorevoli, 297 contrari e 15 astenuti quella che proponeva il blocco di tutte le attività, Nel pomeriggio gruppi di studio hanno esaminato modi e tempi di attuazione della protesta, la decisione sarà presa in una prossima assemblea.

Persone citate: Alfieri, Deaglio

Luoghi citati: Torino