E' una guaio innamorarsi della principessa Anna

E' una guaio innamorarsi della principessa Anna UN CRONISTA INGLESE SI CONFESSA E' una guaio innamorarsi della principessa Anna /Nostro servìzio particolare) Londra, 16 novembre. Che succede se un comune suddito britannico si innamora della principessa Anna e la corteggia come se fosse una semplice ragazza? Ce lo racconta, oggi, il giovane cronista del quotidiano popolare Sun, Ian Haysom, che dice d'essere innamorato della figlia di Elisabetta, dal giorno in cui la vide all'apertura di un collegio tecnico nell'Essex. In quell'occasione, Anna sorrise cordialmente al giovane giornalista inglese e tanto bastò perché il suo cuore cominciasse ad ardere. Ian era consapevole delle difficoltà, ma via, non aveva Edoardo Vili sposato una donna divorziata di non nobile discendenza? E lo stesso colpo non era riuscito ad un fotografo, cioè a Tony Armstrong-Jones, che aveva sposato la principessa Margaret, come in una fiaba di altri tempi? Ian scrive che Anna è una ragazza moderna, indossa la minigonna e cappellini eccentrici. Non avrebbe, quindi, dovuto sentirsi offesa se lui l'avesse invitata a cena e poi in una di quelle intime discoteche di Chelsea. Verso la reggia Da bravo cronista, dunque. Ian decise di andare fino ir. fondo: si fece il bagno, si mi se un tocco d'acqua di colonia che la sorella gli aveva regalato per il Natale di due anni prima, l'abito della festa e parti — come Tom Jones — verso la capitale e i dorati cancelli della reggia. Sentiva di avere qualche possibilità, perché, dopo tutto, la monarchia inglese vuole essere « meno remota » dal popolo. Ian, dopo essersi presentato, davanti alla reggia e al poliziotto di servizio chiese se la principessa fosse a «casa». Il poliziotto, che lo aveva scambiato per un turista, gli rispose di sì. Allora, l'intraprendente cronista gli disse: « Bene, allora faccio un salto sù, per salutarla. Da che parte posso entrare? ». Ma i rappresentanti dell'ordine, notoriamente, non capiscono l'umorismo. « Tu adesso », disse l'agente, « ti togli dai piedi »: dimentico della democrazia, dei desideri espressi dalla Regina c della sensibilità di un innamorato che, come si sa, è sempre cieco. « Ma io voglio vedere la principessa Anna», insistette Ian. « fleti avere un appuntamento », riI eie, scocciato il poliziotto, che aggiunse: « Se non te ne vai... ». Il primo ostacolo aveva fermato Ian, ma nelle fiabe per conquistare una principessa l'eroe deve superare ben altre prove, sconfiggere dragoni, superare montagne. Ian si ritirò, per nulla domo, nella vicina Trafalgar Square. Da una cabina telefonica chiamò Palazzo Buckingham, il cui numero non è segreto, per via del principio democratico, e chiese di parlare con la principessa. Un segretario, in verità gentile, gli chiese per quale motivo. Rispose il cronista: « E' una faccenda privala. Voglio invitarla a cena ». Dall'altro capo del filo arrivò a Ian il controllato scoppio di una risata. Poi la voce dell'impeccabile segretario riprese: « Questo è impossibile. La principessa non accetta inviti telefonici ». Imperterrito, Ian chiese: « E che devo fare, allora? ». Cortese, il funzionario, gli consigliò: « Scriva ». Ian Haysom cominciò ad essere apprensivo: « Ma accetterà? », chiese. « Non credo », fu l'amara risposta. Aspetta una telefonata . Il cronista insistette (credeva di parlare con il padre di Anna, il principe Filippo, quindi non era sorpreso dal primo rifiuto): «Senta, la principessa è giovane, bella, ha la mia stessa età, io ho un lavoro fisso, non sono brutto, j Alla principessa deve piacere fare le cose che fanno gli altri \ giovani. Sono certo che le piacerebbe moltissimo trascorrere una serata in mia compagnia, senza le regole dell'etichetta ». Il funzionario della reggia non cedette di un pollice. Si limitò a dire al giovanotto: « Faremo avere alla principessa la sua richiesta ». Ian, fiducioso sino alla follia, dette nome, cognome, indirizzo e numero telefonico. Ora, dice, aspetta di vedere se la famiglia reale è veramente « meno remota » dal popolo, r. p.

Persone citate: Cortese, Edoardo Vili, Tom Jones, Tony Armstrong-jones

Luoghi citati: Londra