Una donna sbagliata

Una donna sbagliata Una donna sbagliata (Nella Roma garibaldina Margaret Fuller anticipò il "Women's power,,) A pronunciare il nome di Margaret Fuller, c ad aggiungere che lu un apostolo del trascendentalismo americano c una donna .sinceramente votata all'emancipazione femminile senza i vezzi della suffragetta, ben pochi lettori, temiamo, ci seguirebbero. Eppure la Fuller, oltre a tutte le sue qualità, ebbe molto a spartire con l'Italia. Ma andiamo con ordine. Abbiamo detto « trascendentalismo», c passiamo a un breve chiarimento. 11 trascendentalismo (« una fette più che una filosofìa; sentenziava più che speculare, asseriva più che mettere dubbi » ha scritto V. L. Parrington) è stato l'espressione più originale del pensiero americano nel secolo XIX. Coagulo di romantici sensi, di umanistica franchezza, di civici impegni democratici nel più sincero rispetto dei destini individuali, lu. con Emerson, Thoreau c il reverendo Parker, un'esplosione poetica di strana originalità. Suo luogo geografico, la periferia di Boston; suoi campi elisi, le praterie intorno al laghetto di Walden. Aggiungiamo che gli Stati Uniti, in questi anni di virulenza contestativa contro ogni forma di materialismo mercantile e industriale, si trovano in piena ripresa trascendentalista. Se il trascendentalismo odierno, non' legato a nessun pensatore o scrittore in particolare, ma leggibile in una congerie di comportamenti anche in conflitto tra loro, è senza meno aggiornato, non è per questo estraneo alla sua matrice. Disobbedienza civile e devo/ione al paesaggio, mito della natura e pacifismo, o rabbioso rifiuto delle convenzioni borghesi hn nel vestiario, sembrano essersi depositati nel cuore dei contestatori americani, come Thoreau avesse lanciato le sue parole d'ordine, tinte dalla leggera luce della poesia, proprio l'altro ieri. Né la difesa appassionata delle minoranze etniche ed etiche che oggi viene fatta è estranea ai princìpi di Emerson o Thoreau. Anche il Women's power avrebbe modo di riconoscersi in essi. E il merito c proprio di Margaret Fuller che nel 1844, tra un coro tli proteste e di « virili » ironie pubblicò Woman in the Nineteenth Centttry. La Fuller fu la direttrice del periodico trascendentalista The Ditti, e tenne con Emerson una litui corrispondenza, più imponendo la sua presenza intellettuale all'autore degli Essays che lasciandosi cercare da lui. Ma una veemenza incontenibile, una capacità di pressione emotiva illimitata, mista a una segreta e altrettanto illimitala debolezza furono i suoi tratti distintivi. Una donna sbagliata, è stato detto di lei: una ragazza cresciuta male, avvezzata dal patire — un ribelle puritano ili razza — a una indipendenza incredibile ai tempi suoi, a leggere il latino, a curiosare ira i libri più diversi, atl avventurarsi per i sentieri impervi della speculazione. Così die la sua obbligante femminilità si trovò compressa e sviata, e addirittura vilipesa e derisa in quel New England clic sembrava latto apposta per rifiutare programmaticamente qualunque singolarità* * « Era annuite della gioia come un fanciullo, focosa come un indigeno dei tropici nei rapidi passaggi da una quiete lussuriosa a un'eccitazione appassionata; riversava prodigalmcnte forza di volontà, pensiero, sentimento, nella vita del momento, tutta radiosa dfantasia, assetata di stabilire rapporti di comunicatività con gli artisti di tutti i tempi neloro momenti dì ispirazionedal genio e dalla e ultitra messa in grado di entrare da pan a pari nei più raffinati circold'Europa; invece la sua giovinezza e la stia prima vita di donnu trascorsero fra i discendenti del formalismo puritano, ussiti dignitosi, ma abbrutiti dal lavoro »: così ne scrisse l'amico William Henry Channing. Detto questo si può comprendere bene come MargareFuller sia all'origine di tuttuna serie di eroine intellettualamericane, che, dalle propriIlustrazioni, hanno cavato energia poetica, come EmilDgrmrqv(zc Dickinson, o quel talento magico di sollecitatrici di cultua, come Gertrude Stein o Domili)' Parker. Scrittrice, poetessa? Margaet Fuller non fu niente di questo. La sua pagina è povera: nulla in confronto a pieliti che fu. per testimonianza concorde di chiunque la onobbe, la sua conversazione. Da quella malattia dell'anima che sembrava condannara per sempre a una nevrastenica irresolutézza la guarì 'Europa, c Roma in particoare, la Roma della repubblica del '49, la Roma mazziniana. Joseph Jay Deiss, nel suo nuovissimo The Roman Years oj Margaret Fuller (Cromwell Conip., Pubi.), ce ne fa tede. Con l'antefatto dei combattivi, ma deludenti anni americani, e il viaggio a Londra dove conobbe Mazzini, che dischiuse in lei necessità di maggiori sublimazioni spirituali, la vicenda di Margaret prende il movimento di un romanzo di Henry James avanti lettera. * * Una donna che ha superato la trentina, che si sente irresistibilmente chiamata dall'Italia per motivi che si radicano là dove la cultura e la psicologia si impastano in modo inestricabile («l'Italia mi accoglie come un figlio perduto da lungo tempo-»), e in Italia, a Roma riesce a realizzare le proprie esigenze di donna e di impegno politico-intellettuale; ma che poi, al punto del ritorno in patria, ormai sposa e madre, muore in un natii ragio in vista ili New York (e si lasciò morire, convinta in quel momento supremo che i propri ideali erano già da tempo naufragati), — tutto questo ci sembra esattamente il canovaccio di una di quelle struggenti vicende jamesiane, in cui il principio della realtà arriva a disgregare e a violentare qualsiasi aspirazione al divèrso. Dunque, . la Fuller giunse in Europa. A Roma conobbe casualmente il cadetto di una famiglia blasonata e in declino, Giovanni Angelo Ossoli. Ossoli era affascinante, capelli lunghi, occhi malinconici e sgranati, baffi spioventi: era di quelli che correvano a morire per l'Italia e Mazzini ovunque il patriottismo li chiamasse ( « così erano belli gli nomini al tempo del Risorgimento », ha scritto Mario Praz disegnandone il ritratto). Era l'unico liberale della famigliaS'innamorò di Margaret, di dieci anni più vecchia di lui, c la rese madre. Margaret, a «.]ucl punto, si ritirò in campagna, prima ad Aquila, poi a Rieti: e passava il tempo ad aspettare le visite furtive ilei suo bel ragazzo, diventato per necessità ufficiale della guardia civica pontificia, e a scrivere un libro sulle condizioni politiche e sulla lotta libertaria in Italia. Nato I il bambino, e lasciatolo a balia, tornò in città: una vita di romantici incontri con Ossoli:] « Usciamo la multimi da Roma portando con noi le caldarroste; il pane e il vino li troviamo in qualche piccola osteria Inori porta... ». In mezzo a tanta quiete, ecco, con la primavera del '49, la rivoluzione. Cristina di Beigioioso incarica la Fuller, ormai sposa ad Ossoli, di dirigere l'ospedale Fatebenelrateili dell'isola Tiberina. L'attività pratica avvolge dentro di sé ed esalta Margaret, la sua vita sembra irradiare di insolita luminosità. Suo inarilo combatte al Gianicolo. Quel sogno di libertà, però, è lesto a tramontare. Con la caduta della repubblica i due Ossoli, col piccolo Angelino, hanno in città una vita difficile, c sono costretti a partire per Firenze. Ossoli è sempre più malinconico, ma sempre più devoto alla sua donna, tanto più colta di lui e tanto meno bella di lui («Non è per nessun verso la persona che la gente si aspetterebbe di trovare con me», diceva lei). Che lare? Margaret pensa all'America. E la famigliola s'imbarca su un veliero merci per attraversare l'Atlantico. Il piccolo Angelino la da mascotte al viaggio: e quei marinai raccogliticci, svedesi, inglesi, americani, gli raccontano storie di gabbiani, delfini e balene. Poi, imprevista, la disgrazia, in faccia a Long Island, verso una zona tli spiaggia chiamata Fire Island. Margaret vide il suo bell'Angelo sparire travolto da un'ondata nello slasciarsi ilei vascello, .e allora, nella veste bianca da notte, i capelli sciolti, in quell'incerto mattino di tempesta, si lasciò andare sott'acqua. Sulle dune della spiaggia furono trovate le loro lettere d'amore ma non il manoscritto dell'opera sull'Italia cui Margaret si era dedicata durante il ritiro nell'Alto Lazio. I suoi amici rie raccolsero l:i memoria. Emersoli tra gli altrL e fecero in modo che il suo nome non soccombesse al pettegolezzo; c la figura di lei diventò, come ha scritto Parrington, « un'epìtome delta loto rivolta ». Enzo Siciliano