Non più stragi di uccelli

Non più stragi di uccelli DOPO CHE L' "ITALIA SILENZIOSA,, SI È RIBELLATA Non più stragi di uccelli Il ministro ha firmato uno schema di legge contro le crudeli reti nei boschi (Nostro servizio particolare) Roma,. 14 novembre. Gli amici degli uccelli del bosco sono felici. Il ministro Natali (Agricoltura e Fore ste) ha firmato uno schema di legge -contro la barbara pratica dell'uccellagione. Lo schema di legge, che sarà al più presto presentato alle Camere, è semplice e breve. Dice: « E' abrogato l'articolo 1 della legge 28 gennaio 11)70 n. 17 ». Gli amici degli uccelli canterini conoscono bene questo famigerato articolo 17: a pochi mesi dall'entrata in vigore del divieto di uccellare su tutto il territorio nazionale (legge del 19(17, ma operante solo due anni dopo), ripristinava le crudeli reti nei boschi contro le quali vanno ad impigliarsi ogni anno 21 milioni di fringuelli, 2 milioni e mezzo di cardellini, 1 milione di capinere, 5 milioni di verdoni, 1 milione di verzellini e 5 milioni di piccoli insettivori. Studio e commercio E' vero che l'articolo 17 aveva l'aria di limitare la strage consentendo l'uccellagione « solo a scopo di studio» o «per immettere gli uccelli stessi vivi in commercio», e vietandone l'uccisione. Ma gli amici degli uccelli (che sono in numero molto più grande di quello che i presentatori dell'infausto articolo forse immaginavano) non si sono lasciati ingannare: ha l'Italia un numero di guardie sufficiente a control- i lare ogni rete o trappola?, hanno protestato. Certo no. E allora, i limiti posti all'uccellagione dall'art. 17 sono inoperanti. Contro l'articolo 17 si scatena subito la più massiccia e appassionata sollevazione che il nostro Paese abbia registrato dopo i moti del '48. Un « comitato per la salvezza degli uccellini » si costituisce a Milano in corso Venezia 22 per coordinare le iniziative dei giornali, dei privati, degli enti. In breve raccoglie 400.000 firme. Altre sottoscrizioni per centinaia di migliaia di firme affluiscono sul tavolo del ministro Sedati, promotore dell'impopolare emendamento, che allora presiedeva all'Agricoltura. «Italia nostra» tappezza l'Italia con bellissimi manifesti pieni di stilizzati, garruli uccelli multicolori. Scendono in campo il venerando prof. Alessandro Ghigi, presidente del Consiglio internazionale per la protezione degli uccelli, che a 9G anni gode di un immenso prestigio per il suo passato di studioso (è stato anche rettore all'Università di Bologna ed è membro del Consiglio nazionale delle ricerche); la «Lega nazionale contro la distruzione degli uccelli», il «British Institute» di Firenze, la «Pro Natura», il «World Wild Welfare», la « Protezione animali », enti che rappresentano decine di migliaia di soci. A Torino un estroso perso¬ naggio che ' si fa chiamare «monssù» Ferrerò e fa l'agricoltore, fonda il Cia (Comitato anticaccia), fa volare aeroplani™ sulle campagne piemontesi inondandole di manifesti contro cacciatori e uccellatori; e una domenica va a prendersi allo zoo tutti gli animali non feroci che ci sono e, alla testa del patetico corteo, sfila come un San Francesco per le vie della città chiedendo firme per « i nostri fratelli dei boschi ». Controllo sui politici Ma la più battagliera è, questa volta, la « Protezione animali». Da anni conduce una alterna guerra con i vari j ministri dell'Agricoltura, riuscendo più d'una volta a promuovere una legge limitativa sulla caccia per vedersela poi subito annullata da un'altra legge contraria. Adesso che sente l'« Italia silenziosa » muoversi al suo fianco, scatena una campagna in dilesa dei poveri uccelli massacrati, incalzando tutti i giornalisti di fama zoofila e promulgando infuocati bollettini sul suo mensile. L'idea zoofila. Deputati, ministri e senatori sono additati ad uno ad uno all'infamia dei lettori; i lettori sono diffidati a non includere i loro nomi, nei voti elettorali. Giungono soccorsi dall'estero ai moti nazionali. Da Strasburgo, dove in giugno si riunisce la Conferenza europea della natura, l'Italia è violentemente attaccata per le stragi che vi si perpetrano contro gli uccelli di passo, la cui proprietà comunitaria viene rivendicata da tutte le nazioni dove trovano sosta nelle loro emigrazioni. I Pae- j si del Nord indicono crociate di boicottaggio del turismo verso « il giardino d'Europa dove gli uccelli non cantano più ». Ed ecco, ora la vittoria è vicina. Quanto tempo" ci vorrà prima che l'infausto articolo 17 sia abrogato? Gli amici di'gli uccelli sperano che non accada come per il divorzio e per il decretone, che all'auspicato porto legislativo non arrivano inai. Intanto, fioccano denunzie sui tavoli degli incauti presidenti dei Comitati venatori provinciali che hanno etmcesso permessi di uccellagione. Motivo: l'articolo 17, secondo la «Protezione animali», non sarebbe mai stato operante, non essendo ancora stata nominata la commissione che la legge stessa prevede debba vagliare e approvare ogni domanda di uccellagione. L'accusa è grave: yLtuso di potere, istigazione e complicità nel commettere l'illecito (articoli 322, 412, 115). Quattordici presidenti sono già stati denunziati, altre denunzie stanno per partire. La guerra non è finita. Prima che gli amici degli uccelli abbiano vinto, qualche loro nemico, forse, finirà in gattabuia. 1. b.

Persone citate: Alessandro Ghigi, Natali