Lo schieramento all'Onu sulla Cina di Mao

Lo schieramento all'Onu sulla Cina di Mao Il dibattito sull'ammissione del governo di Pechino Lo schieramento all'Onu sulla Cina di Mao Due mozioni: una, americana, propone che qualsiasi mutamento abbia la maggioranza di due terzi (passerà quasi di sicuro) ; l'altra, algerino-albanese, chiede l'ingresso di Mao e l'espulsione di Formosa (l'approvazione è incerta) (Dal nostro inviato speciale) New Yoik, 13 novembre. Gli Stati Uniti stanno modificando il loro atteggiamento verso l'annoso problema della rappresentanza cinese all'Onu. Lo si capì ieri dal discorso del delegato americano al « Palazzo di vetro », durante il dibattito; lo si è compreso ancor meglio oggi dalle dichiarazioni a Washington del portavoce del Presidente, Ronald Ziegler. Il funzionario ha detto: « Gli Stati Uniti si oppongono totalmente all'ammissione all'Onu della Cina comunista al prezzo dell'espulsione della Repubblica di Formosa ». Un tempo Washington non voleva in nessun caso Pechino all'Onu, ora fa un passo verso la teoria delle « due Cine », che tuttavia non accettano né i cinesi di Mao, né quelli di Chiang Kai-scek. Il dibattito all'Onu è cominciato ieri e si concluderà martedì o mercoledì. Si voterà su due mozioni: una, firmata da diciotto Paesi, Albania e Algeria in testa, che chiede l'espulsione della Cina nazionalista e l'ammissione di Pechino; e l'altra, già avanzata in passato — sempre su iniziativa americana — secondo la quale la rappresentanza della Cina può essere cambiata soltanto da una maggioranza di due terzi. Le previsioni variano: ed è inevitabile, poiché ancora non si sa come voteranno vari Paesi che pure si sono avvicinati a Pechino o stanno avvicinandosi: Belgio e Austria- ad esempio. La mozione americana — quella sui due terzi — sarà approvata quasi certamente. L'interrogativo è costituito dalla mozione albanese - algerina che, respinta nel '69 con 48 voti favorevoli, 56 contrari e 21 astensioni, potrebbe raccogliere quest'anno una maggioranza, sia pure minima, di « sì ». (Il delegato canadese — Ottawa ha da poco riconosciuto Pechino — ha annunciato oggi che voterà per entrambe le risoluzioni). Ma, anche se la mozione albanese-algerina sarà approvata, il successo resterà simbolico, data l'esistenza dell'altro testo, appoggiato dai più, che vieta qualsiasi innovazione senza il consenso dei due terzi. Il dibattito non aprirà a Mao Tse-tung i cancelli del « Palazzo di vetro », ma li dischiuderà. Sia perché sale il numero delle nazioni che allacciano relazioni diploma-ti che con Pechino (le ultime sono Canada, Italia e Guinea Equatoriale); sia perché si rafforza la tendenza ad attrarre la Cina nella comunità internazionale; sia perché i! Canada ha detto oggi che, se la mozione albanese-algerina sarà approvata o quasi, Ottawa non potrà più l'anno pross:mo votare per la risoluzione statunitense, che diverrebbe uno strumento « bloccante », tale da « frustrare le aspirazioni dell'Assemblea generale ». Fra due anni si calcola la Cina siederà al Consiglio di Sicurezza e Taiwan sarà rappresentata all'Assemblea generale. Con le due Cine, l'Onu accoglierebbe pure le due Coree, e le due Germanie. Mario Gridio

Persone citate: Chiang Kai-scek, Mao, Mario Gridio, Ronald Ziegler