I nuovi giocattoli che impegnano
I nuovi giocattoli che impegnano I nuovi giocattoli che impegnano Cominciano col Nogi e finiscono col vincere il concorso Philips per « giovani inventori e ricercatori » dai dodici ai ventun anni, che offre importantissimi premi a ragazzi capaci di cimentarsi in lavori dalla cibernetica all'elettronica (che vanno presentati entro il gennaio '71). Il Nogi è un passatempo a piastrine per costruire casette, e lo può fare un piccolissimo, ma suggerisce anche soggetti più complessi che appassionano teenagers e adulti. I pezzi di materia plastica speciale si differenziano da altri per l'ingegnosa sagomatura che rende possibili incastri da ogni lato studiati da architetti, e inoltre per i colori che rendono fantasiose le realizzazioni. In piazza Castello a Torino c'è un negozio che espone un'auto antica lunga mezzo metro, fatta col Nogi, e tutti si fermano ad ammirarla. Sono finiti i tempi dei giocattoli « da guardare », i bambini d'oggi si stancan presto anche dei trenini elettrici (li suggeriamo invece ai liceali come hobby che manterranno fino alla vecchiaia, e lo provano i club ben noti di questi amatori). Preferiscono piuttosto un trenino da condurre a mano, ci si divertono di più, e lo conferma la ditta costruttrice del Nogi (Alessandro Quercetti di Torino) che vende a migliaia di quei semplici trenini nei vari tipi da 2 anni e mezzo fino ai 7. I prezzi delle confezioni Nogi vanno da 500 a 4500 lire al massimo, ma non è solo per la sua accessibilità economica che questa « costruzione » ha successo. Il Nogi è creativo, dà il gusto della realizzazione, anche il più insofferente dei figli che con costruzioni meno studiate del Nogi perderebbe la pazienza, con queste piastrine brevettate sente il proprio cervello nelle mani. Una bambina può costruirsi per esempio una lampada per la sua cameretta, dal giocattolo si può passare quindi alla cosa che resta. Ancora della Quercetti è un'altra novità che è stata subito notata nelle scuole per le sue applicazioni didattiche, come del resto il Coloredo ( « chiodi » di plastica colorati per comporre mosaici di fiori ecc.) e le lavagne magnetiche con alfabetiere o fiori e altre figure. Questa novità è il Geocolor, un passatempo a partire dagli 8-9 anni che, col pretesto del gioco, fa sì che vostro figlio apprenda quasi a livello inconscio teoremi matematici e geometrici. Una fortuna che i loro genitori non ebbero. Così come il « modellismo » in generale, dai corpi umani in plastica da « montare » che rendono quasi inutili oggi le prime lezioni di scienze, alle scatole per costruire automobili e aeroplani addirittura col motore (e sono passatempi che raccomandiamo ai genitori per le « ore vuote » dei figli più grandi ), il Geocolor della Quercetti si può considerare il gioco più « tecnico » e redditizio del nostro tempo, grazie alla semplicità con cui apre la mente a concetti ritenuti solitamente astrusi. Tra fratelli o compagni la « gara » della realiz- zazione delle figure può riu- scire altamente stimolante. Sono dunque destinati a sparire i giocattoli tradizionali? Se persino nuova tombola pare ideata per insegnare la matematica, è probabile che fra non molto ci saranno, oltre alle millenarie bambole, soltanto due tipi di passatempi: per la prima infanzia, come quelli stupendi della Chicco (mazzi di chiavi in plastica, trillini o sonagli, telescopi e piramidi a incastro) raccomandatissimi dai pediatri perché « già » impegnativi e intelligenti; e quelli non meno impegnativi e concettosi tipo il Geocolor. Questo ci conferma che il gioco è una cosa seria, sotto tutti gii aspetti. E del resto basta osservare i nostri figli mentre giocano, serissimi. In alto: a sinistra, mosaici di Coloredo e alfabetiere magnetico; a destra, il « Geocolor ». In basso, un carro armato realizzato col « Nogi ». Sono tutti giochi « Quercetti » gpg
Persone citate: Alessandro Quercetti, Quercetti
Luoghi citati: Torino
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