Accordo alla General Motors di Mario Ciriello

Accordo alla General Motors Gli stabilimenti sono fermi da otto settimane Accordo alla General Motors Le parti annunciano un'intesa preliminare per il nuovo contratto di lavoro (Dal nostro inviato speciale) New York, 11 novembre. Il sindacato lavoratori dell'automobile e la General Motors lianno finalmente raggiunto un accordo sul nuovo contratto triennale. Benché entrambe le partì sottolineino che l'intesa non è definitiva, la vertenza sembra chiusa. Vi sono ancora tre ostacoli da superare: l'approvazione del contratto da parte del « consiglio supremo » della « Union » — il cui segretario generale è Léonard Woodcock —, la ratifica da parte dei 394 mila operai della General Motors e un accordo sulle numerose controversie « locali » in discussione in vari stabilimenti. Se tutto andrà bene, e stasera prevale l'ottimismo, la colossale azienda, immobilizzata da otto settimane di sciopero, dovrebbe tornare alla normalità prima della fine di novembre. La notizia è stata accolta con profonda soddisfazione da tutta l'America. Il ministro del Lavoro, James Hodgson, ha dichiarato d Washington: « Adesso sono felice ». Tali sono le dimensioni della General Motors che la sua inattività ha ripercussioni sull'intera economia nazionale, accrescendo fra l'altro il numero dei disoccupati. La « Corporation » acquista materiali, mezzi e servizi da circa quarantamila aziende, usa il 10 per cento dell'acciaio americano, il 5 del rame, l'8 del ferro e il 35 per cento della gomma. Nel 1969 la G. M. vendette veicoli per 24 miliardi di dollari, con utili per un miliardo e 800 milioni di dollari. I suoi dipendenti, in tutto il mondo, sono 787 mila. Ma, se da una parte l'accordo toglie una preoccupazione, dall'altra crea nuovi timori. Il vice-presidente della G. M., Earl Bramblett, il negoziatore della società, ha detto stasera: « Il nuovo con tratto è decisamente infla:i' nistico. Ma cosa possiamo re? Tutti i contratti aziendali e di categoria hanno ormai tale fisionomia ». (Il contratto, anche se con alcune modifiche, si applicherà agli altri produttori di Detroit: Chrysler, Ford, American Motor). Proprio in un delicato periodo, in cui gli Stati Uniti stanno faticosamente cercando di domare l'inflazione, l'accordo, soprattutto se imitato da altre « Unions » potrebbe alimentare nuove pericolose tensioni. Le clausole del contratto sono ancora segrete, ma attendibili indiscrezioni da Detroit indicano questi quattro punti: 1 ) eliminazione del « tetto » agli aumenti per il costo della vita e accordo su una scala mobile « illimitata», legata all'indice ufficiale dei prezzi. Ha così vinto il sindacato — la United Automobile Workers Union — che si è battuto per l'abolizione del « massimale », accettato nel '67; 2) aumento salariale di circa 50 cents nel primo anno del contratto triennale. La « Union » voleva 61,5, l'azienda offriva 38; 3) Gli operai potranno ritirarsi dopo trent'anni di anzianità aziendale con una pensione mensile di 500 dollari. Nel primo anno del contratto, a 58 anni di età; nel secondo, a 56; nel terzo a 55. Anche su questo punto, il sindacato sembra aver fatto prevalere le sue richieste. In base al contratto scaduto, un operaio di 55 anni, con 30 di anzianità, si ritira con 104 dollari di pensione; 4) Un mese di vacanza dopo vent'anni di lavoro. Mario Ciriello Léonard Woodcock (Telcf.)

Persone citate: Earl Bramblett, James Hodgson, Woodcock

Luoghi citati: America, Chrysler, Detroit, New York, Stati Uniti, Washington