Una civile protesta di Voltri per la rinascita di Genova

Una civile protesta di Voltri per la rinascita di Genova Contro i ritardi dell'opera di ricostruzione Una civile protesta di Voltri per la rinascita di Genova Scuole e negozi chiusi, lavoratori in sciopero per due ore, un minuto di silenzio per le vittime - La folla si è radunata sulla piazza del comune e ha sfilato poi sino al centro della città con cartelli di protesta fra cui spiccava: « Non vogliamo beneficenza, ma giustizia » (Nostro servizio particolare) Genova, 11 novembre. Voltri, la parte di Genova colpita in anticipo dall'alluvione (ebbe 8 morti, 5 dispersi. 600 senza tetto), ha mosso oggi il primo passo di un moto di protesta civile contro i ritardi e le insufficienze nell'opera di restauro del territorio disastrato e contro la lentezza con cui arrivano gli aiuti modesti, sproporzionati all'entità dei danni e delle sofferenze. « Non vogliamo beneficenza ma giustizia », diceva un cartello esposto sulla piazza del comune, a due passi dal Leira che in questi giorni ha l'aspetto di un rigagnolo fangoso e maleodorante, sperduto entro un letto colmo di detriti che in certi tratti ha v i livello di poco inferiore a quello delle strade. L'assegno di 500 mila lire, che verrà distribuito nei prossimi giorni alle famiglie alluvionate, ha appunto la misura della beneficenza. Voltri, oggi in giornata di lutto (tutti i negozi chiusi, i ragazzi delle scuole a casa, i lavoratori in sciopero dalle dieci a mezzogiorno) ha assunto il carattere di un'avanguardia nello schieramento finora un po' confuso dei consigli di quartiere e dei comitati spontanei sorti nelle zone devastate, dalla Valpolcevera alla Valle del Bisagno. « Repubblica di Volt ri » è stata definita, con accentuazione colorita, questa parte periferica di Genova che un tempo (lino al 1926, quando i comuni minori furono incorporati nella « grande Genova » ) aveva autonomia amministrativa su un londo di tradizioni originali, da piccola città (10.000 abitanti) di operai e di pescatori con breve retroterra agricolo. L'alluvione ha risvegliato quelle tradizioni. Gli abitanti, di Voltri si sono uniti, giorno per giorno, non sul terreno di un antagonismo sterile col centro di Genova ma su quello di una effettiva partecipazione. Hanno assunto iniziative: oltre 90 famiglie, su un centinaio rimaste definitivamente senza tetto, avranno un nuovo alloggio entro pochi giorni. Artigiani e proprietari di piccole aziende industriali hanno occupato capannoni vuoti, abbandonati da stabilimenti trasferiti altrove. 11 coordinamento è stato trovato gradualmente nel consiglio di quartiere, che ha sede nell'ufficio staccato del comune di Genova, un palazzotto grigio alla foce del Leira, già sede dell'amministrazione comunale autonoma. 20 consiglieri di cinque partiti hanno lavorato giorno e notte. Approvvigionamenti, soccorsi, primi interventi per ridar vita ai nuclei abitati che l'alluvione aveva isolato, hanno avuto dal consiglio l'impulso che viene dalla presenza sui luoghi e dal rapporto umano che spesso supera gli ostacoli burocratici. Poi, quando si è visto che l'opera di radicale ricostruzione restava nebulosa, il consiglio di Voltri ha discusso un suo programma. Democristiani e socialisti, liberali e comunisti, si sono trovati d'accordo. Oggi erano tutti insieme, sulla piazza del comune, per incitare la popolazione a una protesta contenuta entro limiti straordinariamente cauti, privi di ogni accento barricadiero: un minuto di silenzio in memoria dei morti nell'alluvione, un corteo di automobili e di autocarri con cartelli di protesta fino al centro di Geno va. per diffondere volantini e far conoscere direttamente le richieste di Voltri al sindaco, al prefetto, al presidente della Provincia e al presidente della Regione (i delegati sono stati ricevuti, hanno avuto ascolto). Se. le richieste saranno ac- depvlfdntvcVisrtlrdsseispnIQècolte, almeno in buona par-1 te, la « Repubblica di Voltri » I assumerà un rilievo storico, come esempio di valore non strettamente locale, dimostrando che si può ancora ottenere giustizia senza incendiare né prendere d'assalto, senza ricorrere alla violenza. La responsabilità di chi detiene il potere, e deve rispondere, si fa più grave. Le richieste dei cittadini di Voltri sembrano infatti del tutto ragionevoli. Eccole in sintesi. Essi vogliono un piano, da studiare con i contributi scientifici più idonei, per la regolamentazione idrogeologica del bacino del Leira. Naturalmente chiedono che il piano comprenda le colline e i monti alle spalle di Voltri. A lato di questa esigenza fondamentale, la « Repubblica di Voltri » avanza quella di un « piano di ricostruzione industriale » per Genova, da includere come emendamento nel «decretino» all'esame del Parlamento. Si chiede infine l'immediata erogazione dei contributi a fondo per- duto, rivalutati; la rapida emissione di mutui per la ripresa delle attività produttive; l'attuazione del piano per l'edilizia a basso costo. Nella folla radunata sulla piazza del Comune c'erano alluvionati che hanno perduto tutto, dal letto alle coperte, al vestiario, pur non essendo classificati fra i senza tetto. Vivono in case imputridite e infangate, prive di acqua, su strade sconvolte in cui scorrono rivi di fogne. Hanno il terrore della pioggia (il cielo resta perfettamente azzurro, l'aria è asciutta). « Un po' d'acqua e saremo nei guai, se non si provvede subito a sgomberare il letto del Leira e a costruire argini robusti ». insiste uno dei consiglieri, il socialista Gaggero. Non pochi pescatori hanno perduto barche e reti; si sono uniti agli artigiani e agli esercenti, rappresentati da Andrea De Filippi, per chiedere almeno un primo aiuto, e ricostruire tutto da capo. Contributi finanziari non deludenti (si chiede il raddoppio delle 500 mila lire a fondo perduto), concessi alla svelta: è la necessità più impellente in tutti i quartieri alluvionati, dove migliaia di famiglie vivono in una condizione disperata, avendo un tetto ma non possedendo più nulla; centinaia di artigiani e negozianti languono costretti a una disoccupazione forzata. Domandano sconfortati: « Perché dovremmo indebitarci con mutui, sia pure agevolati? Chi ha la responsabilità dei danni che abbiamo subito? ». Uno sciopero generale è previsto per la prossima settimana. Mario Fazio

Persone citate: Andrea De Filippi, Bisagno, Gaggero, Mario Fazio

Luoghi citati: Genova