Dai ritrattisti fiamminghi all'Ottocento piemontese

Dai ritrattisti fiamminghi all'Ottocento piemontese LE MOSTRE D'ARTE TORINESI Dai ritrattisti fiamminghi all'Ottocento piemontese Contro una quarantina di gallerie che a Torino propon-! gcno al pubblico pittura mo- j derna italiana e straniera a j ritmo accelerato, soltanto ; due, la « Caretto » di via Maria Vittoria 10 e la « Zabert » di piazza Cavour 10, gli offrono a lunghi intervalli pittura antica: dato che l'« Arte Antica » di via Volta 9 si dedica preminentemente alla grafica. A metà strada sta la « Fogliato » di via Mazzini 9, j che predilige l'Ottocento, par- ticolarmente piemontese. Anche quest'anno Giorgio I Caretto ha scelto per gli ama- lori torinesi un buon nume-1ro (115) di dipinti di quei |grandi e piccoli maestri olan- desi e fiamminghi del Seicen- io in cui s'è fatta, con anni di ricerche e di studio. Una riconosciuta competenza; e visitando la sua mostra int itolata « Scene di genere » vengono in mente le parole del grande storico Johan Huizinga: nell'Olanda del secolo XVII «la pittura trovò la sua ragion d'essere nella ricchezza e nella gioia di vivere della grassa borghesia; in quegli ambienti trovò ispirazione, protezione e ordinazioni. Non ebbe il favore di grandi mecenati, ma quello di Un numero illimitato di ama-1 tori d'arte: Quadri erano cip- pesi dappertutto...» («La ci viltà olandese del Seicento », Einaudi, 1967.). Una civiltà artistica diversa perciò da quella dell'Italia, terra di illustri committenti intorno ai quali si formò quello che André Chastel ì ha chiamato Le qrand atelier ! d'Italie («La grande officina» Feltrinelli, 1966); e che prò- dusse intere genealogie pitto riche che soltanto gli specia listi, come il Caretto, cono scono a fondo. Difatti, nel l'ottimo catalogo che accom pagna questa mostra ci im battiamo in nomi certamen re non consueti, cui tuttavia corrispondono opere e ope-1 ricciuole d'eccellente esecu-1 z-one piegata a soggetti pia- |cevoli e divertenti: non esclu-1 sa una ritrattistica straordinariamente penetrante. Ma le firme prestigiose balzano poi, a tratti, in vivida luce. E' una grata sorpresa poter ammirare imo splendido quadro di Pieter de Hooch. maestro rarissimo in Italia, non presente neppure nella Galleria Sabauda, cosi ricca di capolavori dei Paesi Bassi; e i dipinti di Teniers il Giovane, di Gerrit Dou, di Frans van Mieris, di Isaac van Ostade, Il di Quirin Gerrit Brekelen- || kam, di B. G. Cuyp, di Karel Dujardin, di Philips Koninck, di J. M. Molenaer. di Ochtervelt, di Schalcken. * * Una bella antologia di cir- ca settanta opere, tutte ri- , Prodotte dall elegante catalogo, ha preparato a sua volta : Gilberto Zabert nelle acco- i glienti sale di piazza Cavour: i dipinti di varie epoche, dal Quattrocento all'Ottocento, e i di vari paesi. Fiandra, Olan- i da, Spagna, Inghilterra, Germania, Francia; ritratti, sog- i petti sacri e mitologici, scene di genere, paesaggi, rovine, | nature morte. Il catalogo è prudentissimo (e lo Zabert va Iodato an?.he per il suo scrupolo), abboi.da di ìndi- a cazioni misurate come « scuola », « cerchia », « seguace di », « maniera di », anche quando il quadro è così netto di stile che l'attribuzione al maestro viene spontanea. Ma non esita, giustamente, a precisare per dipinti di qualità eccellente: Holbein il Vecchio, Cornelis de Vos, Jan van Kessel, Jan Ross, Gerbrandt van den Eeckhout, Pourbous il Giovane, Van der Meulen, Huchtenburg (firmato), il noto pittore delle battaglie del Principe Eugenio di Savoia. Il Paesaggio con arcobaleno, specificato nel catalogo come « della ' cerchia di Rubens » e come « replica di un j dipinto di Rubens oggi al; l'Ermi!age », è anche, in dij mensiorie ridoita e con alcu| ne varianti, la copia del Paesaggio con pastori, di circa il I 1635, ch'è al Louvre; un paei saggio affine, del resto, a ' quello del quadro della col- j 1 lezione Gualino, ora alla Gal- j | leria Sabauda. Ma una delle | J opere più interessanti e pre- | ziose è lo squisito bozzetto | del Sonno di Endimione, la itela di Girodet (1767-1824) I che si trova al Louvre. I II Paesaggio con armenti ! dell'olandese Dirck van Bergen, ci richiama, con un salto di tempo, a Carlo Pittara, che non studiò soltanto gli « animalisti » svizzeri, primo l'Humbert, ma certamente anche i paesisti dei Paesi Bassi alla pinacoteca di Torino. Con lui, che vi ha cinque buoni quadri, ci ritroviamo alla « Fogliato », in mezzo a una schiera di pittori piemontesi che vanno dal Beccaria al Fontanesi, dal Calderini al Delleani, dai due Falchetti a Giani e a Grosso, dal Pasini a Lupo e a Maggi, dal Follini al Reycend; con qualche aggiunta d'autori di altre scuole. E in verità i fratelli Fogliato sono da ammirare per la loro abilità nel saper scovare ancora nell'ormai rarefatto mercato dell'Ottocento dipinti del livello della Strada dei campi (bozzetto del quadro della Sabauda) di Fontanesi. o del Ponte sul Curone di Pellizza da Volpedo. mar. ber.