Generale, due colonnelli e maresciallo imputati per la morte di un militare

Generale, due colonnelli e maresciallo imputati per la morte di un militare Il processo domani al Tribunale di Asti Generale, due colonnelli e maresciallo imputati per la morte di un militare (Nostro servizio particolare) Asti, 7 novembre. Un generale, due colonnelli, un maresciallo ed un impresario edile vengono processati domani dal tribunale di Asti perché ritenuti responsabili di omicidio colposo, di truffa ai danni dell'amministrazione militare, di falso ideologico aggravato. Sono il gen. Antonio Casertano, di 55 anni, residente a Padova, comandante della regione militare Nord-Ovest; il col. Antonino Greco, di 53 anni e il col. Pasquale Valentini, di 49 anni, entrambi in servizio presso la scuola di guerra di Civitavecchia; il maresciallo Nicola Del Raso, di 51 anni, abitante ad Asti; l'impresario edile Agostino Quattordio, di 56 anni, da Castellazzo Bormida. La vicenda risale al dicembre 1964, quando i tre ufficiali appartenevano al 21" reggimento fanteria « Cremona », di stanza ad Asti, il Casertano come colonnello comandante e gli altri due come tenenti colonnelli. Nel comprensorio della caserma « Colli di Felizzano », che ospita appunto il 21" fanteria, era in corso la demolizione di una palazzina, un tempo occupata dagli assuntori civili. L'incarico era stato affidato all'impresario Quattordio, che si era assunta anche la direzione dei lavori. Nel pomeriggio del 10 dicembre, alle 16,45, ima parte della palazzina crollava rovinosamente, travolgendo i soldati Giovanni Puggioni, di 21 anni, da Sassari; Leonardo Noie, di 22 anni, da Potenza e Domenico Casanova, di 20 anni, da Altamura (Bari). Il Puggioni giunse cadavere all'ospedale, mentre gli altri due militari, gravemente feriti, si ristabilirono dopo lunghe cure. Il col. Casertano, con la collaborazione dei ten. col. Greco e Valentini, svolse una inchiesta, i cui risultati furono trasmessi alla procura militare di Torino e alla procura della Repubblica di Asti. Nei rapporti si scrisse che il Puggioni, benché avvisato del pericolo di crolli, era penetrato nella palazzina di sua iniziativa, « per curiosità ». La procura della Repubblica di Asti non si accontentò di quelle sommarie indagini. Due magistrati vollero approfondire le cause della tragica fine del giovane soldato. Interrogati Domenico Casanova, Leonardo Noie ed altri soldati i magistrati vennero a sapere che era stato oidi- ì nato loro di procedere alla demolizione della palazzina. Mentre lavoravano avvenne il crollo. g. a.