La Terra formicaio

La Terra formicaio ANALISI La Terra formicaio (Siamo 3,6 miliardi, saremo 7,2 miliardi nel 2006) La Terra sta diventando un immenso formicaio. La popolazione mondiale aumenta di 138 unità al minuto; ogni ora ci sono da sfamare 8280 bocche in più. Secondo l'annuario demografico delle Nazioni Unite, siamo 3,6 miliardi; se l'attuale ritmo di incremento (2 Vo l'anno) non diminuirà, saremo 7,2 miliardi nel 2006. Si riduce lo spazio disponibile, l'ambiente è sempre meno confortevole. Ma si assottigliano soprattutto le risorse. Se non sapremo sfruttare le ricchezze degli oceani, che tuttavia sembrano inesauribili, rischieremo l'estinzione per fame. Alla fine del '70, le nascite saranno 123,4 milioni e le morti 50,8 milioni. La popolazione del globo aumenterà quest'anno di 72,6 milioni di abitanti, la cifra più alta mai registrata in tutta la storia dell'umanità. Kuwait e Costa Rica hanno il tasso di accrescimento demografico più forte; Germania Est e Ungheria il più debole. La Cina continentale, con 740 milioni di abitanti (14 volte l'Italia), è il paese più popoloso, seguita dall'India con 540 milioni, l'Unione Sovietica (240 milioni), gli Stati Uniti 203), l'Indonesia (116), il Pakistan (112) e il Giappone (102). Si moltiplicano le città tentacolari. Oltre venti capitali hanno più di tre milioni di abitanti. E' in testa Tokyo, con nove milioni, senza tener conto dei dintorni; seguono New York e Londra con circa otto milioni; Pechino, Mosca, Calcutta, Città del Messico, Parigi. Economisti, sociologi, «futurologi» si chinano a studiare le conseguenze dell'esplosione demografica. Si calcola che nell'era paleolitica gli abitanti del mondo fossero appena cinque milioni. All'inizio dell'età cristiana erano già 2"3 milioni. Sono triplicati in diciassette secoli, arrivando ai 600 milioni nella prima metà del Settecento. Hanno superato il miliardo cent'anni dopo, agli albori della prima rivoluzione industriale che doveva cambiare la faccia del mondo. Il progresso è stato finora più rapido del tasso di accrescimento (negli ultimi quindici anni abbiamo prodotto più energia di quanta l'umanità non abbia consumato da quando esiste), ma non uniforme: si muore di stenti, in alcune parti del pianeta, assai più che non due o tre secoli fa. La mortalità infantile, che i demografi considerano un indice dello stato di salute e del livello di vita d'un popolo, è ancora altissima in Africa (dal 10 al 20 per cento, a seconda dei paesi), mentre tende a scendere nelle nazioni più sviluppate: il più basso si registra in Svezia, con 1T,3 per cento. L'Africa detiene insieme i record della natalità e della mortalità. Il Dahomey è al primo posto nel mondo con 54 nascite ogni mille abitanti ed al secondo per i morti (26 per mille), dietro all'Alto Volta (28 per mille). L'annuario delle Nazioni Unite è ricco di statistiche curiose. Una riguarda gli illegittimi. In certe regioni dell'America Latina e nelle Antille, 70 bambini sui 100 nascono fuori del matrimonio. Si tratta in genere di paesi in cui le libere unioni sono tollerate dalla società. Le nazioni più puritane sono Egitto e Israele: meno dell'uno per cento dei nuovi nati viene alla luce fuori delle nozze consacrate. Un altro dato concerne la longevità della donna, che risulta superiore di 5-7 anni a quella dell'uomo in tutti i paesi del mondo. Svezia e Islanda, dove le donne possono contare di vivere fino a 76 anni, si contendono il primato delle vedove, seguita da Francia, Norvegia, Ucraina (75 anni). Nel Ciad, in Guinea e nell'Alto Volta la donna di trent'anni è invece già vecchissima: non vive in media oltre i 35. Di che muoiono in genere, uomini e donne? Di cancro e di malattie cardiache, nella maggior parte dei paesi industrializzati; di « senilità precoce », causa'a soprattutto dalla denutrizione, nei paesi in via di sviluppo. Alfonso Di Nola artctSartcueantLìthctdlmggiv

Persone citate: Alfonso Di Nola, La Terra