Un ex maresciallo armato di coltello e rasoio uccide la moglie e due cognate, poi si sopprime di Francesco Santini
Un ex maresciallo armato di coltello e rasoio uccide la moglie e due cognate, poi si sopprime Allucinante tragedia della follìa in un appartamento a Roma Un ex maresciallo armato di coltello e rasoio uccide la moglie e due cognate, poi si sopprime Da tempo l'uomo era malato - La strage, ieri mattina, preceduta da una discussione che sembrava banale - Un inquilino scende a precipizio le scale e grida: « Lassù si ammazzano » - Si sfonda la porta dell'alloggio: i corpi delle tre donne giacciono sul pavimento, straziati dalle coltellate - L'omicida, stringendo in pugno le armi, si barrica - Quando giungono due agenti, si squarcia la gola - Tenta di assalire i poliziotti, infine si accascia: muore mentre lo stanno trasportando all'ospedale (Nostro sei-vizio particolare) Roma. 5 novembre. Un ex maresciallo dei carabinieri, eli 62 anni, ha ucciso a coltellate la moglie e due cognate, poi si è tolta la vita. La tragedia è accaduta stamane in un edificio del quartiere Prenestino, all'estrema periferia della città, dove i casermoni di cemento penetrano nel verde della campagna romana. E' un fatto per ora inspiegabile. Il capo della squadra omicidi, uscendo con gli abiti sporchi di sangue dall'appartamento dove in quindici minuti s'è conclusa !a strage, ha detto: « Mai visto nulla di simile in venti anni di mestiere: sangue, dappertutto sangue. Tre stanze e cucina: un solo lago rosso. Non chiedetemi nulla: soiio un poliziotto, a parlare deve essere lo psichiatra ». Concordi i vicini di casa e bottegai della zona: « Una famiglia a posto, unita. Lui un uomo riservato, le tre sorelle legatissime. Tutto sembrava procedere in perfetto accordo ». Si può cosi ricostruire la vicenda. L'appartamento è al quarto piano di via Caianel- 10 39. Una casa in perfetto ordine, pulita: vi abita il maresciallo Antonio Margante con la moglie, Letizia, di 56 anni; la figlia minore, Adriana di 16 anni, e la cognata nubile, Adelina, sessantanovenne. Sempre nello stesso stabile, ma in un'altra ala, c'è la terza sorella, Francesca, di 58 anni, con il marito Arcangelo Tarquini, di 65; al piano di sopra, nello stesso palazzo, i due figli maschi del maresciallo: Franco, 27 anni, sposato da quattro mesi, e Giovanni, ventiquattrenne, studente all'università. Alle 10,10 di stamane, Francesca con il marito Arcangelo s'è recata, come ogni giorno, in casa del cognato per fare un'iniezione alla sorella nubile. La coppia è salita fino al quarto piano e dopo un breve saluto ai parenti, mentre la moglie preparava la siringa, Arcangelo Tarquini ha ridisceso le scale. Presso 11 portone dello stabile incontra il portinaio. Mentre i due stanno conversando, vedono scendere a precipizio l'inquilino Alfredo Pietroletti, 21 anni. « Lassù si ammazzano » grida. I tre salgono di corsa. La porta dell'appartamento è sbarrata: non si sente alcun rumore e, premendo il pulsante, il campanello non suona. I tre decidono di sfondare la porta. A spallate abbattono l'uscio: già nell'ingresso vedono le prime mae- chie di sangue. Il portiere e il giovane restano su! pianerottolo. Arcangelo Tarquini entra: in cucina vede a terra il corpo di sua moglie e quello delle due sorelle, straziate da colpi di coltello. Accanto a Letizia, che ha il capo quasi staccato dal corpo, c'è il cognato Antonio: è inginocchiato a terra, mormora: « Letizia, voglio morire », nella mano destra impugna un lnngo coltello a serramanico, stringe con la sinistra un rasoio. Antonio Morgante, alla visita del cognato, si alza in piedi e con il coltello cerca di colpirlo. « Vaitene — gli dice — o uccido anche te ». L'uomo fugge per le scale. Antonio Morgante non lo insegue, ma si barrica nella cucina dell'alloggio con i tre cadaveri. Accorre altra gente. Nessuno ha il coraggio di affrontare l'ex maresciallo, che grida frasi incomprensibili. Due agenti di polizia, per entrare nella cucina, passano dal balcone dell'alloggio e si trovano davanti Antonio Morgante: ha la gola squarciata, ma impugna ancora le due armi e si avventa contro di loro. Gli agenti si difendono con i manganelli. A bloccare il maresciallo sono due vigili del fuoco che, sfondata la porta della cucina, inondano di schiumogeno l'uomo, - che si accascia a terra, privo di forze. Antonio Morgante muore prima di arrivare in ospedale. « La spiegazione della tragedia si può trovare — ha detto il capo della mobile roi mana — in una follia improvvisa ». Il medico legale, prof. Marracino, ha provato a ricostruire, sulle dichiarazioni raccolte dalla polizia, la personalità di Antonio Mor| gante. E' forse alla base di tutto una trombosi cerebrale che nel giugno dell'anno scorso aveva costretto l'ex sottufficiale a lasciare il servizio. Dopo una malattia di oltre un mese, il maresciallo Morgante non era più tornato l'uomo di prima, « un uomo tranquillo che chiamavamo scherzosamente il "reverendo" — spiegano i suoi ex colleghi — perché in una recita aveva sostenuto la parte di un prete con grande bravura ». » La sua voce era divenuta afona ed egli non si muoveva più con l'agilità di un tempo. La malattia lo aveva costretto in casa dove, uomo abi¬ tuato a comandare, si rendeva conto d'essere d'impaccio. Doveva poi subire il carattere forte della cognata nubile, Adelina, che fin dai primi anni di matrimonio s'era sostituita alla sorella, che faceva l'infermiera, nella conduzione del ménage e nell'educazione dei tre figli. Stamane — lo dicono alcuni inquilini dello stabile- — già alle 7 s'era udita nell'appartamento dei Morgante una discussione, ma sembrava nascere da uno screzio senza importanza. La strage di via Caianello ha sconvolto il IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIMIIIIIIIIIIII quartiere Prenestino. Ancora stasera decine di persone sostano dinanzi all'ingresso dello stabile: commentano la tragedia. Nel quartiere si sente dire che Antonio Morgante, prima di recidersi la gola, avrebbe vibrato trenta coltellate. Lo afferma un giovane, Alberto Agati, che dalla finestra di casa sua ha potuto assistere a quanto accadeva nell'appartamento di fronte. , « Per ultima ha ucciso la moglie. Letizia Morgante — racconta il giovane — con il volto insanguinato è uscita sul balcone per invocare aiuto. Afferrandola per le braccia, il marito l'ha trascinata dentro. Per decine e decine di volte ho visto la lama penetrare nel suo petto ». « Mio cognato e mia sorella si volevano molto bene — ha dichiarato alla polizia Pietro Durbano, di 54 anni —. Tra loro mai uno screzio, un matrimonio dì vero amore. Si conoscevano da sempre, siamo tutti dello stesso paese. Arsoli. Sì erano fidanzati a Roma, dove prima della guerra ci eravamo trasferiti ». Francesco Santini Roma. Antonio Morgante
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