Incontro di seimila giovani che hanno spalato il fango

Incontro di seimila giovani che hanno spalato il fango Il grande raduno ieri al Palasport di Genova Incontro di seimila giovani che hanno spalato il fango Sono intervenuti anche molti anziani per respirare un po' di atmosfera giovanile I ragazzi che hanno lavorato nei giorni dell'alluvione, avevano rifiutato medaglie commemorative - « L'importante è che si siano accorti del nostro lavoro » (Dal mostro corrispondente) Genova, 4 novembre. Mentre sul palcoscenico allestito al palazzo dello sport cantanti e complessi, per una intera giornata, hanno dato vita ad un avanspettacolo di terz'ordine, oltre seimila giovani genovesi si sono ritrovati, a meno di un mese dall'alluvione. Si sono riallacciate amicizie nate in mezzo al fango, si è parlato dei problemi della nuova generazione. Si è discusso, tra un fischio e un applauso, sui modi migliori per aiutare Genova. Non tutti coloro che hanno partecipato a quello che, nelle intenzioni, doveva essere un « happening » stile isola di Wight, hanno davvero spalato fango. Ma all'ingresso del palazzo dello sport, nessuno chiedeva il certificato: e fra i giovani, spalatori e no, c'erano anche molti anziani, che non sapendo come passare il pomeriggio di festa, sono andati al « Palasport » per respirare un po' di atmosfera giovanile. Nei giorni scorsi erano state fatte varie proposte, per ricordare l'impegno dei giovani genovesi nell'aiuto a negozi, artigiani, abitanti delle zone invase dalle acque dei torrenti straripati il 7 e l'8 ottobre: ma i ragazzi avevano respinto l'idea di medaglie commemorative e monumenti perché, ha detto uno di loro stasera, « non servono. L'importante è quel che abbiamo fatto, e che gli altri si siano accorti del nostro lavoro. Presto o tardi se ne dimenticheranno, e non saranno certo i monumenti a rinfrescar la memoria ». La fiera di Genova, però, ha voluto mettere a disposizione dei giovani, per un'intera giornata, il palazzo dello sport: qui, dalle 9 alle 18 si è svolto il raduno. Sul palco, allestito ad un'estremità della pista, si sono alternati giovani complessi, cantanti, aspiranti attori: per tutta la mattinata si è svolta una specie di «corrida» (lo spettacolo radiofonico nel quale l'esibizione è approvata o bocciata con un fischio o un applauso): ha cantato perfino una bambina di sette anni, Pinuccia Rinaldi. Nel pomeriggio si è visto anche il campione del mondo di pugilato Bruno Arcari, mentre l'esibizione dei complessi e dei cantanti (questa volta senza concorso) è stata chiusa dal balletto della compagnia goliardica «Baistrocchi» (le danzatrici, con petti villosi e muscolosi polpacci, erano in realtà robusti giovanotti). Il pubblico si è diradato nell'ora di colazione (anche se i giovani erano stati invitati a portarsi il pranzo « al sacco»), ma i quaranta quintali di mele e pere offerti dai grossisti del mercato di corso Sardegna (« per ringraziare i giovani che ci hanno tanto aiutato in quei giorni») sono stati consumati quasi completamente, e in parte utilizzati per qualche scaramuccia a base di torsoli), insufficienti invece, le bevande: la aranciata, che i giovani erano invitati a bere a volontà, alle undici del mattino era già finita. Mentre sul palco, oltre ai complessi, qualcuno saliva per prendere la parola («mentre siamo qui a divertirci — ha detto un giovane barbuto — c'è chi muore per la libertà »; « bisogna coprire integralmente il Bisagno — ha detto un signore con i capelli bianchi, Lorenzino Lombardi — io ho pronti i progetti » ) ; sulle gradinate del « Palasport » i giovani che si erano conosciuti nei giorni dell'alluvione in mezzo al fango si ritrovavano, oggi molti con i vestiti della festa: « in fotido — ha detto un ragazzo — l'alluvione, è servita: ha dimostrato quello che noi giovani possiamo fare ». Un giovane con i capelli fino alle spalle ha aggiunto: « i grandi si so no accorti che i capelli lunghi non contano. Lunghi o corti, abbiamo tutti lavorato alacremente ». E il raduno di oggi, a cosa è servito? « Qui ho trovato lei — dice'il "capellone", che ha quindici anni, indicando una ^ragazzina sui quattordici seduta vicino a lui — e'ho capito di non essere solo ». La ragazzina aggiunge: « Quello che abbiamo fatto durante l'alluvione è servito soprattutto a noi. Abbiamo capito ai cosa siamo capaci. Ho visto dei ragazzi che stavano tutto il giorno a far niente; delle "snob" scendere nel fango e lavorare meglio di me »: f. d.

Persone citate: Baistrocchi, Bisagno, Bruno Arcari, Lorenzino Lombardi, Pinuccia Rinaldi, Wight

Luoghi citati: Genova