I "poveri,, di Stoccolma di Sandro Viola

I "poveri,, di Stoccolma SORPRENDENTI RISULTATI DI UN'INDAGINE DEL GOVERNO I "poveri,, di Stoccolma In Svezia (dove gli indici del costo della vita sono altissimi) l'operaio che guadagna 850-1150 lire l'ora è compreso nella fascia dei « bassi salari » - Secondo una commissione ufficiale, il 32 cio dei lavoratori rientra in questa categoria - Il suo rapporto peserà in modo forse decisivo sulle trattative di metà novembre per il rinnovo dei contratti (Dal nostro inviato speciale) Stoccolma, 2 novembre. Uno smilzo fascicolo con la copertina blu, stampato in ciclostile, peserà in modo decisivo nella trattativa di metà novembre ira sindacati * e datori di lavoro per il rinnovo dei contratti collettivi. Si tratta d'uno studio di cinquanta pagine sui bassi salari in Svezia, condotto da una commissione che comprendeva membri delle Tracie Unions, dell'associazione padronale e dell'amministrazione dello Stato. E se non è un'inchiesta sulla povertà svedese (la povertà di tipo classico risulta praticamente debellata nelle strutture d'un welfare state efficiente e moderno), è tuttavia un documento piuttosto severo sulle differenze sociali che sussistono in Svezia dopo tre decenni di socialdemocrazia. Il «morso fiscale» Secondo ì dati raccolti dalla commissione, circa un terzo dei lavoratori svedesi si addensano nella fascia dei salari medio-bassi e bassi. Il 32 per cento sta al di sotto del limite di 9.60 corone l'ora, a partire dal quale la commissione parla di « bassi salari »; e '2 metà di questi non supera le 7 corone l'ora. Retribuzioni da 1150 e da 850 lire l'ora non sarebbero considerate basse in altre situazioni, e per esempio in Italia. Ma lo sono~ in Svezia, dove gli indici del costo della vita sono assai alti e dove il taxation bite, il « morso » fiscale, incide più a fondo che in qualsiasi altro paese europeo. La parte descrittiva dello studio si incarica infatti di dimostrare come guadagnare poco non permetta, neppure in Svezia, di vivere su livelli decenti. Certo, la Svezia resta il paese capitalista dove il ventaglio dei redditi è più stretto: basta pensare che quando i guadagni toccano certe aliquote (per esempio le 150 mila corone, diciotto milioni di lire, di un primario medico) il fisco ne preleva circa due terzi, e li preleva sul serio, a tutti, senza scampo per i furbi o i potenti. Ma ciò non toglie gravità al problema dei bassi salari, anche perché il rallentamento della grande spinta riformistica degli Anni Cinquanta, e i recenti sintomi d'inflazione, gli hanno dato una nuova e più scabrosa evidenza. Alla Lo. la grande confederazione operaia, si dà per scontato che il punto centrale delle trattative di metà novembre sarà proprio il problema dei bassi redditi. Ma dietro questa affermazione del sindacato socialdemocratico ci sono una serie di fatti nuovi che potrebbero avere non poca influenza sulla famosa « pace sociale » svedese. Vediamoli, perché è da essi che potrebbe scaturire un turbamento generale di quell'equilibrio dei rapporti che ha costituito sinora la caratteristica dell'ammiratissimo « modello svedese ». Nuova solidarietà Innanzitutto, ci dicono i responsabili del settore gio' vallile del partito socialdemocratico (il cui peso è sempre crescente), « una nuova solidarietà » si sta creando -nelle organizzazioni di base del partito e del sindacato nei confronti dei lavoratori meno fortunati.-« Il vecchio riflesso corporativo », spiega un giovane dirigente. « sembra attenuato. Ormai i lavoratori sono sensibili non solo ai problemi della categoria, ma ai temi generali, e quello di alcune centinaia di migliaia di persone che vivono al di sotto degli standard minimi è oggi uno dei più sentitiQuando la Lo promette di dar battaglia su questo problema non fa che raccogliere gli umori della base, la quale non ignora che la maggior parte dei finanziamenti del partito socialdemocratico vengono dalla Lo e quindi da se stessa ». Questa solidarietà di classe, da movimento operaio con caratteristiche diverse da quello svedese, non è la sola novità di questi ultimi tempi. Cè alirc. Per esem-i pio il nuovo ruolo del partito comunista, la sostanziale necessità per il governo socialdemocratico deliappuggic dei 17 deputati comuni- sti che siederanno nel Parlamento unicamerale dal primo gennaio '71. Questo nuovo ruolo ci è stato così illustrato dal segretario del partito, il signor Carlsson: « I nostri rapporti coi socialdemocratici si presenteranno nei prossimi tre anni-, quanto durerà la legislatura, sotto questa duplice forma: una sorta di alleanza in Parlamento e soprattutto un progressivo avvicinamento tra le nostre basi. Quest'ultimo punto, anzi, ci pare il più impegnativo e interessante ». Una nuova solidarietà di classe tra i lavoratori, dunque, è il ruolo da protagonista che il pc avrà nella stabilità politica del paese. A questi due fattori deve esserne aggiunto un terzo: la trattativa dei sindacati dovrà avere quest'anno obbiettivi più difficili che negli altri anni. In molti degli appuntamenti, che Unions e padronato si sono dati in Svezia negli ultimi due decenni, i dirigenti delle confederazioni sindacali avevano condotto battaglie anche accese per lasciare le cose tali e quali com'erano. Si trattava, cioè, in vista o subilo dopo l'imposizione di nuove tasse (quella fiscalità pesantissima cui si deve il grande apparato delle riforme sociali svedesi), di ottenere dai datori di lavoro gli aumenti necessari a coprire le perdite causate dalla nuova tassazione. Il confronto si risolveva, in pratica, nella pura conservazione del potere d'acquisto dei salari e degli stipendi. Quest'anno sarà diverso. Da una parte la leggera spirale inflazionistica chiederà ai sindacati lo sforzo di coprire non solo le nuove tasse imposte a metà ottobre, ma anche l'erosione del potere d'acquisto causata dalle variazioni avvenute nella circolazione monetaria. Dall'al- tra il clima politico determinatosi a cavallo delle ultime elezioni imporrà uno scontro (che non è difficile prevedere assai aspro) sul problema dei bassi salari. Non bisogna dimenticare che la campagna elettorale dei socialdemocratici era stata tutta basata sull'abo¬ lizione delle differenze sociali, sulla prospettiva d'un maggiore impegno socialista nella conduzione del paese. E sono noti i rapporti tra la Lo e il partito, il vecchio slogan dei sindacalisti svedesi (« Quando non riusciamo a ottenere qualcosa con le trattative, la otteniamo con la legislazione»). L'appuntamento Tutti questi elementi rendono incerto l'appuntamento del 18 novembre tra sindacati e datori di lavoro. Nessuno esclude che si possano ripetere i fatti che l'anno scorso hanno determinato il primo salto di qualità nell'equilibrio delle forze sociali del paese, vale a dire gli scioperi selvaggi di Kxruna e di Goteborg. Il quadro economico-finanziario è appesantito da una serie di fenomeni (blocco dei prezzi dopo un anno di aumenti vertiginosi, difficoltà delle piccole industrie, necessità di mantenere intatta la competitività delle industrie di esportazione), e il confronto politico si è fatto meno platonico di come era stato per tanti anni. I comunisti spingono per una nazionalizzazione delle industrie, i giovani socialdemocratici predicano contro i « ricchi », il governo si è già posto in politica internazionale su posizioni di « non ritorno » in senso socialista vero, cioè antimperialista. Che cosa accadrà se la confederazione padronale dovesse resistere a una ulteriore riduzione dei profitti industriali? Sandro Viola Stoccolma. Attesa notturna in una sala della Stazione Centrale (Foto Mauro Valinotto)

Persone citate: Carlsson, Foto Mauro Valinotto

Luoghi citati: Italia, Stoccolma, Svezia