Londra per la pace in Medio Oriente chiede il totale ritiro degl'israeliani di Carlo Cavicchioli

Londra per la pace in Medio Oriente chiede il totale ritiro degl'israeliani Nuovo piano del ministro degli Esteri Home Londra per la pace in Medio Oriente chiede il totale ritiro degl'israeliani Il governo conservatore si schiera sulle posizioni dell'Urss e, degli Stati arabi: non offre in pratica alcuna contropartita - Negative reazioni a Tel Aviv (Nostro servizio particolare) Londra, 31 ottobre. Con una scelta di tempo che ha lasciato perplessi e stupiti gli osservatori politici, Sir Alee Douglas Home, ministro degli Esteri britannico, ha prospettato oggi un nuovo atteggiamento del governo inglese sulla crisi del Medio Oriente e sui modi di risolverla. Ha suggerito il ritiro di Israele da tutti i territori occupati, incluse le strategiche alture di Golan tolte alla Siria; in cambio, le nazioni arabe dovrebbero accettare un formale « stato di pace» nell'area. Sir Alee ha parlato di un « rilancio » dell'iniziativa di pace sulle linee della risoluzione del 1967 caldeggiata da Londra, ma taluni giornali non conservatori, e in particolare il domenicale The Observer, ravvisano nelle sue dichiarazioni gli estremi di un vero e proprio nuovo piano che porrebbe la Gran Bretagna molto più vicino che in passato alla soluzione della crisi auspicata dagli egiziani e dall'Unione Sovietica. Secondo Z'Observer, il «piano» avanzato dal ministro in un discorso tenuto ad un raduno del partito conservatore ad Harrogate, segna l'inizio di una attività briI tannica più intensa e indij pendente sul problema me| diorientale, in appoggio àd una politica elaborata congiuntamente da Douglas Home e dal premier Heath « con l'obbiettivo immediato di migliorare le relazioni con gli Stati arabi adottando "approcci più realistici", pur conservando parallelamente l'amicizia con Israele ». Ma non sono scopi facili da raggiungere; Israele non può vedere passivamente la bilancia dei favori inglesi traboccare verso i suoi nemici, e le prime reazioni a Gerusalemme sono irritate. Si rileva inoltre che il discorso di Douglas Home è slato intempestivo perché precede di tre giorni soltanto la visita a Londra del premier israeliano Golda Meir per consultazioni al Foreign Office e col primo ministro britannico, precisamente sulle questioni che formano la base dell'odierno annuncio. Ad Harrogate. Sir Alee ha detto che il gabinetto « non può appoggiare nessun programma che coinvolga la sparizione dello Stato d'Israele », ma è slato assai vago sulle garanzie che gli arabi dovrebbero dare in caso di ritiro dai territori occupati. Nessun estraneo dovrebbe prescrivere i precisi confini futuri, egli ha spiegato, ma ha avanzato le seguenti indicazioni di massima; ritorno alle vecchie frontiere internazionali tra" Israele ed Egitto; speciali intese sulla fascia di Gaza, che tengano conto dell'enorme concentrazione di profughi nel settore; ritorno alla situazione antecedente l'armistizio del '67 tra Israele e Giordania, con « mutamenti minori »; ritorno al vecchio confine Siroisraeliano una volta che la Siria abbia accettata la risoluzione del Consiglio di Sicurezza del 1967. Quanto a Gerusalemme, «la complessità del problema e la profondità dei sentimenti su questa città sono tali da rendere difficile un compromesso; ci vorrà qualche accordo sulla libertà di accesso e la protezione dei Luoghi Santi, ma questo sarà di necessità uno degli ultimi problemi da affrontare ». Carlo Cavicchioli

Persone citate: Alee Douglas Home, Douglas Home, Golan, Golda Meir