Agostini è sempre il migliore (ma gli applausi vanno a Bergamonti)

Agostini è sempre il migliore (ma gli applausi vanno a Bergamonti) Agostini è sempre il migliore Il 6. P. di Monza conferma la superiorità del pilota iridato (ma gli applausi vanno a Bergamonti) « Mino » senza rivali nella « 500 » e nella « 350 » ha riconquistato i titoli mondiali - Bergamonti, due volte secondo, si è inserito con autorità nel solito duello Agostini-Pasolini - La tattica di squadra della MV ha dominato la corsa ed entusiasmato il pubblico dal nostro inviato Monza, lunedì mattina. Se due campioni fanno successo, tre spopolano addirittura. Agostini e Pasolini, i rivali di sempre, hanno accolto nel ruolo •■di co-protagonista Angelo Bergamonti dando vita ieri a Monza a due gare fantastiche, come da tempo non si vedevano più nelle massime cilindrate. Ha vinto Agostini a conferma di una classe indiscutibile, accentua¬ ta nei confronti di Bergamonti da un'esperienza specifica sul mezzo meccanico, alla quale si accompagna senz'altro l'eccellenza della « 3 cilindri » Mv. Pasolini ha lottato con una tenacia incredibile, preso nella morsa tra i due avversari, ed ha ottenuto senz'altro il maggior successo di popolarità proprio per quel ruolo di sconfìtto perenne cui lo obbliga ora maggiormente la presenza di Bergamonti. « Mino » ha trionfato letteralmente nella 500 ce, vincen¬ do nella classe inferiore con bella sicurezza. Pasolini ha ottenuto gli applausi nel suo ruolo di simpatico sconfìtto, d'accordo, ma il consenso maggiore il pubblico ha voluto riservarlo a Bergamonti. Un po' come pur seguendo Ickx o Giunti il tifoso «ferrarista» ha scoperto volentieri domenica scorsa Regazzoni, così l'appassionato di moto, che poi in gran parte dei casi è il medesimo, ha voluto constatare quanto valesse Bergamonti per poi applau¬ dirlo al pari di un vincitore. Il personaggio è conosciuto in Milano per la « passionacela » che lo ha portato a correre su tutte le piste d'Europa con moto mai troppo efficienti (.quelle che filavano veramente erano fuori dalla sua portata finanziaria), a rischiare e pagare di persona cor. alcuni incidenti che avrebbero convinto chiunque altro a smettere ormai da tempo. E invece eccolo qui, finalmente in vetta, al traguardo della Mv, uno dei pochi come il Monza. I tre «grandi» in fila: qui è Bergamonti a guidare, davanti ad Agostini (n. 1) e Pasolini. Nel riquadro il conte Agusta abbraccia felice dopo l'a. rivo i du. al (ieri della MV, Agostini e Bergamonti, dominatori delle 550 e 500 ce motociclismo attuale consenta, malgrado il desiderio dichiaratamente contrario di Agostini. Per quale ragione Agostini non voleva né lui né altri nella squadra « Mv » è presto detto. Con due macchine che I fini scono prima e seconda la i' superiorità del mezzo meccanico è verificata, con una soltanto si può giocare in maggior misura sul fattore | umano, far risaltare le proprie doti prima delle caratteristiche di pistoni e cilindri. A « Mino », che è un eccellente impresario di se stesso, il particolare non è mai sfuggito e finché c'è riuscito ha convinto il suo patron a seguire i suoi desidesi. Adesso il conte Agusta ha fatto di testa sua, convinto probabilmente di perdere il corridore da un momento all'altro (quando la prima offerta da una casa automobilistica sarà particolarmente allettante) e con Bergamonti ha risolto il problema anche nei confronti di Agostini. A trentun anni il pilota milanese cerca una sistemazione definitiva e logicamente si adegua con disciplina agli ordini di scuderia, applica con intelligenza il gioco di squadra in favore del proprio capitano. E cosi sarà finché Agostini resterà tale. Ieri nella « 350 ce » Bergamonti è rimasto attardato da una partenza sbagliata. Ha inseguito con la massima decisione per cinque giri e quando si è portato su Pasolini e Agostini è balzato immediato al comando per stancare il pesarese. Al decimo giro Pasolini ha mollato, stroncato da un ritmo insostenibile per la sua Benelli, e Bergamonti ha subito ceduto il comando ad Agostini mantenendosi ad elastico fra ! il compagno e il rivale pronto a tamponarne un improba- j bile ritorno. Diversa la tattica nella « 500 ce » dove entrambe le MV hanno avuto una partenza disastrosa. L'inseguimento nel gruppetto di macchine ben partite è riuscito perfettamente ad Agostini, meno bene a Bergamonti che non è mai arrivato a ricongiungersi alla coppia Pasolini-Agostini installatasi subito al comando. Agostini ha subito le sfuriate di Pasolini fino a metà gara, poi è passato decisamente all'attacco cercando di fare « saltare » l'avversario con punte di velocità insopportabili dal motore della Benelli. Puntuale il crack è venuto' al ventesimo giro, all'uscita di Lesmo. «Mino» ha finito sullo slancio verso il successo. Con Bergamonti puntuale all'appuntamento col secondo posto.

Luoghi citati: Bergamonti, Europa, Lesmo, Milano, Monza