Probabile confronto tra i due amici dello studente ucciso dal marchese di Livio Zanotti
Probabile confronto tra i due amici dello studente ucciso dal marchese Indagini della magistratura sulla strage di Roma Probabile confronto tra i due amici dello studente ucciso dal marchese Il Marangoni ha fatto dichiarazioni secondo cui il Facchini, Anna Fallarino e il suo amante avrebbero ricattato il patrizio - Per questo ha sparato e si è ucciso? - II Minorenti aveva fatto parte di squadracce fasciste servizio particolare Roma, lunedì mattina. Sul giallo di via Puccini si riaprono le indagini. Niente di ufficiale. Ma si è saputo che il magistrato incaricato della vicenda sta disponendo un confronto tra Cesare Marangoni e Aurelio Facchini, i due amici di Massimo Minorenti che furono vicini al giovane e alla marchesa Casati Stampa fino a pochi istanti prima del delitto. Il sostitututo procuratore della Repubblica, dott. Scorza, ha ripreso in mano tutti i verbali di interrogatorio compilati dalla polizia e ha nuovamente rinviato la decisione di togliere i sigilli al superattico di via Puccini. L'appartamento della tragedia è sempre piantonato da due agenti; e da ieri sera anche l'abitazione della jugoslava Zorika Milosevic, che fu l'amante di Massimo Minorenti, è sorvegliata dalla polizia. In questura, il vicecapo della squadra mobile, dott. Ferrante, ha trascor¬ so la domenica al lavoro. Si ricomincia da capo. La domanda alla quale bisogna dare risposta è perché Camillo Casati ha ucciso e poi si è tolto la vita. La scoperta del diario intimo del marchese, con le rivelazioni sulla sua spregiudicata vita coniugale, e le centinaia di foto audaci della moglie, avevano fatto credere che tutto fosse chiaro: un torbido dramma passionale e basta. Poi si è saputo che in casa dei marchesi Stampa entravano personaggi di ogni genere, soprattutto di quelli che meno ci si sarebbe aspettati di incontrare in un salotto aristocratico ; che Massimo Minorenti alternava pericolosi giochi d'amore ad imprese teppistiche con le squadracce fasciste all'università; che i suoi amici Cesare Marangoni e Aurelio Facchini non rifuggivano dall'avventura. La materia su cui indagare non manca. Erano anni che Camillo Casali trascriveva il diario delle sue giornate, senza tralasciare nulla, nemme¬ no i momenti più scabrosi delle ore -notturne. Sembra che oltre al taccuino foderato di marocchino verde del quale si è molto parlato, ce ne siano altri, tutti riempiti, pagina dopo pagina, con il medesimo scrupolo. In questi', appunti si trovano centinaia di nomi, di cifre, di circostanze. Si dice che tra i personaggi invitati alle feste particolari dei marchesi Casati Stampa di Soncino ricorra frequentemente il nome di un presentatore della televisione, indicato per esteso. Si parla di gente del cinema e della canzonetta, di un regista non proprio sconosciuto, che sarebbe stato legato ad Anna Fallarino. Ma fin qui si tratta soltanto di voci. Anche per questo, l'indagine deve andare fino in fondo e. sciogliere ogni dubbio. Perché è necessario non far accadere nuovamente qualcosa che è già accaduto: che lo scandalo violi la vita privata di persone che alla giustizia non hanno nulla da rendere. Non le sembra un eccesso di comprensione pretendere soltanto una rettifica da chi le ha attribuito un'accusa di ricatto nei confronti del Facchini? Avevamo chiesto sabato al Marangoni, che ci aveva risposto: « Sì, ci sto pensando ». Ma ieri, sul quotidiano che aveva pubblicato quelle dichiarazioni, non- è apparsa nessuna rettifica. Né il Facchini ha reagito all'accusa, almeno finora: « Devo studiare la situazione, poi farò tutto quanto è necessario per difendere il mio assistito ». ci ha detto il suo avvocato, Giuseppe D'Adduzio. Le accuse del Marangoni, nelle quali si lascia intendere che Anna Fallarino, Massimo Minorenti e Aurelio Facchini fossero più o meno d'accordo pe» ottenere dal marchese Camillo una grossa cifra, minacciandolo di rivelare la sua vita intima, restano in piedi. Ma per qualcuno non bastano. Le immagini audaci della marchesa non erano sconosciute tra gli amici di famiglia e anche sulle particolari inclinazioni sessuali del marchese qualcosa era infine trapelato. La minaccia di rivelare tutto ciò non poteva quindi intimorire il marchese oltre certi limiti e comunque non fino al punto di indurlo al delitto. Gli investigatori sostengono che bisogna tenere conto del carattere imperioso e possessivo di Camillo Casati per capire. Resta, tuttavia, il sospetto che se ricatto vi è stato questo potesse essere sostenuto da altri e più forti argomenti. Quali nessuno sa dirlo. Dovranno essere le indagini a fare luce sull'intera storia. E di un'indagine, stavolta di tipo amministrativo, si parla anche per quanto ri¬ guarda le tasse pagate dal marchese Casati Stampa di Soncino. Si è saputo che il 16 aprile 1968, il comune di Roma aveva portato a 12 milioni — da circa 2 milioni dell'anno precedente — l'imponibile di Camillo Casati. Livio Zanotti
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