Capitali stranieri di Renato Cantoni

Capitali stranieriSTATISTICHE E SEGRETO BANCARIO Capitali stranieri L'Italia non e certo il pae delle statistiche lé tan- o meno il paese dove è ossibile lare delle buone atistiche. Nonostante gli orzi dell'I stai dobbiamo fae spesso un grande lavoro immaginazione per interretare molti dati. Basti, ad sempio, citare lì statistihe sul movimento dei foreieri rilevalo nei diversi unti d'ingresso del paese, he non possono che essere argamente approssimative, quelle delle entrate valuarie elencate sotto la voce turismo » che provengono alle denunce degli istituti i credito e che sono però carenti perché sotto queta voce si trovano mescoate altre entrate valutarie i origine finanziaria e non possono tenere conto dele transazioni « libere ». Proprio in questi giorni ono circolate notizie d'agen- ia su di una indagine Istat u"a situazione patrimònio.e delle « grandi imprese » n Italia. Da questa si desume che la partecipazione traniera al capitale delle randi società, a fine eserizio 1968. ammontava a 972 miliardi di lire,, pari al 17 er cento circa del capitale omplessivo delle società saminate. Dati sconcertanti L'indagine e stata condota su 470 società, cioè su utte quelle quotate in Bora e su altre che avevano un capitale di almeno 3 miiardi o un fatturato di almeno 10 miliardi. In totale ueste rappresentano il 60 per cento circa del valore nominale di tutte le società per azioni italiane. E' assai più di un campione, perciò. Risulta che. su 470. solo la metà (esattamente 236) sono interamente controllate da italiani. Sono cifre che a una prima lettura lasciano perplesi perche occorre tener cono della forte incidenza nel settore italiano » delle imprese interamente controllae dalla mano pubblica e che ingrandiscono ancor di più il fenomeno. In sostanza la proprietà privata itaiana sarebbe oggi in cospicua parte in mano a stranieri. L'Istat comunica però altri elementi che permettono di fare qualche riserva su questi dati sconcertanti. Facendo 100 il totale degli investimenti esteri, risulta che l 36,7 per cento è svizzero, l 24.5 appartiene a paesi extra-europei, il 21,7 ai paesi del Mec e il rimanente 17,1 a residenti in altri paesi europei. Per i paesi extra-europei non vi è nulla da dire. Appartengono a questa categoria tutte le società americane che. soprattutto nel campo chimico-petrolifero, hanno grossi e ben conosciuti interessi in Italia. In ogni caso sarebbe facile conoscere la proprietà finale di queste interessenze perché negli Usa non esiste il segreto bancario e si possono ottenere tutte le informazioni possibili. Per i paesi del Mec occorre fare una distinzione fra Belgio. Olanda. Francia, Germania e il minuscolo Lussemburgo. In que: st'ultimo Stato sono proliferate negli ultimi'anni molte società holding, indispensabili per rendere più scorrevole il commercio internazionale e per surrogare alla carenza di una legislazione socie taria multinazionale. Può darsi perciò che sotto questa voce siano comprese partecipazioni che in ultima analisi sono di pertinenza italiana. t Le società "holding" Per i paesi europei al di fuori del Mec non vi è mollo da dire perché solo pochi gruppi italiani hanno interesse a servirsi di questa via per mascherare le loro partecipazioni azionarie. Tutto ciò è irrilevante se lo si paragona alla voce « Svizzera ». Tenendo fede ai dati ufficiali risulterebbe che più di un terzo degli investimenti esteri in Italia, pari a un ventesimo dell'intero apparato societario italiano, appartiene a persone fisiche o giuridiche elvetiche. E' un risultato che non può essere accettato nemmeno dalle persone più sprovvedute. In realtà buona parte di queste partecipazioni appartengono a cittadini italiani. La mancanza di una definì- In Italia la partecipazione estera nelle grandi società ammonta (fine '68) a 972 miliardi di lire, il 17 per cento del capitale complessivo delle aziende esaminate - Al primo posto figura la Svizzera, ma una buona quota dei suoi investimenti appartiene, in realtà, a cittadini italiani 17,1 Z ALTRI PAESI EUROPEI 36.7 X SVIZZERA \PAESI EXTRAJa ■EUROPEI^ 217 MEC da parte di clienti stranieri Dal 1956. anno dell'attua zione della legge Tremelloni sulla perequazione tributa ria, a oggi, gli studi profes stonali italiani si sono sem pre più specializzati nell'impostazione della proprietà societaria e quasi sempre nelle nuove iniziative figura la componente estera. Non è perciò realistica la percentuale rilevata dall'Istat per molte partecipazioni se non paradossalmente, quale con¬ Sul totale degli investimenti esteri nelle grandi società in Italia (quelle quotate in Borsa e altre con almeno un capitale di 3 miliardi di lire o con fatturato di 10), il 36,7^0 risulta svizzero; il 24,5 appartiene a paesi extra-europei; il 21,7 ai paesi del Mec e il 17,1 a residenti in altri paesi europei Uva legislazione tributaria e l'incertezza per il futuro ha spinto imprenditori e investitori a proteggersi, facendo figurare come proprietaria di parte almeno dei loro beni una società o una banca elvetica, o del Liechtenstein che è lo stesso. In Svizzera il segreto bancario è gelosamente difeso e questo le ha fruttato un colossale impulso delle transazioni finanziarie e l'apertura di decine di migliaia di conti troprora delle difficoltà in cui si dibattono in Italia tanto il Fisco quanto gli imprenditori in mancanza di una efficiente legislazione tributaria. La pressione tributaria è d'altronde diventata intollerabile in molli paesi del mondo e ne è prova la proliferazione di « paradisi fiscali » fuori dal nostro continente. Non si può perciò accusare la Svizzera di essere la principale responsabile delle evasioni fiscali perché anche senza di essa vi sarebbero molte altre possibilità di occultamento. Basti pensare, alla Liberia e a Panama per le navi, a Curagao e alle Bahamas per le istituzioni finanziarie, ad altri punti franchi per altre operazioni. Occorre ammettere che l'onestà fiscale si è in questi ultimi anni deteriorata in tutto il mondo e che la libertà di circolazione delle merci e dei capitali, oltre a produrre positivi risultati, pone anche delicati problemi di carattere fiscale che debbono essere intelligentemente risolti. Renato Cantoni