Quasi la metà dei preti italiani sono per il celibato facoltativo

Quasi la metà dei preti italiani sono per il celibato facoltativo Il computer rivela gli orientamenti del clero Quasi la metà dei preti italiani sono per il celibato facoltativo IIIMO/W* Il I su* li* ti * m . i .x . . .. ..i 11 10-20'; si sposerebbero se la Chiesa abolisse il vincolo; il .10', accettano il celibato « pur con le sue difficoltà » ; il 10-20'7y lo vivono « in modo drammatico » - Le conclusioni delle indagini sono spesso in contrasto con quelle della Conferenza episcopale - La difficili rapporti solitudine del prete, tra sacerdoti, il loro scarso interesse culturale ( Nostro servizio particolare) Roma, 30 ottobre. 11 computer s'è pronunciato. Da trenta a cinquanta sacerdoti italiani ogni cento sono favorevoli al celibato facoltativo. Da dieci a venti forse si sposerebbero se la Chiesa latina abolisse l'attuale vincolo. Trenta accettano il celibato oblibatorio « pur con le sue difficoltà »; da dieci a venti lo vivono « in modo drammatico » mentre dieci su cento lo giudicano « problema del tutto secondario ». Questi dati emergono dalla massa statistica d'ogni genere che correda la prima inchiesta organica, in senso assoluto, sugli orientamenti e le attese del clero italiano che don Silvano Burgalassi, direttore del « Centro di ricerche socio-religiose » di Pisa, ha raccolto nel volume « Preti in crisi? » edito in questi giorni da « Esperienze » di Possano (Cuneo). Don Burgalassi, docente di sociologia nella Pontificia università lateranense e alla « Pro Deo », ha interpellato negli ultimi sei anni oltre 4500 sacerdoti che, costituendo in media il 10,5 per cento del clero diocesano oscillante fra le 47.000 unità del 1966 e le 43.000 del 1970, rappresentano un «campione» scientificamente valido e, comunque, il maggior campione sinora sondato in Italia da indagini specifiche. Questionari ed interviste sono stati poi affidati al cervello elettronico dell'università « Pro Deo » che ha fornito gli elaborati statistici talora concordi, ma spesso in contrasto, con le conclusioni raggiunte dalla Conferenza episcopale italiana (Cei) nella scorsa primavera. Mentre a Burgalassi, per esempio, consta che « una maggioranza . del clero è orientata negativamente verso il celibato obbligatorio »; nella traccia della Cei le risposte sono ambivalenti e « sembra che la corrente favorevole al celibato facoltativo sia addirittura sparuta ». Anche i giudizi dei preti sulla formazione ricevuta in seminario sono « largamente negativi » nell'inchiesta Burgalassi (62,9 per cento contro 26,6 « positivi » , e 10,4 ii incerti»), e contraddicono la sintesi dell'episcopato per il quale « occorre maggiore rigidità e meno libertà ». Eppure il sistema educativo praticato prima delle norme di Paolo VI nei seminari è indicato come una delle cause principali della « solitudine» del sacerdote, «la grande malattia » del clero spesso con veri squilibri psico-nervosi e quasi sempre con « casi normali di disadattamento, di compensazioni an che clamorose, di introversioni, chiusure ed evasioni ». Le indagini condotte in tutti i continenti, spiega don Burgalassi, concludono per una « dissociazione innaturale dell'uomo di chiesa sempre in mezzo al suo prossimo e spesso terribilmente solo ». Questa diffusa e sofferta solitudine è dimostrata da statistiche. I rapporti di comunione fra preti e loro vescovi sono definiti soddisfacenti dal 52,5 degli interpellati, insoddisfacenti dal 37,5, mentre gli incerti assommano al 10 per cento. Le riserve toccano addirittura il 64 per cento del clero nelle relazioni con gli organismi curiali che un parroco toscano ha definito « cosche di potere ». Difficili anche i rapporti fra sacerdoti: almeno venticinque preti su cento vi incontrano « serie difficoltà ». venticinque ritengono « giusto stare isoluti ». venticinque si sentono «veramente isolali»Ma in compenso il 50,5 per cento considera ormai indifferibile la vita in comune, e fra questi specialmente i giovani che sono più aperti alla amicizia, al dialogo e alle esperienze comunitarie. Burgalassi sostiene che la crisi del prete è legata al mutamento sociale (da società rurale e industriale) che hasovvertito il tradizionale « cliché » del sacerdote («uomo d'autorità») e ai mutamentpost-conciliari che, in senso positivo, hanno cambiato «ta sua immagine teologica» per cui il prete « va alla ricercadel suo " essere " in mezzo a notevoli difficoltà ». Le innovazioni del Conciliosono condivise, con intensi!àvariabile, dal 41,3 per centodel clero, che è invece indeciso nel 33,3 per cento e nettamente tradizionalista nell'8,2. Fra i progressisti « spicca il clero piemontese che sritiene innovatore nel 66 per cento », malgrado Burgalassriscontri un tradizionalismo più diffuso nel clero del nordcontrariamente al « clero decentro che c. con quello piemontese, il più innovatore dtutti ». Fra i conservatori, solo il 15 per cento è « intransigente nel modo più drastico verso ogni innovazione che tocchi la liturgia, il celibatola veste, le regole di morale pratica, ecc. ». Piuttosto scarso è l'interesI| se genericamente culturale Idei clero: il 10-15 per cento non legge quasi nulla; il 50-70 legge almeno un quotidiano, | una rivista, un libro all'anno; il 17 per cento legge alquanto di più; cifre inferiori al 10 per cento leggono molto. Sotto il profilo della vita spirituale circa 21 sacerdoti .^u cento confessano di trovarsi in crisi, 23 sono soddisfatti, 50 o 60 mediamente sensibili e solo da 7 a 10 dichiarano « un tono spirituale minimo I o nullo ». Don Burgalassi conclude j giudicando sostanzialmente equilibrato il clero italiano, privo di grossi drammi anche se in maggioranza attraversa una crisi che, in alcuni casi, potrà accentuare le « fughe », ma in genere si risolverà positivamente affrettando la transizione ad un nuovo tipo di Chiesa. L'inchiesta è un contributo rilevante, proprio perche unica nel suo genere, alla preparazione dei vescovi italiani al Sinodo mondiale che nell'ottobre del 1971 discuterà i problemi del sacerdozio. Non a caso il card. Michele Pellegrino presenta l'inchiesta sperando che serva «a scuotere l'ottimismo ingenuo di alcuni — sempre più pochi — che pensano che in questo campo non ci siano problemi » e. induca « a un esame di coscienza altri, persuasi che bastino energici provvedimenti disciplinari a rimettere le cose a posto ». Lamberto Fumo

Persone citate: Lamberto Fumo, Michele Pellegrino, Paolo Vi, Silvano Burgalassi

Luoghi citati: Italia, Roma