Un buon lavoro per gli statuti

Un buon lavoro per gli statuti Città e Regioni Un buon lavoro per gli statuti Siamo alla vigilia d'un nuovo importante passo avanti nell'attuazione de'. nuovo ordina mento regio naie. I quin dici nuovi organismi, dopo essersi dati (tranne uno) gli esecutivi, stanno accelerando i tempi per l'elaborazione e l'approvazione degli statuti. La legge (sia pure in vari casi e modi contestata) prescriveva un termine di centoventi giorni dall'insediamento dei consigli: siamo dunque alla scadenza. Non è tanto un problema legale. Dall'osservanza o no dei tempi dipende per la Regione la possibilità di acquisire o no buona parte dei mezzi finanziari necessari per passare dalla fase costituente a quella dell'azione concreta. La suddivisione con lo Stato dì molti tributi diventa clfcttiva solo l'anno successivo all'approvazione dello statuto: se questa avverrà entro il 31 dicembre 1970, il diritto scatterà già dui 1" gennaio 1971; in caso di rilardo — anche solo ili 24 ore — la Regione dovrà aspettare fino :il 1" gennaio 1972 per raggiungere la completezza delle sue entrate. Si profila dunque una responsabilità grave anche per il Parlamento nazionale, al quale spetta la sanzione definitiva e che in questo scorcio di anno appare già oberato da problemi tipo decretone o divorzio: non si vede come e quando possa trovare il tempo di occuparsi d'altro. Ma una qualche soluzione occorrerà trovarla se non si vorrà ulteriormente frenare dui centro l'effettiva entrata in funzione del nuovo ordinamento. Alla periferia, mi sembra giusto avanzare un giudizio sostanzialmente positivo su questa fase « costituente » che sta volgendo al termine. La grande maggioranza delle Regioni ha l'atto il dover suo: le commissioni hanno lavorato seriamente e rapidamente; le loro conclusioni sono state in generale sottoposte al giudizio delle province, dei comuni, degli enti interessati; i consigli tengono ora sedute continue, spesso quotidiane, qualche volta notturne. La Lombardia voleva arrivare prima ma non ci e riuscita: il suo statuto è stalo approvato ieri pomeriggio con giusta solennità ma di poche ore (all'alba, al termine di una seduta notturna del Consiglio) l'aveva preceduta il Lazio. Piemonte e Liguria. Emilia, Veneto e Lazio, contano di ultimare i lavori per la metà di novembre: entro il mese dovrebbero essere pronte anche Toscana. Umbria e Abruzzo. Si parla solo di dicembre per 3e Marche e il Molise, per la Basilicata e la Campania (unica Regione dove, scandalosamente, le beghe tra i democristiani locali hanno finora impedito l'elezione del presidente c dell'esecutivo). In Calabria, dopo le settimane di guerriglia urbana, si è chiesto ufficialmente un rinvio. Meno comprensibilmente, anche la Puglia, che era partita bene, non prevede di arrivare in porto prima di gennaio. Come non rilevare il ritardo che anche in questo campo, puntualmente. ti è auto-inflitto il Meridione? * * Sul problema degli statuti e dei rapporti tra i nuovi organismi e lo Slato, sono intervenuti in questa rubrica i presidenti di varie Regioni, dal lombardo Bassetti al piemontese Calieri. Sullo stesso tema mi scrive ora l'on. Gianni Dagnino, presidente della Liguria. « A mio uvviso il problema fondamentale e che le Regioni funzionino bene, che riescano cioè ad assolvere al ruolo che possono, che debbono svolgere oggi, in questo momento della vita del nostro Stato e della nostra democrazia. « Il loro ruolo e quello di creare un nuovo rapporto di fiducia, democratico, tra la Regione c i cittadini sul piano iti Un^tannfo serio, antidema- gogico, concreto; sul piano dell'efficienza dell'ente, che dev'essere funzionale e poco "dispendioso " per quel die riguarda le spese generali; sul piano dei rapporti con gli enti locali della Regione; dei programmi — una seria programmazione economica —; sul piano della ricerca di qualche strumento nuovo che realizzi la collaborazione tra il capitale privato e quello pubblico (una forma l.R.I. regionale, grosso modo, ma diversa ovviamente sotto molti aspetti.', e che soprattutto mobiliti il capitale privato, e che faccia delle Regioni un " ente del nostro tempo ", moderno e attuale; sul piano del colloquio operativo e costruttivo con le nuove generazioni; sul piano del decoroso soddisfacimento delle esigenze dei vecchi, dei poveri e degli sfortunati. « Se le Regioni riusciranno a fare questo, lo Stato democratico italiano rifiorirà; e le "competenze" le più ampie verranno logicamente e inevitabilmente alle Regioni, quasi per un inarrestabile processo storico, dalla traballali le struttura dello Slato stesso. ff Di fronte al modo in cui

Persone citate: Calieri, Gianni Dagnino