Parla il sindaco di Palermo

Parla il sindaco di Palermo Parla il sindaco di Palermo (Segue dalla V pagina) ai lavori pubblici, mi hanno telefonato per chiedermi di alcuni progetti. Basta questo? Ci possono essere non una, ma cento riserve su di me. Però vorrei conoscerle. Che me lo dicano! ». Adesso Ciancimino è infuriatissimo: « Sono in politica da anni e insorgono proprio ora? Parlino! C'è un dossier su di me? Che cosa dice? Che ho ammazzato? Che ho rubato? Bene, mi diano una sede in cui possa difendermi. Sono io che voglio il chiarimento. L'ho scritto a Cattami tre giorni fa: " Anche per porre fine ad un'indegna speculazione politica. La prego di voler disporre rigorose indagini per accertare che non ho mai avuto collusioni con la mafia ". Chiedo di essere giudicato, ma nelle forme dovute. Ci lamentiamo di Praga, ma qui sta diventando peggio ». Anche la chiacchierata va peggiorando. Si scalda Ciancimino, si scaldano i cronisti. Parliamo di urbanistica, del piano regolatore, delle carenze del Comune, del rapporto Bevivino, saltano fuori ritagli di giornali con brani di documenti dell'Antimafia che descrivono Palermo come la capitale dell'illecito edilizio. Ciancimino è pronto: risponde, confuta, protesta, per qualche fatto dice di non sapere, altri fatti li nega, mostrando di conoscere, una per una, tutte le pieghe di leggi e regolamenti. «Respingo questo ritratto di Palermo — esclama —-. .Se avessimo voluto fare delle porcherie, noti avremmo dotato la città di piano regolatore. Vediamo un po' che cosa è successo in altre città italiane. Palermo è diffamata. Ho forse messo dei palazzi sul verde pubblico? Me lo dicano. Ma perché, ma perché ve la prendete tanto con Palermo? Perché mi leggete queste cose dell'Antimafia? Ma quel rapporto è scritto da uno che non conosce la procedura. Loro confondono. Può dire sciocchezze anche uno che fa parte dell'Antimafia... ». Uno dei cronisti salta su: e la mafia, signor sindaco, parliamo un po' di questo. Ciancimino non si sottrae, discute e distingue. « Dico che c'era e c'è. Ma la mafia non è solo quella che Uccide. La mafia sì identifica anche col prepotente. Io non accetto prepotenze da 7iessuno, ma nemmeno le faccio. I franchi tiratori, ad esempio, sono IH^LUlIS. t!™:!^ ^ Ico tiratore? Ciancimino scatta: «No, mai! Mi fa schifo il franco tiratore, lo può scrìvere ». E i rapporti fra mafia e politica? « Eh, come dice? » fa il sindaco, mettendosi la mano dietro l'orecchio come a sentir meglio. Ripeto: in Sicilia, la politica ha rapporti con la mafia? « Non mi risulta ». Qualche esponente de ha avuto contatti con mafiosi? « Nessuno mi farebbe confidenze del genere ». Ma lei crede davvero che nessun politico siciliano abbia rapporti con la mafia? « Non posso né escluderlo né ammetterlo. Non sono in igrado di dirlo. Lei mi vuole Isollecitare giudizi avventati ». Ciancimino è stanco, ma !non si sposta di un millimetro. Succhiandosi un dito, continua a ripetere il suo « ni ». T c La mafia riesce a Piegare ai suoi voleri qualche politico? « Può darsi, ma non mi risulta », Uno chiede: E « don » Calogero Vizzini, l'ha mai sentito nominare? « TVe ho letto, ne ho settato parlare... ». Qualcuno sghignazza. E di Genco Russo, sa qualcosa? « Anche di lui ho sentito parlare, è uno di Enna ». Ma lo sa che era un mafioso importante? « Così dicono ». E lo sa che era segretario della de di Mussomeli? « Se lo dice lei... io lo sto apprendendo da lei. Del resto, non me ne importa niente di questo Genco Russo ». Ormai siamo tutti allo stre- mo. Le domande si accaval lano. Ciancimino strabuzza gli occhi. « Io non ci capisco più niente, io impazzisco. Co me si fa? ». Entrano signori sconosciuti. Uno si qualifica come « amico del sindaco venuto a tutelare la sua salute ». Squilla il telefono. Chiamano da casa. Ciancimino è stanchissimo e se ne va, stringendo in fretta le mani a tutti. E' sudato e pallido. Altri cronisti, arrivati in ritardo, lo assediano nella hall per sapere della querela E adesso? Quali sviluppi immaginare per questa vicenda incredibile che illustra bene la Palermo degli Anni Settanta? Come può la questura aver redatto un rapporto « tutto falso »? « Se fosse stato falso — ci ha detto og- Si, secco secco, il questore Li Donni — la magistratura, che ce lo aveva richiesto, avrebbe proceduto d'ufficio nei confronti di chi lo aveva steso. E la magistratura non ha proceduto contro nessuno ». g. pa.

Luoghi citati: Enna, Mussomeli, Palermo, Praga, Sicilia