Annata sì per l'industria francese con un nuovo record produttivo

Annata sì per l'industria francese con un nuovo record produttivo Annata sì per l'industria francese con un nuovo record produttivo Sul "boom" hanno influito le agitazioni che hanno colpito i costruttori inglesi e italiani - I pareri di Dreyfus (Renault), Gautier (Peugeot), Bercot (Citroen) ed Hereyl (Crysler France) (Nastro servizio particolare) Parigi, ottobre. Soltanto gravi avvenimenti sociali, prima della fine dell'anno, potrebbero impedire all'industria automobilistica francese di raggiungere un nuovo record di produzione. Nonostante ciò, le Case non danno l'impressione di considerare l'avvenire completamente sereno. IWisure per il credito Erik d'Ornhjehm, presidente della Camera sindacale dei costruttori, fa notare, ad esempio, che solamente lo sviluppo delle esportazioni ha permesso quest'anno il lievitare della produzione (e così l'automobile ha contribuito, per larga parte, al successo del piano di bonifica finanziaria, facendo incassare divise estere quando l'economia nazionale era in ribasso. Jean Panhard, presidente del Comitato organizzatore del Salone di Parigi, ha constatato che da qualche anno vi è correlazione tra il numero dei visitatori della rassegna e il totale delle vetture nuove acquistate durante i dodici mesi successivi, salvo quando particolari disposizioni governative venivano a frenare o rianimare il mercato. Ci sono stati dunque meno visitatori all'ultimo Salone che nel 1968 (in cui, come quest'anno, erano esposti anche i veicoli industriali, le biciclette e le motociclette). Nelle interviste accordate durante la manifestazione parigina, i capi delle Case auto a i o a o n e e r l o , o 7 e i i ono a n o eo a, in a ne. o, coe ilì e o ee an ro? o esi sa le, remobilistiche hanno lasciato trapelare alcuni timori, mescolati ad un ottimismo forzato. Rallegrandosi delle prime misure di liberalizzazione del credito, Pierre Dreyfus, presidente e direttore generale della Renault, ha aggiunto: (t Questo non è che il primo passo che contribuirà a rianimare il mercato francese, la cui recessione, durante l'estate, è stata di molto superiore al 20 "». Gli effetti delle misure adottate non potranno comunque essere considerevoli nell'immediato futuro ». Gautier, presidente e direttore generale della Peugeot, rimane fiducioso: « Per il 1971 le nostre previsioni di aumento della produzione sono leggermente inferiori alla nostra media annuale del 10 0» ». Egli ritiene che la svalutazione del franco sia stata di beneficio per l'esportazione, ma che i suoi effetti incomincino ormai ad affievolirsi. I costruttori francesi, quindi, devono rivolgere tutti i loro sforzi nel miglioramento della produttività. Programmi di sviluppo Bercot, che presiede alle sorti della Citroen fino alla fine dell'anno, è convinto che la Società ha ripreso la sua normale espansione, ma non cessa di criticare gli oneri imposti agli automobilisti francesi, e per una volta tanto è completamente d'accordo con Dreyfus quando quest'ultimo dichiara: « Il blocco dei prezzi ci mette in una situazione difficile, anche perché ci veniamo a trovare costantemente in ritardo rispetto ai nostri fornitori. Questo riduce le nostre possibilità di autofinanziamento e ci può portare a differire importanti programmi di sviluppo ». Georges Héreil, presidente e direttore generale della Chrysler France, annuncia una produzione di circa 400.000 unità nel 1971, un aumento, cioè, del 10 "/o in rapporto al 1970. Di tutti i capi, Héreil è quello che dichiara con più vigore che: « Non c'è più un mercato nazionale, ma un vero e proprio mercato europeo », forse perché la Chrysler France — ex Sinica — è la marca che esporta di più in rapporto alla sua produzione. E' abitudine in Francia considerare l'annata automobilistica dal 1" luglio di ogni anno al 30 giugno dell'anno seguente. Dobbiamo conformarci a questa consuetudine, dal momento che i risultati di settembre non si conoscono ancora, e quelli di luglio-agosto sono sempre influenzati dalle vacanze. Per il periodo 1" luglio 1969 30 giugno 1970, i nostri costruttori hanno prodotto 2 milioni 316.630 vetture, contro 2.110.670 dei dodici mesi precedenti: l'aumento è di 205 mila 960 unità, vale a dire del 9,7 "o. Il risultato è a nostro avviso eccellente. Ma continuiamo lo studio delle statistiche inerenti al mercato. Nel corso dei dodici mesi in esame, le esportazioni sono passate da 1.006.092 a 1.252.294, con un aumento del 25 "A. Facciamo inoltre notare che nell'ultimo periodo, l'industria francese ha esportato circa il 54 "/o della sua produzione. Sono risultati interessanti, ma dei quali i costruttori non possono rallegrarsi senza qualche riserva, dal momento che sono stati favoriti dall'impossibilità in cui sono venuti a trovarsi i costruttori inglesi ed italiani di far fronte anche alle richieste del mercato francese, a causa delle agitazioni che hanno ostacolato la loro produzione. Nello stesso periodo le importazioni in Francia sono diminuite da 354.294 a 314.413, cioè di 39.881 unità. Siccome l'aumento delle esportazioni ha superato di 40.032 unità quello della produzione, si può dedurre che il mercato interno francese ha avuto a disposizione 79.913 vetture nuove in meno rispetto al periodo precedente. Abbiamo detto prima che la Chrysler France spera di produrre, nel 1971, 400.000 vetture. Renault dovrebbe superare quest'anno il milione di veicoli costruiti, e formare con la sua associata Peugeot un volume di 1.500.000 unità, che potrebbero diventare 1.650.000 nel 1971. glsp« d70e dpcoraa/I mercato interno Rimane la Citroen. Durante gli ultimi dodici mesi, la Citroen ha finalmente superato la produzione-record di quattro anni fa. Questo risultato è stato ottenuto grazie allo sviluppo delle esportazioni, che al momento assorbono il 45 "i della produzione. La riconquista del mercato intorno deve dunque ancora cominciare. Per fare questo la Citroen ha a disposizione nuove grandi possibilità, offerte dalla sua nuova vettura di prestigio « S M » con motore Maserati e soprattutto dalla « G S ». e contemporaneamente da sistemi commerciali più evoluti, senza dubbio sotto l'influenza de- gli uomini Fiat; quindi ogni speranza è consentita. Per la « G S » si parla di cadenza di produzione giornaliera di 700 unità all'inizio del 1971, e di 1000 unità per la metà dell'anno. Per il 1971, una previsione di 550.000 unità costruite ci sembra più che ragionevole. Queste prospettive portano a prevedere per l'anno pros¬ simo una produzione globale dell'industria francese di 2.600.000 autoveicoli. Ma produrre è una cosa che, in clima sociale normale, non presenta grosse difficoltà: un'altra cosa è vendere. L'avvenire è, in buona parte, nelle mani del ministro delle Fi- \ nanze, perché molto dipende dalla politica dei crediti. Pierre Allanet

Persone citate: Bercot, Dreyfus, Gautier, Georges Héreil, Jean Panhard, Pierre Dreyfus

Luoghi citati: Francia, Parigi