Processato il floricoltore che fallì con cambiali false per un miliardo

Processato il floricoltore che fallì con cambiali false per un miliardo La vicenda rievocata dinanzi ai giudici di Sanremo Processato il floricoltore che fallì con cambiali false per un miliardo Giobatta Cepollina, 37 anni, è accusato di bancarotta semplice c fraudolenta, falso in cambiali c occultamento di beni Nel « crack » è anche coinvolto il padre - Possedeva la più moderna azienda della regione per produrre e selezionare piantine di garofani - In aula ha detto: « Avevo dovuto creare un ufficio per seguire la trafila dei vari titoli contraffatti » (Dal nostro corrispondente) Sanremo, 27 ottobre. Si è aperto stamane davanti ai giudici del Tribunale di Sanremo il processo a carico di Giobatta Cepollina, di 37 anni, floricoltore della zona, residente a Taggia in via San Francesco 350. Deve rispondere di diversi reati: bancarotta semplice e fraudolenta, falso in cambiali, distrazione di somme, occultamento di beni allo scopo di sottrarli al fallimento e truffa. Questi capi d'imputazione sono aggravati dall'aver cagionato un danno patrimoniale di grave entità: si parla di un miliardo e 181 milioni. I) Cepollina, detenuto nelle carceri sanremesi fin dal 28 gennaio scorso anno, è apparso ieri in aula molto tranquillo e sicuro di sé, nonostante le gravi accuse mossegli. Nel « Crak » finanziario, avvenuto nell'estate del '68, è coinvolto anche il padre del floricoltore, Giobatta Cepollina, di 68 anni, residente a Bordighera in via Gioverti 8, imputato a piede libero per concorso in parte nei reati ascritti al figlio. Il fallimento riguarda la più moderna azienda floricola della regione. L'industria del Cepollina, situata nella Valle Argentina, produceva e selezionava piantine di garofani « Sim » da vendere ai floricoltori. L'azienda, unica in Liguria su scala industria¬ le, non resse però al « giro » commerciale. - Alle prime avvisaglie della crisi, il Cepollina aveva creato un vero e proprio traffico di cambiali false. Stamane, davanti ai giudici, è arrivato ad ammetetre candidamente: « Per tener dietro a questo mio " portaloglio " fittizio ho dovuto istituire un ufficio cse seguisse la trafila delle cambiali, tanto era complessa, per la sua vastità, la manovra di sconto, compilazione e ritiro dei vari titoli contrapposti ». Dopo l'interrogatorio del Cepollina si sono susseguiti molti testi, in gran parte in relazione al « giro » di cambiali. Il procedimento è continuato sullo stesso binario nel pomeriggio. Durerà probabilmente alcuni giorni, dato il gran numero (si parla di duecentocinquanta) di testi da interrogare. L'azienda del Cepollina era sorta dalla precisa convinzione dell'imputato che la floricoltura italiana, e nella fattispecie quella ligure, abbisognasse di una certa indipendenza dai grossi produttori esteri di « talee » (piantine per la riproduzione dei fiori). In zona esistevano già alcuni produttori di « talee », ma la loro precipua attività era limitata al garofano mediterraneo ». Il Cepollina, orientandosi verso il « Sim », apriva maggiormente il mercato e, soprattutto, rendeva indipendente il floricoltore locale dalla vicina Francia alla quale doveva rivolgersi per avere talee radicate di garofani di tipo americano. Il giovane Giobatta aveva cosi intrapreso un'attività di vastissime proporzioni. Su un terreno del padre in valle Argentina aveva impiantato le serre della sua azienda con aiuti finanziari del genitore ed un contributo statale ottenuto con il « Piano verde ». Le cose però, già dai primi tempi, non andarono molto bene e negli ambienti floricoli locali, sin dalla fine del '67, si sentiva parlare di crisi. Gli impianti erano costati circa 800 milioni ed il valore dell'azienda era enorme. Le banche locali, infatti, non avevano avuto alcuna difficoltà a concedere al Cepollina ampi crediti. Ma la crisi stava maturando e quando nell'estate del '68 avvenne il « crack », la notizia non colse del tutto di sorpresa i floricoltori locali. La causa del fallimento dell'iniziativa del Cepollina, tuttora valida come principio, va forse ricercata in una sbagliata impostazione della, direzione dell'azienda. Certo è che quando gli istituti di credito intuirono che qualcosa non andava, fu un tracollo disastroso. Il Banco di Imperia, presso il quale Giobatta Cepollina aveva un fido di qualche centinaio di milioni, gli chiese infatti di « rientrare » nei limiti che egli aveva abbondantemente superato. Nacque allora quel « giro » di titoli cambiari falsi, dei quali il Cepollina ha stamane ingenuamente parlato in aula. Scontando cambiali false, otteneva denaro liquido che gli era vitale. Per poter poi ritirare le cambiali prima della scadenza doveva emettere altri titoli, anche questi contraffatti. Nell'udienza odierna, sono stati sentiti molti testi che hanno confermato di avere avuto cambiali false da pagare ( naturalmente non pagate) e di aver denunciato la cosa. r. o Sanremo. Giobatta Cepollina ieri in aula (Telefoto)

Luoghi citati: Bordighera, Francia, Liguria, Sanremo, Taggia