Rivera: "Penso ad una Nazionale a tre punte,, di Bruno Bernardi

Rivera: "Penso ad una Nazionale a tre punte,, Rivera: "Penso ad una Nazionale a tre punte,, (Dal nostro Inviato speciale) Chieri. 24 ottobre. Per Gianni Rivera, come per Valcareggi, la « staffetta » con Mazzola è argomento superato. Tutti ormai conoscono l'opinione dei due attaccanti interessati: per entrambi l'ideale sarebbe giocare l'uno a fianco dell'altro. Sabato prossimo la Nazionale esordirà a Vienna contro l'Austria in Coppa Europa e Rivera, il grande assente di Berna, spera di essere in campo al « Prater ». Alla vigilia della sfida fra Juventus e Milan, con il capitano rossonero si è tornati su un tema d'attualità: la squadra azzurra, t suoi problemi e le possibili soluzioni. Rivera non è solo un campione, ha idee precise sul gioco del calcio. L'intervista si è svolta nell'albergo di Chieri che ospita il Milan in ritiro. ir Domani lei gioca In campionato pensando a Vienna? ». « Giocherò pensando alla" Juventus. Certo, la Nazionale è sempre un argomento interessante su cui discutere. La gara del " Prater " in sé non è tanto importante, importanti saranno le prospettive: potrebbe essere l'ini, zio dell'umanizzazione del calcio ». « Può spiegarsi meglio? ». « Valcareggi sostiene che deve essere la squadra azzurra ad imporre il suo gioco. In realtà si finisce per manovrare di rimessa, di affidarci al contropiede, di subire le'azioni altrui. E' 11 momento di cambiare, di assumerci l'Iniziativa su basi tattiche diverse. Non dico questo per amore di polemica. Discutere di calcio è utile e le polemiche possono essere costruttive. Ci sono dei critici che sposano decisamente una teoria, ma sono sicuro che se in panchina si sedessero loro non l'applicherebbero mal 1). « Scendendo nei dettagli che cosa suggerirebbe? ». « Occorre tornare a giocare con due ali ed un centravanti veri. Questa dev'essere l'impostazione a cui si può abbinare un certo movimento. In altre parole è necessario trovare il modo di coprire tutte le zone del campo, stando piuttosto fermi come i brasiliani o in movimento come gli inglesi. Due scuole diverse, però validissime. Nel nostro campionato marchiamo " a uomo " contro avversari che adottano l'identico stile e si notano meno gli squilibri. In campo internazionale, contro squadre che marcano a zona, ci troviamo invece in difficoltà. Anche la Svizzera, per fare un esempio, pure avendo il libero, gioca a zona. Gli azzurri mettono gli avversari in posizione di vantaggio, aprendo loro dei varchi 11. Rivera sa benissimo che in Italia tutti giocano in contropiede: e quindi la sua tesi, tecnicamente valida, urta contro un dato di fatto: la difficoltà di trasformare di colpo mentalità e tattica a cui sono abituati gli atleti italiani. Gianni, comunque, ha aggiunto: « Mi rendo conto che la Nazionale non è una squadra di club dove un certo gioco può essere attuato poiché si conoscono alla perfezione le caratteristiche dei singoli e le si adattano a quelle degli antagonisti. Con la rappresentativa azzurra il discor. so è diverso. Solo Fabbri era riuscito in parte nell'Impresa. A parte il disgraziato episodio con la Corea — bastava non perdere e si evitavano processi-fiume —, in quel periodo la Nazionale giocava bene. Fabbri voleva che il libero agisse davanti al terzini ». « C'è chi suggerisce "di affidare a lei la maglia "n. 9 ", come rifinitore. Che ne pensa? «. « Anche Hideguti aveva il n. 9 ma non era un centravanti. Tutto dipende dalle caratteristiche dei giocatori. Dev'essere 11 responsabile a capirle ed a sfruttarle al meglio. Se si hanno degli elementi efficaci, è' sufficiente un buon tecnico per farli giocare bene. Indubbiamente se dovessi giocare in posizione più avanzata le punte dovrebbero essere due ». « Quindi Riva ala sinistra e un'ala vera al posto di Domenghini? ». ii Si potrebbe parlare della posizione dei giocatori del Cagliari in Nazionale ma preferisco evitarlo perché urterei la suscettibilità di Scoplgno il quale, all'epoca dei " mondiali " in Messico, disse che perfino Poletti, utilizzato come centrocampista, avrebbe reso più di me o di Mazzola ». Nereo Rocco, trainer del Milan, il suo parere sulla Nazionale l'ha già illustrato da tempo. Oggi ha precisato: ti Mi ero permesso di dire che in azzurro vedrei bene Mazzola e Rivera mezze ali, De Sistl mediano con Rosato stopper, ed ho suscitato la reazione dei miei colleghi. Ora sto zitto. La Nazionale dovreb. be essere una gioia per tutti, invece si trasforma in un tormento e questo non è piacevole. Parlando della squadra azzurra uno si crea soltanto dei nemici ». Secondo Rocco il football si gioca sempre alla stessa maniera, è come una partita a dama dove si cerca di controllare o neutralizzare l'avversario. Bruno Bernardi Czcaedi

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