L'arte di querelarsi con humour

L'arte di querelarsi con humour UNO DEI PIÙ POPOLARI PASSATEMPI D'INGHILTERRA L'arte di querelarsi con humour I carcerati citano i sorveglianti, i contadini non perdonano ai reattori di spaventare le mucche (Nostro servìzio particolare) Londra, 24 ottobre. Quattro detenuti del penitenziario inglese di Parkhurst hanno deciso ieri l'altro di querelare per « cattivo comportamento » i loro sorveglianti. L'azione legale è stata avallata dal ministero dell'Interno che ha consentito ai quattro di consultare avvocati. Non avendo i prigionieri grosse disponibilità finanziarie, è pressoché certo che otterranno anche il patrocinio gratuito. - Sempre in tema di cause civili, decine di contadini che vivono in cascine sparse dalla nordica Scozia alla meridionale, mite Cornovaglia hanno chiamato in giudizio in questi giorni il ministero della Tecnologia — ora assorbito nel « Superdipartimento dell'Industria e del Commercio » — per presunti danni provocati ai raccolti o al bestiame dai voli sperimentali supersonici dell'aereo « Concorde ». Il fragoroso doppio bang dell'apparecchio — sostiene un farmer — ha spaventato la migliore delle sue mucche, di nome Mabel, e l'ha fatta partorire anzitempo. Al passaggio del « Concorde » — afferma un altro — tutte le mele del suo frutteto, non ancora mature, sono cadute simultaneamente « in una maniera che avrebbe lasciato perplesso perfino Isacco Newton ». La querela, stando alle indicazioni dell'ultimo « Annuario ufficiale giudiziario civile », è divenuta uno dei più popolari passatempi del Regno Unito: diffusa quasi come il cricket e appena un po' meno delle scommesse sui cavalli. Nel 1969 le county courts hanno dovuto occuparsi di circa due milioni di cause, la maggior parte dispute tra vicini, o fra inquilino e padrone di casa, o tra cliente e negoziante. Un diritto inalienabile L'annuario citato è una lettura amena e illuminante sui costumi britannici e su certe peculiarità dell'amministrazione della giustizia non riscontrabili altrove, riflesso di una socie'à sviluppata e parecchio benestante che può curarsi « de minimis ». Tan¬ to per far un esempio, una modesta signora londinese indicata come « casalinga » ha ottenuto in tribunale un risarcimento danni di 20 sterline (trentamila lire) dalla sua pettinatrice, rea di « averle tagliato i riccioli laterali contravvenendo alle istruzioni espressamente ricevute ». « E' un diritto inalienabile d'ogni suddito di Sua- Maestà — ha scritto una pubblicazione umoristica — rischiare la figura dell'asino dinanzi ad una Corte ». In effetti il cittadino inglese può querelare chiunque gli venga in mente: il suo vicino, il municipio, la polizia, la Corona, il Primo Ministro, i lords. Harold Wilson, quand'era capo del governo, fu citato per diffamazione da un industriale arrabbiato, e preferì sistemare amichevolmente la vertenza, pagando senz'altro. Ci si avvale sempre più estesamente della facoltà di adire le vie legali anche perché, se appena il caso è sostenibile, si può ottenere per portarlo avanti — come nell'esempio dei quattro detenuti di Parkhurst — il sussidio dello Stato. Nell'ulti¬ mo decennio il numero delle cause civili si è più che raddoppiato. Eppure, si spera di andare oltre: qualche settimana fa l'« Associazione dei consumatori » ha pubblicato un pamphlet in cui spiega che ancora non ci sono sufficienti agevolazioni per le questioni concernenti somme inferiori alle cento sterline. E dunque si parla di istituire nuove e rapide Corti per il settore, al fine di « alleviare frustrazioni ed elevare la moralità dei commerci ». L'alluce del villano « Il nostro secolo si affina — diceva Amleto all'amico Orazio, colpito dall'erudizione legale dei becchini di Ofelia — e già l'alluce del villano gratta il calcagno del gentiluomo ». Nell'era della tecnologia, i farmers sulle cui fattorie sfreccia detestato il « Concorde » non risolvono più direttamente, a pugni, le loro piccole dispute agresti: si affidano sereni alla magistratura. Un contadino del Devon ha querelato il vicino perché un toro di quest'ultimo, « pienamente adulto », aveva scavalcato il recinto di confine e gli aveva ingravidata una giovenca « non ancora sufficientemente matura per queste cose ». Le cronache del processo, durato due giorni, deliziarono la stampa inglese. Il querelante dichiarò che, per effetto dello choc subito, la giovenca era istupidita e il vitello venuto poi alla luce era « mentalmente e fisicamente ritardato ». La controparte ammise la responsabilità del toro, ma avanzò forti attenuanti: il primo farmer gli aveva messo nel prato accanto, in piena vista, non una ma quaranta giovenche e ciò costituiva nell'opinione del querelato « né più né meno che un incitamento alla violenza »: era un miracolo che il toro, cedendo agli appelli della sua natura, fosse riuscito a saltare il recinto senza perderci proprio quelle doti che avevano poi reso possibile il reato. Il giudice decretò un indennizzo di venti sterline per la giovenca, e niente invece per la minorazione del vitello indesiderato. Carlo Cavicchiolt

Persone citate: Carlo Cavicchiolt, Harold Wilson, Isacco Newton, Parkhurst

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, Regno Unito, Scozia