Un romano su sei abita case abusive

Un romano su sei abita case abusive Un romano su sei abita case abusive (Nostro servizio particolare) Roma, 23 ottobre. Una città abusiva, grande come Alessandria, è sorta a Roma nei primi nove mesi di quest'anno. Da gemuiio a settembre i «fuorilegge» dell'edilizia hanno costruito o stanno costruendo ottantaquattromila vani non autorizzati, per un totale di venticinquemila appartamenti, su mille ettari circa di terreni, che il piano regolatore aveva destinato soprattutto ai servizi e alla viabilità. Vi potranno abitare centomila persone: la popolazione, appunto, di Alessandria. Queste cifre sono contenute in un esposto presentato alla magistratura dall'« Unione dei lottisti », piccoli proprietari di casette. E' l'ultima statistica del « sacco di Roma » perpetrato ormai da venticinque anni, durante i quali gli speculatori hanno edificato, giorno per giorno, casupole, case, palazzi, villette e ville senza alcun permesso, invadendo migliaia e migliaia di ettari in spregio al piano regolatore. Ora si constatano i disastrosi risultati: nel dopoguerra sono venuti su, dentro e attorno a Roma, trecentomila vani abusivi che equivalgono a settantamila alloggi. « Un romano su sei, cioè cinquecentomila abitanti su una popolazione che sfiora i tre milioni di unità, risiede in case abusive ». L'ha detto l'assessore all'Urbanistica, Agostino Pala, preannunciando un piano di guerra che prevede, almeno in teoria, la demolizione «urgente » di cinquecento edifici e quella dilazionata di altri seimila. Trecentomila vani con cinquecentomila abitanti significano che a Roma non c'è solo una « Alessandria », ma una «Firenze» abusiva. Uno stato d'assedio del cemento che, forse, potrà essere bloccato allo « statu quo », non spezzato. Nessuno può nascondere innegabili responsabilità dietro il paravento della mancanza di personale da adibire ai controlli. Il « boom » dell'edilizia abusiva è anche legato al gigantesco crescere dì Roma. La povera gente venuta dal Mezzogiorno, non potendo affittare gli alloggi di lusso o costosi che predo¬ minano nell'edilizia legalizzata a Roma, ripiegava sulla baracca o. nel migliore dei casi, sull'alloggio abusivo con canone ridotto. Ma, accanto agli edifici economici, i fuorilegge hanno costruito, in zone destinate a verde o addirittura vincolate come l'Appia antica, ville o complessi residenziali da nababbi. La situazione è tragica sotto il profilo urbanistico. Le migliaia di case abusive mettono in crisi lo sviluppo di Roma, perché sorgono in zone che il piano regolatore prevedeva per giardini, strade, arterie di scorrimento, scuole. Non solo: mancando le reti di fognatura, i cinquecentomila abitanti « abusivi » scaricano direttamente nel terreno inquinando le falde'idriche. Il Comune è davanti a un dilemma senza soluzione: o demolisce « Alessandria e Firenze » (ma come?) o prende atto del fatto compiuto (e sana lo scandalo), dotando dei servizi necessari borgate e quartieri fuori legge, come gli speculatori volevano dimostrare. Lamberto Fumo

Persone citate: Agostino Pala, Lamberto Fumo