Arrestati: omicidio a scopo di rapina

Arrestati: omicidio a scopo di rapina Si segue con ansia l'inchiesta sulPorefice ucciso nel suo negozio - alloggio Arrestati: omicidio a scopo di rapina Il magistrato sanziona l'opera della Mobile: Pan izza ri, Cardillo e Di Luciano rischiano l'ergastolo - Con la cattura del terzo bandito il tragico assalto di mercoledì è stato ricostruito quasi completamente - La tesi difensiva è infantile - Smascherati dalle loro stesse auto (di cui 12 testimoni hanno preso la targa) i delinquenti dicono: «Ce le avranno rubate i rapinatori, usando chiavi false e riportandole nelle vie dove erano parcheggiate» - I motivi d'accusa E tre: Giorgio Panizzari, Giuseppe Cardillo c Sebastiano Di Luciano. Ma mercoledì, alle 15,45 in corso Agnelli, i banditi erano quattro. Ci dice il capo della squadra mobile dott. Montesano: « Il quarto nome lo conoscerete presto ». Intanto il sostituto procuratore dott. Marzachi ba firmato anche per l'ultimo arrestato, il Di Luciano, l'ordine di cattura per omicidio volontario aggravato a scopo di rapina, tentata rapina, detenzione e porto abusivo di armi, furto d'auto. Una serie di reati che possono significare l'ergastolo. In attesa della cattura del quarto complice e della conclusione delle indagini (ancora una volta è doveroso rilevare il buon lavoro della polizia) facciamo 11 punto della situazione. Si sa che a perdere la banda sono state le loro auto: la « Fulvia » di Panizzari e quella di Cardillo. Dodici testimoni hanno visto qusste auto a tre isolati di distanza dall'oreficeria, hanno annotato i numeri di targa.- Panizzari e Cardillo non negano che quelle fossero le loro auto, ma dicono semplicemente: « Qualcuno ce le ha rubate per fare ti colpo all'oreficeria ». Panizzari afferma di averla posteggiata in via Saluzzo alle 14,45 per andare all'Ambrosio da dove è uscito alle 17,30. Cardillo sostiene di avere lasciato la sua « Fulvia» alle 6 in via Fontanesi, davanti a un'officina perché gliela riparassero; poi ha preso il treno ed e andato a trovare i genitori a Cuneo; è ritornato a Torino verso mezzanotte ed è andato a riprendere l'auto. Questa è la storia più fantastica mai sentita in un ufficio di polizia. Ci sarebbero dunque dei banditi che per una rapina rubano due auto e — guarda caso — le prendono a due amiconi, inseparabili in carcere e fuori carcere. Poi, dopo il fallito assalto e dopo avere ucciso un uomo, i banditi non hanno altra preoccupazione che quella di riportare le due auto dove le avevano prese. Nello stesso punto, tanto che 1 « proprietari » — quando uno esce dal cinema e l'altro torna da Cuneo — non si accorgono nemmeno che gli erano sta*e rubate. La polizia domanda a Panizzari e a Cardillo: « Afa se ve le ■hanno rubata,' avrebbero dovuto fonare la portiera, strappare i fili dell'accensione ». Invece le portiere delle due « Fulvia » non sono forzate, i fili sono al loro posto. « Non sappiamo come spiegarcelo — dicono l'due. — Forse i ladri avevano chiavi false ». SI cerca in via Fontanesi 11 mecca, nico che — secondo l'affermazione di Cardillo — ha riparato un fanale anteriore della « Fulvia ». Nessuno conosce Cardino, nessuno si è occupato della sua macchina. 1 II racconto di Panizzari e quello di Cardillo sono infantili. Farebbero ridere chiunque, se questa non fosse una storia tragica. Quando si raccontano cose del genere, si sostengono con argomenti molto solidi, con alibi Ineccepibili. Invece gli alibi sono franati al primo controllo. «Signora Caratilo, suo figlio afferma di essere stato da lei, qui a Cuneo, mercoledì ». Kompe In singhiozzi: « No, in coscienza non posso dire che Giuseppe fosse qui, quel giorno ». E' facile immaginare quanto le costi dire una verità che potrebbe condannare il Aglio a vita. Quell'altro, Panizzari, dice di essere stato al cinema, ma non ricorda chi c'era alla cassa, se la maschera era un uomo o una donna, se In sala c'era molta gente o poca. « Panizzari, eri in platea o in galleria? ». Esita a rispondere, non ricorda. Non gli domandano qual è la trama perché il Alm, La confessione, può averlo visto prima o dopo di i( mercoledì dalle 14,45 alle 17,30 ». E cosi afferma di essere uscito dall'Ambrosio alle 17,30. Ma non sa che 11 meccanico Solinas ha raccontato alla polizia che verso le 17 — poco più di un'ora dal delitto — Panizzari è andato da lui per una piccola riparazione alla sua « Fulvia ». Il terzo arrestato, Sebastiano Di Luciano detto « li pistolero », anche lui come il Cardillo chiama la famiglia a testimoniare. « Sono andato alle 13 dal miei in corso Traiano 72 perché c'era una festicciola, era ti compleanno di mia sorella. Sono usctio alle 18 ». La sorella conferma: « Quello che dice è vero. E dopo pranzo la mamma gli ha massaggiato la schiena perché aveva riportato uno strappo muscolare giocando a bowling ». Ma quel giorno alla festicciola non c'erano altri invitati? Sebastiano ha incontrato solo l genitori e tre sorelle? No, nell'elenco delle persone che « 11 pistolero » cita a propria difesa ci sono solo 11 padre e la madre, le sorelle Anna sposata Di Mauro, Caterina e Piera. « Dopo le 1S, lasctatl i miei genitori — dice Di Luciano — ho chiamato un tari e mi sono fatto portare in corso Giulio Cesare al bar che c'è dt fronte al cinema Malor dove mi sono incontrato con degli amici. Anche nei giorni precedenti, nelle ore serali, aveva frequentato questo bar per incontrarmi con elementi che trattano sigarette estere di contrabbando ». E' un bar che conoscono bene anche Panizzari e Cardillo (con i quali Di Luciano è stato in cella) e giovedì, il giorno dopo il delitto, « il pistolero » li trova qui, « per caso », tutti e due e stanno discutendo: il Panizzari intende vendere la sua « Fulvia i) perché, afferma DI Luciano, « la targa di quest'auto era nota da tempo alla polizia ed egli era stato fermato più volte a bordo del predetto veicolo e quindi voleva disfarsene ». Perché decide di disfarsene soltanto adesso e — è sempre il caso — poche ore dopo che Stampa Sera ha pubblicato 11 numero della targa di una delle » Fulvia » del banditi, ed è la targa dell'auto del Panizzari? Ha urgenza di venderla,, anzi la svende per un milione, e 11 meccanico Solinas viene a questo bar, gli porta 11 denaro. « Devo andarmene, la polizia mi sta cercando » dice Panizzari al Solinas Ma sa di essere ldentiflcato e di non avere scampo. Allora luì e Cardillo giocano una carta: presentarsi, uno alla polizia e l'altro al magistrato, e dire: « Sappiamo che ci cercate. Eccoci qua » e affermare che se le loro auto sono state usate per una rapina, ciò vuol dire che i banditi gliele hanno rubate e poi le hanno riportate dove erano. Carta che DI Luciano non poteva giocare, perché la polizia lo stava cercando anche per un tentato omicidio. Comunque, è stato catturato anche lui. E Ieri 11 dott. Marzachi (il magistrato sta seguendo questo caso con perizia ed è instancabile) lo ha interrogato Ano a tarda sera. Di Luciano si mostra duro, fa lo spavaldo, si vanta: « Tanto io sono già stato al manicomio criminale di Aversa ». Il colloquio con 11 magistrato è segreto. Ma da altre fonti si sa che egli Insiste nell'alibi della festa In famiglia, ma si sarebbe contraddetto in alcuni particolari. E poi c'è la sua Impronta digitale sul Anestrlno della Giulia usata per la rapina. Ogni tanto sembra che si ricordi di avere uno strappo muscolare e sì porta le mani alla schiena, si torce dal dolore. Oltre ai tre banditi, sono in carcere 11 meccanico Paolo Solinas di 25 anni, per favoreggiamento Arrestate per lo stesso reato sono due giovani prostitute, Rita Gorgone e Luciana Bassani, e di esse diciamo a parte. Inline è in stato di fermo Antonio Miringella di 24 anni, che la polizìa ha trovato domenica nell'alloggio della Bassani, con « 11 pisto. lcro ». Il dott. Montesano da parecchie ore lo sta interrogando per accertare se ha avuto che fare con 11 delitto. Oggi 11 fermo potrebbe essere tramutato in arrestò per favoreggUjmenJò e per detenzione di ;'patrotóoTe'*iÌ3i indaga anche se è responsabile di sfruttamento della prostituzione. Alcune delle persone òhe hanno testimoniato e hanno alutato la polizia a ricostruire le targhe delle due « Fulvia » sono state Insultate telefonicamente da anonimi. E' la tracotanza della malavita, il livore e l'odio che ha per la gente onesta. Ma la delinquenza non può pretendere di stabilire le sue leggi a Torino, soprattutto quella dell'omertà. Torino si difende, 1 suol cittadini coraggiosi hanno saputo rispondere con rabbiosa decisione all'ultima offesa e 1 banditi pagheranno. I cittadini collaborano non per fare un piacere alla polizia, ma per la loro stessa sicurezza. Parecchie indicazioni utili sono giunte al dott. Montesano, in questi giorni, ancora ieri una ragazzina gli ha mandato questa lettera: ii Ho assistito all'uccisione dell'orefice di corso Agnelli. Poiché gli altri particolari vi sono già noti, mi limito a descrivere due individui che sono usciti di corsa dal negozio. Uno era alto, robusto, con una maschera nera che gli copriva la testa, forse una calza femminile. Era vestito con giacca a quadri scura, pantaloni neri. Il secondo era senza maschera. Era magro e più piccolo del primo, i capelli biondicci, non molto lunghi, occhi leggermente a mandorla, vestito con maglione scuro e blue-jeans, la forma del naso non la ricordo. Correvano u. Ha aggiunto uno schizzo: uno del due banditi, come lo ricorda. Assomiglia molto a Cardillo. Sebastiano Di Luciano ha lascialo un'impronta sulla Giulia In via Lanusci i banditi lasciarono le Fulvia e salirono sulla Giulia rubata. Dopo il delitto tornarono a riprendere le loro auto. Testimoni notarono il cambio delle macchine

Luoghi citati: Aversa, Cuneo, Torino