Ricostruite nella notte le barricate demolite con dura lotta dagli agenti

Ricostruite nella notte le barricate demolite con dura lotta dagli agenti Ricostruite nella notte le barricate demolite con dura lotta dagli agenti (Dal nostro inviato speciale) Reggio Calabria, 16 ottobre. « Ce scippau 'e barricate », grida una donna vedendo avanzare la ruspa della polizia sul ponte Calopinace. Un grido di dolore autentico: per la gente di Reggio le barricate del rione Sbarre avevano assunto un significatoi importantissimo. Erano l'immagine visiva della loro protesta, della loro forza, della loro ribellione. Per questo, oggi a Sbarre si è combattuto tutta la giornata. E stasera, quando la polizia si è ritirata, le barricate sono state ricostruite, con caparbia testardaggine. Agenti con le ruspe L'« operazione Sbarre » è incominciata stamane alle sette. Due colonne di agenti e carabinieri, in tutto 600 uomini, con ruspe e trattori, si son dirette verso Ponte S. Luigi e ponte Calopinace, due porte d'ingresso del quartiere che erano bloccate da più di una settimana. L'operazione, studiata in tutti i dettagli, era stata decisa nella notte dal questore Santillo. « Non si poteva più attendere oltre — ha detto — bisognava liberare la città anche verso sud, sbloccare la strada dell'aeroporto e la statale ionica ». Piove a dirotto quando agenti e carabinieri, rimossi gli ostacoli sui ponti, entrano nel popolare rione. La colonna che avanza lungo Sbarre Inferiore non trova molta resistenza: nove barricate vengono rimosse. Qualche scontro con i dimostranti, che lanciano pietre e « molotov ». I celerini sparano decine di candelotti lacrimogeni. Sul ponte S. Pietro, a Sbarre Centrale, la. resistenza dei rivoltosi è più accanita. Si combatte su ogni barricata: i dimostranti lanciano pietre, gettano copertoni incendiati contro gli agenti, che cercano di respingerli con candelotti lacrimogeni. Ma la pioggia ne riduce di molto l'effetto e i rivoltosi non si allontanano. Vedo donne e bambini uscire dalle case portando oggetti di ogni tipo che vengono usati per rinforzare le barriere. Sul ponte, i genieri della Celere tentano di rimuovere gli ostacoli. La prima barriera è formata da un'incastellatura di tubi « Innocenti ». Si diffonde la voce che siano stati collegati con la rete elettrica. Il questore ordina che venga tolta la corrente a tutto il quartiere, con chiavi inglesi e tronchesine 1 poliziotti riescono a smontare la barricata. Gli uomini della polizia avanzano lungo le strade. In doppia fila, fucili con le bombe lacrimogene puntati verso le finestre. Al centro della strada la ruspa, seguita dall'idrante e dalle camionette cariche di agenti. Gli abitanti guardano muti. Qualcuno grida invettive contro gli agenti. Una barricata viene presa d'assalto dalle guardie, i dimostranti scappano. In un bidone della spazzatura, vengono trovate decine di bottiglie « molotov ». Un incrocio, un'altra barricata. I rivoltosi la cospargono di benzina, poi appiccano il fuoco. Pietre e bombe-molotov Una vampata ha investito Carmela Veltre, 30 anni, che passa sul marciapiede. Viene soccorsa da un gruppo di giovani, ha gli abiti in fiamme. E' ricoverata all'ospedale con ustioni di secondo grado alle braccia e alle gambe. Una fitta sassaiola blocca i poliziotti all'angolo di una via. Vengono sparati candelotti, ma i dimostranti li rilanciano contro le guardie. Gli agenti caricano: uomini e donne scappano disordinataFrancesco Fornari (Continua a pagina 2 in prima colonna)

Persone citate: Carmela Veltre, Fornari, Santillo

Luoghi citati: Ponte S. Luigi, Reggio, Reggio Calabria, Sbarre Centrale