Canada: legge marziale per straniare i terroristi

Canada: legge marziale per straniare i terroristi E' la prima volta dopo la guerra Canada: legge marziale per straniare i terroristi Operazione « allarme rosso » : migliaia di militari mobilitati, massicci rastrellamenti - Ultima offerta al « Fronte » : 5 detenuti politici in cambio dei 2 ostaggi (Nostro servizio particolare) Montreal, 16 ottobre. Il governo del Canada ha proclamato oggi la legge marziale nel paese, dopo aver preso atto che nella provincia del Quebec esiste uno stato di « apprehended insurrection ». Il termine significa che l'insurrezione è stata accertata e non soppressa. Poco prima dell'alba di stamane, ricevuti dal capo del governo locale del Quebec, Bourassa, e da altre autorità di Montreal messaggi che spiegavano gli ultimi sviluppi della situazione, il premier canadese Pierre Trudeau, ha annunciato che invocava le speciali disposizioni del tempo di guerra (wartime measures Act) per mantener la legge e l'ordine del Paese: un provvedimento che non era stato mai preso qui in epoca di pace. Poteri d'emergenza Alla Camera dei Comuni canadese, Trudeau ha delineato i dettagli dei poteri di emergenza che vanno assai lontano per quel che concerne gli arresti senza mandato e le perquisizioni. Il Premier ha nominato il Front de libération du Quebec — l'organizzazione che ha rapito e tiene in ostaggio il diplomatico inglese James Cross e il ministro del Lavoro del Quebec Pierre Laporte — come una « entità illegale e fuorilegge ». Subito dopo la proclamazione è cominciata una operazione di « allarme rosso ». Nella provincia del Quebec la polizia ha cominciato massicci rastrellamenti e fino a questo momento oltre 250 persone sono state arrestate, quali membri del «Fronte», o sospetti simpatizzanti del separatismo. I fermi più numerosi sono avvenuti a Montreal, ma se ne sono avuti pure in città lontane come Utili, Chicoutimi, sulla riva settentrionale del San Lorenzo, e Rimouski, sulla sponda del fiume Gasili-. Gli arresti continuano ora per ora. La polizia detiene ora figure note come Michel Chartrand, leader militante dei 67 mila membri della sezione di Montreal per la confederazione delle Trade Unions, sostenitore aperto del Front de libération; Pierre Fallières, già imprigionato per 14 mesi senza processo per sospette attività terroristiche; e il suo collega e compagno di detenzione Charles Gagnon. Robert Lemieux, l'avvocato che rappresentava i terroristi implicati nei due rapimenti nelle trattative avviate con-le autorità, è stato prelevato dal suo albergo nella parte vecchia di Montreal. Qui fino a tardi la notte scorsa egli aveva discusso con il mediatore nominato dal governo. Apparentemente la provincia è calma, ma l'atmosfera è fortemente tesa mentre grossi contingenti di truppe avanzano per occupare i punti strategici. Mille paracadutisti sono giunti da Edmonton, nell'Alberta, altri 500 sono arrivati dal New Brunswick. Ci sono inoltre mille uomini del Secondo reggimento reale in pieno assetto di guerra. Molti distaccamenti presidiano gli edifici pubblici, altri collaborano con la polizia. L'intervento dell'esercito era stato richiesto ieri dal primo ministro locale, Bourassa, in un appello urgente ad Ottawa dopo la rottura dei negoziati con i rapitori. Alle nove di sera si è appreso della drammatica offerta ultimativa del governo del Quebec ai terroristi: per il rilascio di James Cross e Pierre Laporte si era disposti a scarcerare cinque dei cosiddetti « detenuti politici » menzionati dal Fronte, e non ventitré come richiesto. Bourassa disse che lo scambio .sarebbe avvenuto con l'assistenza della Croce Rossa internazionale oppure del consolato di Cuba a Montreal. Si sarebbe messo a disposizione dei cinque anche un aeroplano per il loro trasporto in Algeria oppure a Cuba. « Presa in giro » Le rimanenti condizioni avanzate dalla organizzazione ribelle — quali la consegna di 500 mila dollari in oro — erano respinte. L'offerta «definitiva» aveva l'approvazione del gabinetto di Ottawa e scadeva alle tre di stamattina. La reazione del rappresentante dei terroristi, Lemieux, era immediata. Egli definiva la proposta « un'incredibile presa in giro», aggiungendo che il suo mandato nelle trattative era finito. Poche ore dopo il legale veniva arrestato. Senza contatti con il «Fronte» la situazione si deteriorava in fretta. La polizia si rendeva conto di dover agire in fretta se si voleva sperare di salvare gli ostaggi. Giungeva pure la notizia che numerosi leaders politici erano stati minacciati in varie parti del Paese: tra di essi, il sindaco di Vancouver. Così si inviavano a Ottawa i dispacci con l'invito alla proclamazione delle «misure di guerra». Queste sono un apparato legale drastico e pericoloso se in mani sbagliate. Il gabinetto ne deriva la facoltà di poteri immensi: quali censura, controllo delle pubblicazioni e di tutti i mezzi di comunicazione, arresto senza mandato, deportazione. Il premier Trudeau ha detto che le misure resteranno in vigore fino al 30 aprile 1971, sottolineando che esse sono intese a combattere il «Front de libération» e non ad altri fini, sebbene riducano praticamente a nulla le libertà civili. Copyright di « The Times » e per l'Italia de «La Stampa»