Al Wankdorf con grinta di Giovanni Arpino

Al Wankdorf con grinta Al Wankdorf con grinta Nonostante gli impegni di parecchi nostri nazionali (ed in particolare di quelli del Cagliari) i calciatori azzurri devono dare battaglia nella partita amichevole di domani con gli elvetici (Dal nostro inviato speciale) Berna. 15 ottobre. La Nazionale è a Berna e i tifosi, come sempre, si apprestano a rifare grappoli umani intorno ai televisori per rallegrarsi, discutere, contesture, criticare, applaudire ì loro Azzurri. All'incontro di Berna la squadra italiana si avvia con un misto di serenità e vecchi dubbi. Gli unici uomini sicuri sono i cagliaritani, che hanno aperto un largo credito alla rappresentativa azzurra. Ce la faranno dati gli impegni da sostenere? Albertosi, Riva, Domcnghini, Cera. Gori, dopo la trasferta in Svizzera, dovranno affrontare l'Atletico Madrid in Coppa (21 ottobre) ripartire per Milano dove incontreranno l'Inter (25 ottobre) radunarsi con gli altri Azzurri per la gara del campionato europeo a Vienna (31 ottobre) e ripartire per Madrid dove avverrà il « ritorno » con l'Atletico (5 novembre). In quindici giorni, cinque gare tutt'altro che tacili, una tensione nervosa che deve mantenersi al giusto livello e la speranza che nessun minimo incidente blocchi un solo uomo della squadra campione. Il football italiano sta chiedendo molto alla società sarda, proprio in un momento in cui questa va perdendo le facili simpatie raccolte negli anni passati. Il favore popolare scema intorno all'asse Scopigno-Riva, ed è futalc, dato che la squadra e titolata, quindi da battere, non appartiene più al rango dei « minori di lusso » ma all'elite del calcio europeo Berna è un primo « test ». e benché amichevole non lo si può certo prendere con leggerezza. Riva deve neon fermare la sua potenza "he la trasferta messicana hu messo in crisi, tutti gli altri dovranno affrontare una squadra che, per festeggiare il 74* anniversario della sua federazione, ci terrà moltissimo non solo a contrastare gli italiani ma-magari a batterli. Certe «amichevoli» nascono tra l'indifferenza e col sorriso del salotto domenicale, certe altre nascondono motivi e puntigli che vanno al di là della festa apparente. In ogni caso, non esistono « amichevoli » per il tifoso, che vuole football combattuto e credibile sempre, ed è organicamente restio a classificare le gare come semplici allenamenti seppure altolocati. L'affetto persino eccessivo che si stringe intorno alla Nazionale è sentito in modo traumatico dagli atleti, gelosi del loro posto, convinti (anche troppo) delle proprie qualità, e spesso incauti nelle chiacchiere confidenziali, in quel viavai di critica, autocritica, pettegolezzi di corridoio che ronzano fastidiosamente intorno a ogni raduno, ogni viaggio, ogni « ritiro », ogni fuse della preparazione- Il tifoso ingenuo pretende la battaglia, lo smemoramento che gli deriva dall'assistere agli arrembaggi tipo ItaIta-Germania nel giugno scorso Sarà bene dirlo una volta pei tutte quella mezz'ora di calcio in Messico non la si vedrà più torse pei altri ventanni Non In neppure vero football, ma una sorta di « trance » agonistica che visse e si consumò proprio ribaltando gli schemi di gioco, innestata su errori, improvvisazioni, furori atletici. Neppure volendolo, potrebbe essere ripetuta dagli stessi uomini, anche se proprio a quel ricordo si lega l'affetto, si lega l'attesa che i tifosi portano alla Nazionale di oggi. La Nazionale deve ritrovarsi, bloccare le correnti di veleno che le circolano dentro (un po' di tossine, ma anche molti sospetti inutili, qualche rivalità da comporre, qualche astio da cancellare). Ricomincia con Berna un capitolo diffìcile. Gli uomini in azzurro avevano acquisito una mentalità di fronte a un determinato obbiettivo: che si chiamava Messico. Oggi è necessario che dimentichino quegli allori, già archiviati anche se da difendere sul campo, e si rifacciano un « quadro » mentale adatto al campionato europeo, che sarà durissimo. I tifosi devono pretendere molto, perchè è proprio da questo pungolo che la Nazionale trae ispirazione e forza Molta critica appare evasiva o arroccata ancora su vecchie posizioni, mentre sarebbe necessario che il discorso intorno agli Azzurri perdesse le superflue animosità cartacee e acquistasse il contributo di nuovi argomenti. Si dice, da varie parti: finirà nel solito pareggio, è Vienna che conta. Conosciamo i nostri calciatori. Guai a dirgli che non si combatterà dopodomani. Scenderebbero in campo in pantofole. Vincere a Berna è necessario. Non solo per onorare i « quarti di nobiltà » che la Nazionale vanta, ma per predisporsi a uiia lotta europea che sarà lunga e senza risparmio di colpi. Quindi, a Berna tutti i tenori dimostrino di saper cantare nel coro. Nel calcio l'esame a ottobre nessun ministro l'ha ancora abolito. Giovanni Arpino Gigi Riva

Persone citate: Albertosi, Cera, Gigi Riva, Gori, Riva, Sarà, Scopigno