Due morti, gravi danni ad Arquata Scrivia

Due morti, gravi danni ad Arquata Scrivia Le acque del torrente si ritirano lasciando rovine Due morti, gravi danni ad Arquata Scrivia Le vittime sono un casalese trascinato con la sua auto dalla corrente e un ragazzo travolto da un ponte crollato (Dal nostro inviato speciale) Arquata Scrivia, 9 ottobre. La grande paura è passata. Almeno per ora. Gli abitanti della Valle dello Serivia, sparsi nei piccoli centri che gravitano attorno a Tortona, possono stasera tirare un sospiro di sollievo. 11 loro fiume, ingrossatosi a dismisura con le piogge raccolte lungo lo scosceso Appennino ligure battuto dal nubifragio, è tornato nel suo alveo naturale. Ma le acque fangose si sono portate via due vittime nella drammatica e spaventosa giornata di ieri. E al di là degli argini, nelle campagne e in alcune fabbriche allagate, hanno fatto in poche ore centinaia di milioni di danni. Di fronte a quello che poteva succedere, se in Liguria continuava a piovere, non è comunque un bilancio catastrofico. C'è stato un momento ieri pomeriggio in cui veramente tutti erano convinti che qualcosa di grave stesse per abbattarsi sulla vallata: Serravalle era in pericolo; in pericolo erano Isola Sant'Antonio e altri borghi vicini a Castelnuovo. E il fiume si faceva sempre più minaccioso. Invece a poco a poco è tornata la calma, ha smesso di piovere. E stasera in un bar, davanti a una bottiglia di dolcetto, un vecchio di Isola può dirmi con un sorriso: « Lo Scrivia fra le case, io non l'ho mai visto. E non ci verrà mai ». Proprio a Isola s'è avuta ieri la paura maggiore. Dopo avere visitato gli argini dello Scrivia, che scorre a un chilometro dal paese e si getta poco dopo nel Po, funzionari del Genio Civile di Alessandria si erano dichiarati del tutto pessimisti, tanto che il prefetto aveva in serata dato l'ordine alla popolazione di rifugiarsi altrove. Ma i mille e duecento abitanti sono rimasti quasi tutti, nonostante i ripetuti inviti dettati per megafono dal segretario comunale. Solo un centinaio hanno obbedito e sono andati nei paesi vicini, in ospizi oppure a casa di parenti. Sta- mane anche loro se ne sono comunque tornati tranquillamente a casa. Lo Scrivia, nella zona, ha rotto gli argini in due punti, allagando i campi e squarciando le strade che da Castelnuovo portano a Sale da un lato e a Guazzora dall'altro. Nelia prima ha aperto una voragine d'una settantina di metri di lunghezza, profonda dai cinque ai dieci metri. Qui ha trovato la morte una delle due vittime della valle. E' un commerciante di 54" anni, Luigi Confalonieri, che abitava a Casale Monferrato in via Oberdan 19 ed era venuto da queste parti per una visita d'affari. Vicino a Isola Sant'Antonio, lungo il fiume, l'inondazione ha « ghermito » alcune cascine. L'acqua è arrivata subito ad un'altezza di due metri. I pochi agricoltori hanno trovato rifugio pi piani superiori, e sono anche riusciti a salvare quasi tutto il bestiame: solo qualche mucca e alcuni vitelli sono stati trascinati via dalla corrente. Sulla sponda destra dello Scrivia, in territorio Molino dei Torti, la fornace I.l.v.o. è stata completamente allagata: i danni sarebbero superiori ai 200 milioni. Catastrofico bilancio anche per la fabbrica di concimi chimici S.a.f.f.o. a Serravalle Scrivia, i cui impianti sono stati distrutti. Ad Arquata Scrivia la seconda tragedia. Stasera si cerca ancora invano il corpo di Marco Odino, il giovane studente di 17 anni trascinato nei gorghi ieri pomeriggio dal crollo improvviso d'un ponte. Il drammatico episodio, che poteva costare la vita ad una altra decina di persone, è avvenuto a poche centinaia di metri dalla statale per GenoI va, sullo stretto viadotto che ppDa | da Arquata porta alla picco la frazione di Vocemola. Sulla riva, assieme allo spe I ciale reparto dei carabinieri I eli Novi che compie le riceri che. c'è l'immancabile folla i di curiosi. E ci sono anche, un po' pesti e malconci, gli I amici che erano con la vìttima in quei terribili momenti. Nei loro occhi, nelle loro tremanti parole, c'è ancora il ricordo della spaventosa avventura. Erano in una decina, fra cui il viceparroco del paese, dor Paolo Verri. Sono andati a vedere la piena sul ponte di Vocemola: «Ci incamminiamo sul viadotto — racconta Antonio Gialdi. un operaio d: 27 anni —- facciamo pochi passi e così, d'improvviso, vediamo la strada alzarsi, il ponte gonfiarsi e incurvarsi. Davanti e dietro dì noi si aprono, senza uno scricchiolìo, due immense voragini. Corriamo tutti verso la riva, ma non ce la facciamo a metterci in salvo. Rotoliamo tutti nell'acqua mentre il ponte si alza sempre più, come manovrato da una mano invisibile ». «In questo punto — interviene l'amico Ugo Ponta, di 21 anni — io ho pensato che fossimo tutti perduti. Terra e pietre ci grandinavano addosso. Cercavamo di salire sulla riva, ma le ondate ci respingevano in basso. Alla fine ce l'abbiamo fatta: ci siamo contati tutti, quasi con un presagio nel cuore. E infatti tra di noi mancava Marco ». Le ricerche sono subito cominciate, mentre don Verri, che era vistosamente ferito, veniva portato all'ospedale di Arquata: gli riscontravano la frattura di tre costole e contusioni al viso. E' ancora oggi in stato di choc, e riconosce a stento gli amici che vengono a trovarlo. Riesce soltanto a mormorare: « Una scena agghiacciante, che nessuno di noi potrà dimenticare finché vìve». Carlo Sartori

Persone citate: Antonio Gialdi, Carlo Sartori, Isola, Luigi Confalonieri, Paolo Verri, Ugo Ponta, Verri