Non è vero che l'inflazione sia il prezzo dello sviluppo
Non è vero che l'inflazione sia il prezzo dello sviluppo Al congresso nazionale dei commercialisti Non è vero che l'inflazione sia il prezzo dello sviluppo Vivace replica di Dell'Amore agli interventi sulla sua relazione (Nostro servizio particolare) Roma, 8 ottobre. Una vivace replica del prof. Dell'Amore agli oratori intervenuti sulla sua relazione di ieri in tema di stabilità monetaria, ha caratterizzato stamane la ripresa dei lavori del congresso nazionale dei dottori commercialisti. Dopo aver espresso qualche perplessità sui Fondi d'investimento, Dell'Amore ha sostenuto che per un effettivo rilancio della Borsa occorre interessare direttamente i risparmiatori al mercato azionario. A proposito di squilibri territoriali, Dell'Amore ha richiamato l'attenzione sul fatto che non ci sono soltanto quelli tra Nord e Sud, ma anche quelli all'interno di una stessa regione. Ed ha citato l'esempio della Lombardia dove, accanto alla provincia di Milano che ha registrato negli ultimi anni un aumento della popolazione del 40 per cento, ci sono province come Mantova e Cremona la cui popolazione è scesa del 10 per cento. Il problema degli squilibri va perciò visto in un contesto globale. Secondo Dell'Amore, « non bastano al Sud le industrie di base: occorre anche una classe imprenditoriale che dia vita a medie e piccole aziende, veri centri motori del progresso. I massicci investimenti pubblici non saranno sufficienti, finché non avremo un "vivaio" d'imprenditori ». Egli ha quindi ripetuto un concetto che gli è caro: non esservi contrasto fra sviluppo e stabilità monetaria. L'inflazione non deve essere il prezzo da pagare per lo sviluppo, anche un sia pur lieve slittamento è più nocivo che i utile. Quanto alle tesi favo- revoli al « consumismo », le ha respinte affermando che non il consumo, ma il risparmio è il principale fattore di progresso. Bisogna perciò insegnare alla gente a consumare in proporzione alle reali capacità. Il dott. Luigi Chiaraviglio ha quindi svolto la seconda relazione congressuale, dedicata al problema dell'armonizzazione legislativa nell'ambito del Mec in materia di fusioni e concentrazioni di società. Egli ha lamentato che lo strumento giuridico classico, quello della fusione, sia oggi d'impossibile applicazione a causa della diversità normativa dei vari paesi in tema di cogestione, di circolazione delle azioni, di trattamento fiscale dei dividenti, ecc. Ha perciò suggerito di battere l'altra strada possibile, quella dell'acquisto di quote di partecipazione e della formazione di gruppi, ispirandosi alla legislazione vigente nella Germania federale. ar. ba.
Persone citate: Cremona, Dell'amore, Luigi Chiaraviglio
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