La rivoluzione degli scatoloni

La rivoluzione degli scatoloni Trasporto merci al ritmo di produzione La rivoluzione degli scatoloni I « containers » riducono al minimo i tempi di carico, su lunghe distanze permettono economie del 30-40 per cento - I porti si adeguano al nuovo sistema Il container rappresenta il fattore di punta di questi nostri tempi d'organizzazione e di accelerazione, un sistema rivoluzionario per il trasferimento delle merci dalla produzione al consumo. Nato intorno agli Anni Venti 'per il trasporto di cotone d'una compagnia inglese, il sistema degli « scatoloni » permette di sincronizzare l'aumentato ritmo produttivo con quello distributivo, consente una piena utilizzazione dei mezzi di trasporto. Il primo vantaggio si ottiene al termine della catena di montaggio: il container elimina le cosidette « rotture di carico », cioè quelle perdite di tempo dovute ai passaggi del prodotto dal magazzino al mezzo di trasporto, o da un veicolo ad un altro automezzo. La.merce collocata in questi grossi contenitori, che sono staccabili dai telai dei camion e dei treni, raggiunge subito i porti, e con altrettanta velocità viene messa nelle stive delle navi. Il sistema dei containers riduce notevolmente i costi. Infatti gli autocarri tradizionali stanno per 2/3 del tempo in sosta e soltanto per 1/3 viaggiano; il parco ferroviario italiano in media utilizza i carri merci al 50 uo; una nave trascorre il 55 0-b della sua vita nel porto, il 45"b in navigazione. La causa di questo basso sfruttamento è la lentezza rimasta da decenni pressoché costante nelle operazioni di carico e scarico, di stivaggio, di bloccaggio della merce. Ad esempio, per riempire una nave di 12 mila tonnellate di portata si impiegano circa dieci giorni, mentre il viaggio GenovaNew York viene compiuto in sette giorni. Sostituendo la nave tradizionale con una container è stato calcolato che la sosta in porto si riduce a 34 ore. La rivoluzione dei contenitori ha investito i Paesi ad economia evoluta, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, dall'Australia all'Olanda, dalla Francia alla Norvegia. Gli scatoloni giganti hanno modificato profondamente l'intero sistema dei trasporti: richiedono navi speciali appositamente progettate e costruite per il traffico « da porta a porta»; esigono impianti portuali ed ormeggi attrezzati con gru e pontoni di notevole potenza, grandissime aree dove « parcheggiare » i contenitori in attesa di impiego, i telai dei semi-rimorchi oppure i pianali dei carri ferroviari sui quali viaggeranno i containers in arrivo; reclamano i grandi « van » (simili a quelli che trasferiscono i cavalli da razza da un ippodromo all'altro), oppure treni completi con una frazione particolarmente potente. Si calcola che per tutti i traffici a media e lunga distanza da e per i porti italiani l'introduzione del sistema a « scatoloni » possa interessare una quota pari ad oltre il 50 0b del valore globale degli interscambi. Inoltre una comparazione dei costi per tutte le merci in importazione ed esportazione sulla rotta Italia-Stati Uniti mette in luce vantaggi economici a favore del nuovo sistema che si esprimono in riduzioni di costo del 30-40"M). Gli armatori Italiani hanno già realizzato le prime unità specializzate, le industrie fabbricano containers di serie. Anche i porti lentamente si stannò attrezzando. Il 23 luglio dello scorso anno, a Genova, è entrato in funzione il primo terminal specializzato del Mediterra¬ npadc(ncpgplclsCcSlèda neo (in meno di può compiere il ad un molo normale richiederebbe dieci giorni). Di recente la società sarda PTM (Porto Terminal Mediterraneo), formata dalla Sflrs, Società Finanziaria Industriale per la Rinascita della Sardegna (al cui capitale partecipa in posizione preminente la Regione sarda), dalla società Bonifica di Roma e dalla Italstat dell'IRI, ha presentato un progetto per un Centro di smistamento di containers a Cagliari. L'esigenza di costruire in Sardegna un porto industriale modernamente attrezzato è venuta maturando nel corso degli ultimi anni in seguito al decollo economico dell'isola. Inoltre sono state fatte altre considerazioni: il traf- due giorni lavoro che male richierni). Di resarda PTM Mediterraa Sflrs, So Industriale della Sardedue giorni j fico delle merci « containerizlavoro che | zabili » supera annualmente nel bacino del Mediterraneo i 19 milioni di tonnellate per circa un milione e mezzo di « scatoloni »; i porti italiani nel loro complesso partecipano per circa il 50 per cento al traffico globale. Nel progetto si legge che a Cagliari è possibile creare subito un porto terminale di qualsiasi dimensione (si prevede una spesa di undici miliardi per i primi 300-400 ettari di piazzali e la.sistemazione attrezzata di 50 ettari). « La scelta di Cagliari, aggiungono i progettisti, non pone il problema di concorrenza \,tra i porti, ma tende anzi a potenziare la posizione di tutti i più importanti scali esistenti ». Pierangelo Coscia

Persone citate: Pierangelo Coscia