E possibile con 450 uomini tutelare tutta la provincia?

E possibile con 450 uomini tutelare tutta la provincia? Difendiamo la città e i suoi abitanti E possibile con 450 uomini tutelare tutta la provincia? La Squadra Mobile dispone di 300 agenti e 10 radiomobili che perlustrano la città - I carabinieri hanno 150 uomini e 30 radiomobili per un territorio in cui vivono 2.200.000 persone - Si possono esigere servizi 24 ore su 24 per i compensi fissati alle forze dell'ordine? Un agente ogni 4500 abitanti: Torino è forse la città che ha il minor numero di poliziotti. Abbiamo visto nei giorni scorsi la situazione di altre grandi città: Parigi, Londra, New York, dove il rapporto fra polizia ed abitanti scende a un agente ogni 800 abitai.ti o addirittura: 1 a 400. Nella nostra città gli uomini delle forze dell'ordine sono costretti a turni di lavoro massacranti e non riescono a far fronte a tutte le necessità. Quanti sono e come sono suddivisi gli agenti di polizia? A Torino ci sono 12 commissariati: un tempo ce n'era uno per borgo, poi alcuni sono stati sop pressi per mancanza di personale. Ogni commissariato dovrebbe disporre di 28 agenti. Diciamo do vrebbe, perché in realtà sono molti di meno. Di questi, quattro o cinque sono impegnati per il servizio di vigilanza alle banche, al tri devono sbrigare montagne di pratiche amministrative. Uomini disponibili ne restano pochi e devono svolgere un'infinità di servizi: dal controllo dei cinema e degli spettacoli agli accertamenti sulle licenze, denunce di irregolarità, scomparsa da casa, segnalazioni di furti. La squadra mobile, nerbo centrale della polizia, ha una forza di 300 uomini, suddivisi in sette sezioni: squadra omicidi, furti, trulle e gioco d'azzardo, furti d'auto, Volante, ordini di carcerazione e buon costume. A questi agenti è affidato il non facile compito di sorvegliare una citta che con la cintura conta un milione e 60(1 mila abitanti. La Volante dispone di dieci radiomobili in servizio ininterrotto: ogni porno al centralino della questura arrivano centinaia di telefo nate e le auto devono correre da un capo all'altro del territorio, senza soste. Un inquilino che ha smarrito le chiavi, un litigio, un ubriaco che importuna i passanti, un giradischi che suona a tutto volume, una gimkana di teppisti, vandali che fanno la sassaiola contro i lampioni. Poi ci sono i furti, gli scippi, le rapine. Se accade un fatto grosso, l'assalto armato a una banca, una sparatoria o un omicidio, le radiomobili vengono convogliate sul. po. sto, è l'allarme, si fanno i posti di blocco, si inseguono e controllano le auto sospette. Naturalmente il resto della città rimane scoperto. All'opera della polizia si affianca quella dei carabinieri. La situazione in questo settore è anche più precaria. li nucleo del pronto intervento dispone di un centinaio di uomini con 30 auto. Quello del nucleo investigativo può contare su 50 carabinieri. A ioro è affidata ja vigilanza sulla città e sull'intera provincia: aue milioni e 200 mila abitanti. Esistono otto comandi intermedi, con 16 radiomobili e un numero molto esiguo di carabinieri. Questi uomini devono provvedere ad un cumulo impressionante di mansioni: dalla scorta delle autorità al servizio nelle aule dei Tribunali e delle Preture. Parecchi si assentano, anche per lunghi periodi, per frequentare corsi di perfezionamento. Sul numero influiscono anche le licenze indispensabili, i riposi di turno settimanali f quando si possono farei, le malattie. Torino, l'abbiamo già detto, dovrebbe disporre di almeno rinomila uomini. Con mezzi adeguati. La città n'ingrandisce a vista d'occhio, ia popolazione aumenta, ma il numero degli agenti resta immutalo o tende a diminuire. Quanti accettano una vita di sacrifici per i modesti compensi fissati dallo Stato? Dice il dottor Montesano, capo della Squadra Mobile: — Torino è una città difficile perché, a differenza di quanto accade in altre metropoli, la delinquenza ha la sua roccaforte nel centro urbano. Altrove invece le zone critiche sono nella periferia ed è più agevole esercitare un controllo. Il centro storico di Torino, con le sue vecchie case, le soffitte affittate a poco prezzo, le strade strette, offre un comodo rifugio ai delinquenti. Diffìcile sorvegliare una zona così vasta nel cuore stesso della città. Torino soffre di tutti i mali delle città in espansione. Ogni giorno arrivano centinaia di persone da altri paesi. Una parte riesce ad inserirsi nella nuova società. Gli altri, una minoranza, si emarginano. Non potendo, o non volendo, partecipare alla vita attiva, vivono di espedienti. La prostituzione dilaga. L'energico intervento del Comune e delle forze di polizia ha scacciato prostitute e travestiti dal Valentino. Ma. il problema in città non è stato risolto. Si sono spostati altrove e attorno a loro gravita un esercito di tristi figure: sfruttatori, ladri, rapinatori. Come possono agire polizia e carabinieri? Nell'ambito delle leggi esistenti con una più assidua e tenace sorveglianza. Occorre un'opera implacabile di disturbo In ogni viale, in ogni quartiere. Solo così la prostituzione può essere spinta fuori città o nelle sue sordide tane. Ma per ottenere simili risultati è necessario rinforzare le esigue schiere delle forze dell'ordine. Abbiamo detto che 11 loro numero dovrebbe essere portato almeno a duemila, un agente ogni 800 abitanti. Lo stesso discorso vale per 1 vigili urbani. Sono circa un migliaio, di cui 300 impiegati nel servizio della viabilità. Gli altri sbrigano una mole di oscuro e ponderoso lavoro amministrativo e non possono contribuire in nessun modo ài servizio di sorveglianza. Ci sembra assurdo che questi vigili vengano utilizzati come messi comunali o come fat¬ torini, sottraendoli al compiti specifici del loro Corpo. Sono previste nuove assunzioni e il Comune spera di poter portare il numero degli effettivi a 1500. Sarebbe auspicabile realizzare a Torino quello che si fa a Londra da anni: il vigile di quartiere. La sua presenza costante darebbe sollievo e sicurezza agli abitanti.

Persone citate: Montesano, Volante