Torna Hemingway scrittore di mare

Torna Hemingway scrittore di mare CON "ISOLE NELLA CORRENTE,, Torna Hemingway scrittore di mare In un clima non privo di emozione, meglio di curiosità, giacché il mito chc volontariamente, o per caso, Ernest Hemingway alzò a suo piedistallo ancora dura a dicci anni dalla morte, è finalmente apparso nelle edizioni di Scribner, a New York, l'atteso suo romanzo postumo: Isole nella Corrente. E' il primo e più completo ritrovamento tra i trecento fascicoli di appunti e di quaderni inediti conservati nel sotterraneo blindato di una banca di Wall Street. In apertura, un breve avvertimento della vedova: nulla è stato aggiunto o modificato nel manoscritto originale. Il risvolto di copertina non esita a definire il romanzo un unicum nella vasta produzione dello scrittore « per la varietà dei temi e degli umori ». Contiene, afferma, quel misterioso senso della vita c dell'azione caratteristico nelle pagine di Ernest Hemingway, dai primi racconti fino a II vecchio e il mare; accoglie e riconsegna quel calore memorialistico che ispirò Festa mobile; ma, in più, possiede un fascino chc nei precedenti libri appariva raramente: un ricco e riposante senso di ,humour che, ironico e ribaldo, ravviva una scena dopo l'altra. Mary Hemingway, in un'intervista ,al New Yor\ Times .del 12 settembre, preannunziando l'uscita del romanzo («/V migliore e più rifinito tra i molti manoscritti lasciati da Ernest ») già avvertì che nulla vi era stato immesso: «-Ho battuto a macchina io stessa le parti scritte a matita, sulle quali Ernest aveva fatto annotazioni marginali. Sono state tagliate solo ripetizioni e ridondanze, ma il pubblico non perderà nulla di quanto egli desiderava venisse letto ». E aggiunse che Thomas Hudson, il pittore protagonista, non muore, come si potrebbe presumere alla fine della storia, solo perché fu lei a scongiurare il marito di non ucciderlo, « di dargli una possibilità di salvezza ». Perché Ernest Hemingway voleva farlo morire? «Perché questo era il modo più semplice e bello per concludere il romanzo ». Isole nella Conente è diviso in tre parti, ambientate a distanza di tempo tra Bimini, un'isola nella Corrente del Golfo, e Cuba. Protagonista è il pittore americano Thomas Hudson: un uomo maturo che ha sulle spalle l'esperienza di due matrimoni falliti dai quali ha avuto tre figli maschi; è comunque un artista « arrivato », con un mercante che vende bene la sua produzione a New York ed una rendita la quale gli permette di vivere dove vuole e come gli pareHudson anche nel fisico è lacontrofigura evidente di Ernest Hemingway degli Ann50: come il coetaneo scrittore egli sta attraversando una stagione di crisi. A Bimini si è costruita una casa e, ad apertura del romanzo, egli attende i tre figli che verranno a trascorrere con luun mese di vacanza. E' felice di averli accanto ed è impaziente di godere la loro compagnia nella grande casa bianca sull'oceano dove ormai vive solo, curato da un servo negro, e dove casualmente lo raggiunge un suo amico, lo scrittore fallito Roger DavisLa prima parte del romanzo non è che la descrizione della vacanza di Hudson e desuoi ^figli. I ragazzi sono eccitati dalla novità dell'ambiente, dall'insolita e selvatica natura del mare, dal clima d'avventura in cui subito precipitano le assolate giornate. 11 padre ha organizzato con trepidazione la loro visita: lunghnuotate, pesca con maschere arpioni, pesca d'altura; sebbene siano tre adolescenti, Hudson li tratta alla pari, con l'ambizione di vederli già uomined armati di quel coraggio slenzioso e segreto che tantimportanza ha nell'universmaschile hemingwaiano. Alcuni capitoli sono senz'atro di eccezionale livello narativo: l'uccisione a colpi dmitraglia di uno squalo matello chc, durante una partitdi pesca subacquea, sta per avventarsi su uno dei figli; e l'episodio della mancata catturdi un grande pesce spada dparte di David: il ragazzo peoltre cinque ore trattiene al lenza il pesce e proprio quando l'enorme creatura marina, ormai arresa, sta per essere fiocimita, con uno strappo sfugge all'amo. E' il noto tema della grande occasione sfortunata chc più tardi alimenterà la parabola del pescatore Santiago ne II vecchio e il mare. I rimanenti risvolti di questa prima parte: una sbronza su uno yacht, prima dell'arrivo dei figli, il pugilato tra lo scrittore Roger e un milionario di New York, l'arrivo di una donna amica dello scrittore sono decisamente di tono minore. La vacanza termina e i ragazzi ripartono. Poco dopo Hudson apprende da un cablogramma che i due ragazzi minori, figli della sua seconda moglie, sono morti con la madre in un incidente automobilistico nei pressi di Biarritz. Dovrà recarsi in Europa per sistemare le conseguenze pratiche della tragedia e, sull'« Ile de France » esperimenta, tra amare e confuse meditazioni, che l'inferno di Dante può avere persino l'aspetto del ponte d'un transatlantico di lusso. La seconda parte si svolge alcuni anni dopo a Cuba durante la guerra mondiale. Hud- son comanda un motor-boat attrezzato per la caccia ai sottomarini tedeschi (ciò si riferisce ad una autentica esperienza di Ernest Hemingway, il quale nel corso della guerra fece armare il suo Filar per usarlo, senza successo, in azioni del genere) e vive sempre solo in compagnia di una dozzina di gatti, in una villa. La sua solitudine si è fatta ormai completa: anche il primogenito Tom, pilota d'aviazione, è morto in Europa. Forse per difendersi dal recente dolore e per distrarsi, egli si perde, per tutta una notte, in lunghe e vaghe conversazioni al bar di un nightclub. Ma proprio qui improvvisamente ritrova la prima moglie, attrice ancora attraente, capitata a Cuba per uno spettacolo organizzato dalle Forze armate. La narrazione perde ora nitore e fermezza c sfiora il grottesco: i due ex coniugi si rivedono con tanta simpatia che rapidamente finiscono a letto, fittamente ivi parlando d'amore, di lontani e tutti patetici ricordi e, infine, del figlio appena morto. Ma per fortuna la terza parte del libro ci restituisce un Hemingway all'altezza delle sue pagine migliori. Hudson, a bordo della barca, è in missione di guerra con sei uomini: un gruppo di marinai e ufficiali tedeschi, naufraghi di un sottomarino affondato, si'è rifugiato tra le insenature delle circostanti isole. Si inizia una disperata, meticolosa caccia all'uomo, ricca di una straordinaria tensione descrittiva. Hudson-Hemingway ha lasciato dietro le spalle le conversazioni inutili, le memorie del passato, la filosofante solitudine: c'è ora un personaggio vivo e in azione, a tutto tondo, e lo scrittore, ancora una volta, controlla da maestro la materia narrativa; c'è una forza conradiana in queste pagine finali del romanzo. Hudson, in uno scontro a fuoco, mane gravemente ferito: ma agonizzante vincitore della mozionante partita non muoe. Mary Hemingway, come è detto, supplicò il marito i salvarlo, di dargli una posbilità di sopravvivere. Come Carlos Baker ha ricorato nella.sua recente c minuiosa biografia {Hemingway: oria di una vita. Mondadori), sole nella Conente, risale, uanto a stesura, agli ultimi mesi del 1950. Ernest Hemingway attraversava allora una reve e felice stagione: era uello il periodo della sua re-azione sentimentale con una iovane donna italiana, Adriaa Ivancich, conosciuta poco empo prima a Cortina. Il liro doveva inserirsi in un cilo narrativo progettato in tre arti, intitolate « Il mare quano è giovane », « Il mare uando è assente » e « Il mare n esistenza ». La sezione terminata nel dicembre del 1950 Adriana e la madre erano alora a Cuba ospiti alla Finca) ra la seconda ora enucleata pubblicata. La stesura fu però messa da parte perché subito dopo Ernest Hemingway iniziò la toria del vecchio pescatore cubano e del mari ino gigante, on tale applicazione che il 17 gennaio del '51 ne aveva già critte seimila parole. In realà nel mese di marzo egli riornò a lavorare intorno a Thomas Hudson rifacendo la terza parte del racconto (la cacia ai sommergibilisti), la quae indubbiamente rivela alla ettura una più attenta elaboazione. E' singolare — lo riferisce Baker — il fatto chc Hemingway raccontasse di aver « avuto paura » nello scrivere questo episodio del romanzo e che addirittura sperasse di non metterlo mai in pagina; probabilmente dubitava della sua capacità di ricreare narrativamente un'esperienza personale, realmente vissuta. Quando il 17 maggio del 1951 finalmente finì di scriverlo, per festeggiare l'avvenimento ordinò « tre grosse e meravigliose bistecche al più elegante negozio di cibi americani > dell'Avana e bevve due bottiglie di Pommard. Fu quella, certamente, l'ultima delle sue stagioni creative. Seguì poi, con la pubblicazione de II vecchio e il mare, il rinnovato successo mondano e, a coronare il tutto, il Premio Nobel. Ma qualcosa si era già incrinato nello scrittore: in lui si andava forse disgregando quella ferma e disciplinata visione della vita che è indispensabile per rendere coerente ogni espressione d'arte e massimamente quella letteraria. Iniziarono per Ernest Hemingway viaggi e vagabondaggi: e furono, nello smarrimento, una fuga dall'impegno maggiore. Quell'idea dell'uomo che aveva glorificato e quel sentimento eroico del mondo .da lui perseguito, andavano rapidamente frantumandosi: Hemingway si ritrovò, così, superstite a se stesso. Fu questa la sua drammatica solitudinea prigione tremenda dalla quale decise di uscire, delirante e ammalato, con due colpdi carabina in fronte la mattina di una luminosa domenica del luglio 1961. Isole nella Corrente già preannunzia, nel convogliare splendide pagine in un flusso desitanti rimasticature narrativele ragioni del suicidio non lontano. Agli amici più intimi già confessava, allora, di lavorare a fatica (trabajando forzado)La perentoria avvertenza in limine al romanzo sottolinea isospetto di ritocchi e cuciturele non poche pagine compiute, di raggiunta poesia, rimangono, infatti, isole nella corrente d'una narrazione chprocede nascondendo una susegreta paura di esistenza. La sorregge, ancora una vota, la bella massima di Hotspuche il giovane Hemingwaaveva trovato nell'Enrico IV e subito fece sua, con unmodifica di esuberanza: «.Dquel fottuto cespo di ortichche si chiama pericolo, noi cogliamo il caro vecchio fiore dela fede e della fiducia in uuomo ». Ma a Thomas Hudson riuscì solo in parte, a denti stretti, a dare quella fiducichc egli ormai aveva perdute temeva «li non più ritrovarDomenico Porzio Ernest Hemingway