Delusioni e speranze della Catalogna

Delusioni e speranze della Catalogna "Ronda de mort a Sinera,, al Festival di Venezia Delusioni e speranze della Catalogna (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 5 ottobre. Poco male se con la rappresentazione a Palazzo Grassi della compagnia Adria Guai di Barcellona il Festival della prosa è uscito dal tema dell'uso moderno dei classici, in compenso abbiamo fatto conoscenza con il teatro catalano e con il maggior poeta di una regione della Spagna i cui abitanti stanno faticosamente ricostruendosi una cultura che il regime franchista aveva tentato di spazzare via nel 1939. Il poeta ' è Salvador Espriu, oggi cinquantasettenne, al quale il conterraneo Ricard Salvat, regista e drammaturgo, ha reso omaggio presentando Ronda de mort a Sinera. Il catalano è una lingua armoniosa, assai simile alla nostra anche più dello spagnolo, ed è per chi lo parla il mezzo e il fine di una battaglia per l'autonomia che si combatte ormai da trentanni. E' naturale quindi che le sofferenze, le lotte, le speranze della Catalogna, e an¬ che i suoi risentimenti contro il duro centralismo del governo madrileno, affiorino continuamente in questo spettacolo che è un montaggio di testi teatrali e poetici di Espriu. Il primo nucleo risale al 1963 e da allora è venuto crescendo in quella che il Salvat chiama un'« opera aperta » e che egli considera fondamentale nel repertorio della compagnia Adria Guai. Ronda de mort a Sinera intreccia diversi episodi con il filo di un'Arianna che guida un Teseo, cioè il poeta Salom, che è poi lo stesso autore, nel labirinto della vita dal quale la morte, calata in una ieratica apparizione di donna vestita di nero, prende di volta in volta le sue vittime. Presente e passa'to si mescolano 1 nella mente di Salom che, introdotto da un cantastorie cieco, rievoca alcune figure della sua fanciullezza a Sinera fnome rovesciato di Arenis, un paese non lontano da Barcellona dove stavolta Espriu è nato) e narra, o fa narra¬ re, storie della sua gente. Non tutto dapprima è comprensibile per un pubblico che, oltre alla barriera della lingua, deve superare quella di una scarsa conoscenza (ma Espriu è ora tradotto anche in italiano) delle tradizioni e della cultura catalane. Ma, ad esempio, la pantomima di Ester, affidata ad attori irrigiditi in movenze burattinesche, si capisce subito che vuole alludere a una certa somiglianza di destini degli ebrei con i catalani. Chiarissimo poi, e divertente nella sua popolaresca freschezza, è un intermezzo dove la concubina di un libero pensatore, che si trova in punto di morte cerca con l'aiuto di un sagrestano di indurre l'uomo a convertirsi e a sposarla in extremis. Ma è nel secondo tempo che lo spettacolo lievita e si arricchisce con il compianto per un operaio morto in un incìdente di lavoro e con un'altra impressionante pantomima che nella lotta mortale fra due ciechi adombra gli orrori della guerra civile. In entrambi i casi, tralucono motivi di polemica sociale e politica dai quali è facile ar guire da che parte stia l'ex repubblicano Espriu, il quale per altro è fiero di non avere abbandonato mai il proprio paese. E il finale è assai suggestivo: tutti i per- sonaggi, compreso lo stesso poeta, si prendono per mano e condotti dalla morte escono dal labirinto per scendere a passo di danza nel nulla. Risuonano nei versi e nelle favole di Espriu gli echi di Valle Inclan, ma si potrebbero fare anche i nomi di Lorca, Alberti e di altri per una vasta opera poetica di cui Ronda de mort a Sinera offre un'interessante antologia. E lo spettacolo che ne è stato tratto dal Salvat, affollato da più di trenta interpreti, è forse rozzo e certamente ingenuo, ma dà l'impressione di una commovente fedeltà a un autore al quale questa giovane e ancora inesperta compagnia ha lega to la sua fortuna. Alberto Blandi

Persone citate: Alberto Blandi, Ester, Ricard Salvat, Salvat

Luoghi citati: Barcellona, Catalogna, Spagna, Venezia