Alla ricerca dell'intesa per iI voto sul divorzio di Carlo Casalegno

Alla ricerca dell'intesa per iI voto sul divorzio Oggi riprende il dibattito al Senato Alla ricerca dell'intesa per iI voto sul divorzio Rappresentanti dei partiti favorevoli e contrari al progetto Fortuna-Baslini si sono incontrati per iniziativa personale di Leone - Pare che i divorzisti non sì irrigidiranno su alcuni emendamenti, purché abbiano delle garanzie - Oggi riunione "per approfondire le rispettive posizioni" (fDal nostro corrispondente) Roma, 5 otto.bre. Divorzisti e antidivorzisti cercano di evitare che il voto al Senato sulla legge Fortuna porti ad una crisi grave. Incontri e riunioni si succedono da stamane, sono in corso nella notte. C'è un termine. Domani riprende il dibattito sui singoli articoli della legge, comincia la battaglia dura degli emendamenti, il voto segreto rende tutto incerto: entro domattina qualcosa dovrà esser fatto per un'intesa preliminare. Per iniziativa del sen. Leone, che agiva nella sua qualità di senatore a vita e non di esponente democristiano, si sono riuniti nel pomeriggio i rappresentanti delle due parti, compresi il segretario della de, Forlani, e l'on. Fortuna. Era il tardo pomeriggio. In mattinata i dirigenti democristiani avevano studiato la situazione per conto loro e i parlamentari del partito avevano messo insieme il « pacchetto » degli emendamenti che gli antidivorzisti intendono apportare alla legge. Il senatore Bartolomei, vicepresidente del gruppo democristiano, li ha portati a Leone, che insieme con alcuni esperti li ha esaminati selezionandoli ai fini di una trattativa tra le due parti. Sembrava impossibile mettere intorno a un tavolo gli uni e gli altri. In quelle ore si facevano più aspre le polemiche, venivano riprese le denunce contro i sospetti « franchi tiratori » e la de, decisa ormai a non subire in silenzio un urto così severo, preannunciava controdenunce, avvertiva che se i divorzisti minacciano gravi conseguenze in caso di rigetto della legge, lo stesso hanno il diritto di fare gli antidivorzisti: ed è questa la tesi del Popolo di domani, che contrappone al divorzio una « profonda riforma» del diritto di famiglia. L'incontro è divenuto possibile solo quando è stato chiarito che si trattava di accettare un'iniziativa « puramente personale» di Leone, il quale aveva preventt vamente informato il presidente del Senato, Fanfani: i laici annunciando che avrebbero potuto trattare solo di emendamenti di carattere tecnico, i cattolici ripetendo che era loro dovere « migliorare » grandemente la legge, e riservandosi il diritto di votare contro alla fine. Ma nel sottofondo c'era la questione del voto segreto: i laici sapevano che per essere sicuri di ottenere il voto palese doveva essere pagato un prezzo, e ammettevano che in una certa misura la legge può utilmente essere emendata. La condizione pregiudiziale era, e rimane, quella delle garanzie di approvazione rapida alla Camera, che dovrebbe esami nare la legge in seconda let tura. Le prime battute della riunione non sono state incoraggianti. Gli antidivorzisti presentavano richieste pesanti: il prolungamento del periodo di separazione per fare scattare il meccanismo del divorzio da cinque ad almeno otto anni («Ma una vita umana — ha esclamato Fortuna — di quanti anni è latta?), l'obbligo della consensualità, cioè dell'accordo per il divorzio di entrambi i coniugi, tutta una serie di « garanzie » di carattere economico che a molti sono apparse tali da rendere praticamente impossibile divorziare. Spogliandosi della veste di democristiano, Leone ha evitato l'impasse e ha invitato a trattare prima degli aspetti tecnici della discussione, del modo di discutere e di votare al Senato, dell'eventuale iter della legge alla Camera. Poi, sono stati esaminati gli emendamenti meno « difficili », quelli che, proposti dai cattolici, sono giudicati utili anche dai divorzisti: riguardano, per esempio, i figli, le pscrstusuladcfprltdabds«1 procedure, le norme transitorie. Si è andati avanti per alcune ore, fino a tarda sera, ma i nodi principali, che sono di principio, non potevano essere superati. Gli uni e gli altri dovevano consultarsi separatamente, gli uni e gli altri dovevano valutare tutte le implicazioni, anche di politica generale, delle eventuali intese procedurali. Senza niente di fatto, ma senza niente di perduto, è stato deciso di riprendere i lavori collegiali domattina. Un comunicato dice che la riunione di domattina «ha lo scopo di approfondire i diversi problemi che pone la legge sul divorzio in relazione alle rispettive posizioni ». Leone ha dichiarato: « Stiamo esaminando *utte le questioni, quelle di principio, quelle politiche, quelle tecniche; stiamo esaminando tutte le posizioni e tutte le implicazioni». Il sen. Leone ha fatto capire che non considerava proponibili questioni di principio rigide e insuperabili: "il che può significare che gli antidivorzisti non possono esigere, al tempo stesso, di avere partita vinta sugli emendamenti, votare contro la legge, servirsi del voto segreto per utilizzare i « franchi tiratori » e . non dare alcuna garanzia per il futuro. E' a notte inoltrata che le speranze stanno tornando. I divorzisti, dopo un lungo esame della situazione, hanno deciso di non irrigidirsi sugli emendamenti « sopportabili », purché vi siano contropartite. Domat¬ tina andranno all'incontro disposti a trattare costruttivamente, ma decisi a ottenere le necessarie garanzie. Accettando alcuni emendamenti si assicurano un vantaggio: fanno cadere la tensione e rendono difficile alla de un'iniziativa per un referendum abrogativo: come si può chiedere di abolire una legge « corretta » secondo i suggerimenti di coloro che non la vogliono? Ma c'è il rischio, se la legge passa in Senato, dell'insabbiamento alla Camera: è necessario premunirsi, mentre occorre che la questione di fiducia tra i due gruppi non coinvolga in una crisi politica il governo. Michele Tito Voti (A pagina 2: Voti e intrighi sul divorzio. Di Carlo Casalegno).

Persone citate: Bartolomei, Baslini, Fanfani, Forlani, Fortuna, Michele Tito

Luoghi citati: Roma