II delegato dì Nixon ben accolto al Cairo di Mario Ciriello
II delegato dì Nixon ben accolto al Cairo II delegato dì Nixon ben accolto al Cairo Deludente invece l'incontro KossighinRichardson - Allo studio del Dipartimento di Stato il duro discorso di Breznev (Dal nostro inviato speciale) I New York, 3 ottobre. Le ultime notizie sul Levante formano oggi un qua- I dro in parte incoraggiante e j in parte oscuro Elliot Richardson, il rappresentante di Nixon ai funerali di Nasser, si è incontrato con i leaders egiziani ed ha trovato — si legge — una « accoglienza cordiale ». Le prospettive di un prolungamento della tregua, che dovrebbe scadere il 5 novembre, sono buone: sembra essere nell'interesse e nei desideri di tutti, israeì liani, egiziani, sovietici. Allo ! stesso tempo però, Breznev i ha attaccato l'America e l'ati teso incontro al Cairo Ri| chardson-Kossighin è stato i breve e, a quanto pare, delu! dente. i I commentatori americani ! vedono nel discorso di Brezj nev a Baku una « risposta » ! russa al rafforzamento della VI Flotta Usa nel Mediterraneo e al viaggio di Nixon. Il segretario del partito ha sostenuto che l'America « parla di pace nel Medio Oriente, ma getta i semi della discordia »: ha detto che « i circoli dirigenti israeliani », con l'appoggio di Washington, stanno facendo il possibile «per bloccare» la mediazione dell'Orni; ha dichiarato che gli Stati Uniti volevano sfruttare la « guerra fratricida in Giordania per strangolare, con un intervento militare, i movimenti arabi di liberazione, e saccheggiare le ricchezze nazionali ». Concludeva: « Questi cinici giochi sono divenuti pericolosi. Ci si può bruciare le dita, anzi perdere un braccio ». Nell'infiammato testo molto è propaganda, e i diplomatici americani lo studiano senza eccessivo allarme. Un fatto però è chiaro. Mentre, insieme o isolatamente, Washington e Mosca cercano di circoscrivere i pericoli mediorientali e di evitare uno slittamento dell'Egitto verso posizioni ultraradicali tipo Libia, Siria o Irak, i rapporti fra le superpotenze sono avvelenati da crescente sfiducia. La questione si presenta quindi su due livelli. Al primo troviamo il Medio Oriente dove, nonostante i tuoni e i fulmini, Mosca e Washington hanno tutto l'interesse a prevenire altre crisi. Anche se per ora i negoziati di pace sono sospesi e lo svedese Gunnar Jarring torna alla sua ambasciata a Mosca per almeno due settimane, un rinnovo della tregua sembra quasi certo. All'altro livello vi sono le relazioni russo-americane, e qui il cielo è pieno di nubi e non" si vedono schiarite. Come dice il New York Times, « respingendo seccamente le accuse di avere violato la tregua, i russi mostrano un cinismo s.aza scrupoli e una pericolosa incomprensione delle conseguenze della loro condotta. Non sono gli aspetti militari del fatto che preoccupano: è che si è scossa profondamente la buona fede senza la quale nessun negoziato è possibile ». Mario Ciriello
Persone citate: Breznev, Elliot Richardson, Gunnar Jarring, Nasser, Nixon
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