Falsa casa discografica truffava gli aspiranti autori di canzonette
Falsa casa discografica truffava gli aspiranti autori di canzonette La vicenda è stata scoperta dalla polizia a Milano Falsa casa discografica truffava gli aspiranti autori di canzonette Un torinese è stato arrestato ed altri due denunciati - Per raggirare parolieri e compositori usavano la firma del maestro di musica leggera Carlo Alberto Rossi - E' stato quest'ultimo a denunciare il fatto (Dal nostro corrispondente) Milano, 3 ottobre. Un torinese è stato arrestato e altri due sono stati denunciati per truffa. I tre hanno raggirato parolieri e aspiranti compositori con uno stratagemma e falsificando la firma del maestro di musica leggera Carlo Alberto Rossi. E' stato quest'ultimo a rivolgersi ai carabinieri, che hanno posto fine alla vicenda. Un paio di mesi fa, Paolo Zavattero, di 24 anni, residente a Torino in corso Vittorio Emanuele 26, assieme a due amici, Osvaldo Biancardo, di 22 anni, abitante in rione Santa Rita a Torino, e Gabriele Ceresa, di 43 anni, da Vinovo (Torino), dietro compenso di 40.000 lire si era fatto dare da un impresario torinese, che si occupa di concorsi per cantanti e di spettacoli musicali, nome, cognome e indirizzo di una cinquantina di persone che avevano scritto spartiti e composto canzoni mai lanciate sul mercato. Aveva quindi fatto stampare carta da lettera intestata alla società « Carhisc », con sede in Galleria del Corso 3, a Milano, dove si trovano le maggiori case discografiche d'Italia. Il nome non era stato scelto a caso: a Milano esiste infatti la « Carisch », molto nota negli ambienti musicali. I tre hanno in pratica spostato solo alcune consonanti, ma la dizione è rimasta la stessa. Scrissero a molti aspiranti compositori ed alcuni inviarono le loro opere. Dopo qualche tempo arrivò loro una lettera della società «Carhisc» a firma del maestro Carlo Alberto Rossi, il quale dichiarava di essere entusiasta della composizione: la casa discografica si dichiarava disposta a stampare 50.000 dischi, offrendo il 14,5 per cento delle vendite. Dal 28 novembre al 15 dicembre avrebbero poi perfezionato il contratto. Tutte le spese sostenute per il viaggio a Milano sarebbero state a carico della casa discografica. La « Carhisc », tuttavia, per cautelarsi da ogni eventuale contrattempo chiedeva 116.000 lire, che sarebbero state restituite alla stipulazione del contratto. La somma doveva essere inviata al signor Ga¬ briele Ceresa,-« Fermo posta » Milano. Uno degli aspiranti compositori, però, conoscendo di persona il maestro Carlo Alberto Rossi, ha avuto dubbi sull'autenticità della sua firma ed è venuto a Milano per dissipare ogni dubbio: il musicista non appena vista la lettera ha intuito il raggiro e si è rivolto ai carabinieri, che hanno scoperto la vicenda. ' or m. f Per « renitenza alla leva »
Persone citate: Carlo Alberto Rossi, Ceresa, Gabriele Ceresa, Osvaldo Biancardo, Paolo Zavattero
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