Vajont: aggravata la condanna ai responsabili della sciagura di Guido Guidi

Vajont: aggravata la condanna ai responsabili della sciagura Il processo d'appello per il disastro dell'ottobre 1963 Vajont: aggravata la condanna ai responsabili della sciagura I! costruttore della diga, l'ing. Biadene, ha avuto 6 anni come in Tribunale, ma è stato riconosciuto colpevole oltre che di omicidio colposo anche di frana e inondazione - L'ing. Sensidoni (assolto in primo grado) è stato condannato a 4 anni e mezzo per gli stessi reati - Prosciolti gli altri cinque imputati (Dal nostro inviato speciale) L'Aquila, 3 ottobre. Sono stati gli errori degli uomini a distruggere Lontanine e non un fenomeno naturale assolutamente imprevedibile ed eccezionale, come avevano detto i giudici del Tribunale. La Corte di Appello, nel giungere oggi a tali conclusioni, ha ritenuto che responsabili di questi errori — per cui, la notte del 9 ottobre 1963, persero la vita 2000 persone, travolte nel sonno da una valanga di fango — sono: l'ing. Nino Biadene, che ha costruito la diga sul Vajont, e l'ing. Francesco Sensidoni, il quale, come ispettore generale del Genio civile presso il Consiglio superiore 'dei Lavori Pubblici, la collaudò autorizzando che il livello dell'acqua nel bacino venisse elevato a una certa quota. Biadene è stato condannato a 6 anni di reclusione (come in Tribunale); Sensidoni (in primo grado era stato assolto) a 4 anni e 6 mesi « per frana, inondazione e omicidio colposo ». Tutti gli altri imputati so no stati assolti: l'ing. Roberto Marin, già direttore generale dell'Enel-Sade di Venezia, proprietaria della diga (sia pure da pochi mesi soltanto); l'ing. Dino Tonini, consulente dell'Enel e della Sade; il prof. Augusto Ghetti, direttore dell'Istituto di idraulica a Padova, che fece studi sulla diga per conto della Sade; l'ing. Pietro Frosini, già presidente della IV sezione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, e l'ing. Almo Violin, già dirigente del Genio Civile di Belluno, che il Tribunale aveva condannato a 6 anni per omicidio colposo. Quali conseguenze? Marin e Tonini sono stati prosciolti « perché il tatto non costituisce reato »; Ghetti « per non avere commesso i il fatto »; gli altri due « per I insufficienzu dì prove » Un altro imputato, nelle stesse | condizioni dell'ing. Sensidoni, l'ing. Curzio Batini, già psgsipctdlmde6zslnctse parti lese Quale il presidente di sezione del Consilio dei Lavori Pubblici, è gravemente ammalato ed il suo caso sarà preso in esame in un nuovo processo. Quali sono le conseguenze pratiche di questa sentenza che, nella sostanza, è del tutto diversa da quella precedente? Il condono di 3 anni le annulla quasi completamente: nella realtà, l'ing. Biadene ó condannato a 3 anni e l'ing. Sensidoni a 1 anno e 6 mesi. Sotto il profilo finanziario, invece, sono notevoli: sia il costruttore, sia il collaudatore sono stati condannati in solido al risarcimento dei danni nei confronti di coloro i quali hanno rifiutato l'offerta complessiva di 10 miliardi di lire fatta, a suo tempo, dall'Enel. In sostanza l'ing Biadene e l'ing Sensidoni debbono versare circa 100 milioni alle significato della sentenza? Il Tribunale aveva detto, nel dicembre scorso: la frana di quella gravità non era prevedibile e non era neanche prevedibile che l'onda potesse superare gli argini della diga, perché la velocità con cui è caduto il mon te Toc e la quantità di terre no precipitato ne! bacino sul Vajont hanno costituito un fenomeno naturale Nei giorni che precedette ro la sciagura, rilevò il Tribù naie, l'ing Biadene l'ing. Ba tini e l'ing Violin avrebbero dovuto essere più prudenti e preoccuparsi di avvertire le popolazioni della zona con la conseguenza che. non avendolo fatto, sono da ritenersi responsabili, ma soltanto di «omicidio colposo» Di conseguenza il Tribunale li condan nò a 6 anni di reclusione eia scuno La Corte d'Appello, oggi, ha stabilito un altro principio: che la frana, e di conseguen za l'inondazione e la morte dei 2 mila sventurati, avreb- bero forse potuto essere evitate se fossero stati presi determinati accorgimenti. Purtroppo, quasi sino all'ultimo momento, si continuò ad alzare il livello dell'acqua nel bacino. Colpa degli uomini - Stabilito il principio che la colpa è degli uomini e non della natura, i giudici della Corte d'Appello non hanno tradotto in termini di severità il criterio al quale si sono ispirati. Ad altre conclusioni era giunto, nella sua requisitoria, il pubblico ministero che, quasi certamente, entro martedì (ha tre giorni di tempo per decidere) presenterà ricorso in Cassazione contro la sentenza. L'accusatore aveva, infatti, chiesto la condanna di quattro imputati su sette: dell'ing. Biadene e dell'ing Marin a 16 anni, 5 mesi e 20 giorni; dell'ing. Sensidoni e dell'ing. Tonini a 12 anni; dell'ing. Violin a 3 anni. Una preoccupazione, però, potrebbe bloccare una eventuale iniziativa del p.m. di rivolgersi in Cassazione. Il tempo stringe: la notte del 9 aprile 1971 scatta la prescrizione; se entro quella data la sentenza non sarà diventala definitiva automaticamente verrà a cessare la possibilità di proseguire qualsiasi azione giudiziaria penale nei confronti degli imputati. L'eventuale accoglimento del ricorso significa un nuovo processo in Corte di Appello con la prospettiva di un altro ricorso in Cassazione. La tragedia del Vajont sarà, crmunque, discussa in Cassazione: il prof Giovanni Conso.per Biadene. l'on Gabrielli, per Sensidoni, e il prof. Giuseppe De Luca, per Frosini, hanno già presentato ricorso per chiedere l'annullamento della sentenza ed un nuovo processo Guido Guidi

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