Il premier Kossighin ha lasciato II Cairo di Sandro Viola

Il premier Kossighin ha lasciato II Cairo Il premier Kossighin ha lasciato II Cairo Secondo «AI Ahram», avrebbe esortato gli egiziani ad accettare le iniziative di pace e la tregua (Dal nostro inviato speciale) Il Cairo, 3 ottobre. La delegazione sovietica guidata da Kossighin è partita nel primo pomeriggio dopo novantatré ore di permanenza al Cairo. Questa specie di record verrà chiuso con un comunicato congiunto che sarà pubblicato stasera e fornirà un bilancio delle conversazioni. Secondo quanto afferma « Al Ahram », Kossighin avrebbe esortato a non respingere i piani di pace e la tregua. Il ritmo assunto negli ultimi due giorni dallo scambio di contatti tra le varie delegazioni e tra queste e il gruppo dirigente egiziano è frenetico. Converrà darne la lista, così come si ricava dai giornali egiziani, e lasciare al lettore di trarne un'impressione politica. Kossighin aveva incontrato ieri mattina il presidente provvisorio Sadat, Ali Sabry, Hussein Shafei ed il ministro della Difesa generale Mohamed Fawzi. Nel tardo pomeriggio la delegazione sovietica, cui si erano aggiunti il viceministro degli Esteri Vinogradov, il capo di Stato Maggiore delle forze di terra e viceministro della Difesa Zakharov, il vicecomandante delle forze di terra Latcenkov ed il generale Katcekin comandante degli esperti sovietici in Egitto, ha incontrato l'esecutivo dell'Unione Socialista al completo, più il ministro degli Interni Goma (che non è negli otto membri dell'esecutivo, ma dirige il settore organizzazione del partito) in una seduta fiume durata circa tre ore. Neppure l'ampiezza di questo incontro deve aver esaurito la materia dei rapporti egiziano-sovietici dopo la morte di Nasser: le due delegazioni si sono riunite stamane alle 10. Kossighin aveva avuto ieri altri incontri: uno con Mohammed Hassanein Heykal, l'attivissimo ministro delle Informazioni, uno con rinviato di Nixon Eliot Richardson, e aveva poi continuato i contatti iniziati già mercoledì coi dirigenti degH altri paesi arabi, vedendo in fine di mattinata il figlio del presidente tunisino Burghiba ed il presidente somalo Ziad. Mentre i sovietici procedevano .nei loro approcci, anche la delegazione americana si mostrava piuttosto attiva: Richardson incontrava Heykal ed il ministro degli Esteri Riad, Murphy vedeva Ali Sabry e MacLoy l'esperto diplomatico di Nasser Mahmud Fawzi. Se a tutto questo si aggiungono gli incontri di giovedì, l'attività dei francesi, degli inglesi, degli algerini (usciti da un certo torpore mostrato nei primi giorni) e di Arafat, che ha visto quasi tutti, si avrà un'idea di che cosa è l'effervescenza politica di questi giorni al Cairo. Sandro Viola

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