Tre fratelli sparano ad un amico che morente risponde al fuoco

Tre fratelli sparano ad un amico che morente risponde al fuoco Regolamento di conti in un mercato di Milano Tre fratelli sparano ad un amico che morente risponde al fuoco E' deceduto in ospedale - Era intervenuto in aiuto di un collega aggredito per un debito di 50.000 lire - E' stato colpito da 5 rivoltellate - Un proiettile sfiora iVIiss Cinema mentre sta facendo compere in un negozio - Catturati i 3 fratelli (Dal nostro corrispondente) Milano, 1 ottobre. Per ottenere la restituzione di 50.000 lire, tre fratelli hanno affrontato in un mortale duello a ' colpi di pistola il loro debitore ed un venditore ambulante. Prima di morire, quest'ultimo ha estratto la pistola ed ha risposto al fuoco: i colpi sono andati a vuoto. Un proiettile ha sfiorato una ragazza in un negozio. Dopo la sparatoria, i tre frutelli sono fuggiti: due sono stati bloccati da un vigile che aveva assistito alla spai'atoria; il terzo si è costituito qualche ora dopo accompagnato dal suo avvocato. Il « regolamento di conti » è avvenuto poco dopo le 7,30 di stamane sul piazzale di una stazione di servizio dell'Agip. in via Sormani 29, a Cusano Milanino, dove ogni giovedì si svolge il mercato. I venditori ambulanti stavano allestendo le loro bancarelle e già cominciavano ad affluire le prime massaie per le compere. Tra i venditori c'erano anche i tre fratelli Stillitano, Carmelo, di 28 anni; Giuseppe, di 36; e Giovanni, di 24, giunti qualche anno fa da Montebello Jonico (Reggio Calabria) ed abitanti alla cascina Calderara dì Paderno Dugnano, dove hanno il loro magazzino di abiti. Una settimana fa, i tre fratelli avevano prestato 50.000 lire ad un loro collega. Natale Bisconti, di 38 anni, da Palermo, anch'eglì abitante a Paderno Dugnano. La somma doveva essere restituita stamane. Il debitore, però, oggi non era in grado di far fronte ai propri impegni. Tra i quattro è sorta una discussione, nella quale, ad un certo punto, si è inserito un altro venditore ambulante, Domenico Manti, di 36 anni, da Bagolodi (Reggio Calabria), sposato e padre di due bimbe di 9 e 6 anni, anch'egli abitante a Paderno Dugnano. Quest'ultimo in passato era stato legato da amicizia con i tre fratelli ed era stato anche padrino di battesimo di uno dei figli di Carmelo Stillitano. Oggi, però, dopo aver tentato di pacificare gli amici, si è schierato dalla parte del debitore. I cinque si sono scambiati accuse roventi e stavano venendo alle mani, quando, per una frase ritenuta più offensiva delle altre, Giovanni Stillitano ha estratto di tasca una pistola e senza esitazione ha vuotato il caricatore sul Manti. Mentre avvenivano scene di panico, il commerciante, ferito a morte (è stato raggiunto al petto e al volto da cinque proiettili) ha avuto la forza di impugnare la sua pistola e di fare fuoco. Le pallottole sono andate a vuoto: un proiettile ha forato la vetrina di un negozio di abbigliamento ed ha sfiorato una bella ragazza. Diana Scapolali, di 19 anni, miss Cinema '70, che stava facendo alcune compere. Le detonazioni hanno fatto accorrere il vigile urbano Mariano Sangalli, di 29 anni, e il gestore d'un chiosco di benzina, Andrea Bolognesi, che hanno tentato di bloccare i tre fratelli, i quali stavano già fuggendo lungo la Valassina. Il vigile, dopo averli raggiunti, ha puntato loro addosso la rivoltella, gridando: « Ho il colpo in canna, se non vi fermate con le mani in alto vi giuro che sparo! ». Il tono deciso ha convinto Giuseppe e Carmelo Stillitano a fermarsi. I due sono stati consegnati ai carabinieri. Giovanni Stillitano è invece riuscito a far perdere le tracce. Intanto Domenico Manti veniva soccorso e trasportato all'ospedale di Niguarda, dove i medici l'hanno sottoposto a un delicato intervento chirurgico, che però non è valso a salvargli la vita: è morto nella tarda mattinata. Condotti in caserma, Giuseppe e Carmelo Stillitano hanno detto di non essere stati loro a incominciare a sparare. « E' stato Manti — hanno precisato — noi ci siamo solo difesi ». Non hanno voluto dire altro. Nel tardo pomeriggio, Giovanni Stillitano si è costituito, accompagnato dal suo avvocato: anche lui ha cercato di addossare ogni responsabilità alla vittima, ma è stato smentito dalle testimonianze raccolte e dalle prove. E' emerso che è stato il primo a sparare. In serata è stato rinchiuso nel carcere di San Vittore, dove domani sarà interrogato dal magistrato. I suoi fratelli si trovano in stato di fermo nella caserma dei carabinieri di Paderno Dugnano. Con ogni probabilità verranno denunciati per rissa. g. m. Milano. Domenico Manti, a sinistra, ucciso nella sparatoria; Giovanni Stillitano, che si è costituito (Tel. Solicini)