La Cina avrebbe rifiutato di firmare un patto di non aggressione con l'Urss
La Cina avrebbe rifiutato di firmare un patto di non aggressione con l'Urss Voci insistenti circolano da giorni a Mosca La Cina avrebbe rifiutato di firmare un patto di non aggressione con l'Urss La proposta sarebbe stata avanzata dai russi durante i colloqui di Pechino sulle frontiere « Mai - avrebbero detto i cinesi - rinunceremo alle zone di confine che ci avete usurpato » Mosca. 30 settembre. Secondo voci che circolano a Mosca, l'Unione Sovietica avrebbe proposto alla Cina un patto di non aggressione e Mao avrebbe immediatamente respinto la proposta. Del patto i sovietici avrebbero parlato durante i colloqui di Pechino per il regolamento della vertenza relativa alla rettifica delle frontiere. La delegazione cinese, dopo avere preso tempo per | consultare Mao e il primo I ministro Ciu En-lai, avrebbe replicato con un secco no, avvertendo che in nessun caso la Cina rinunzierebbe a l'rivendicare le zone della Siberia sovietica e della Mongolia che ritiene le appartengano. La risposta negativa dei cinesi ha allarmato non solo il partito comunista sovietico, ma anche i partiti del blocco moscovita. li rifiuto cinese del patto di non aggressione segue al rigetto della proposta sovietica di concedere a Pechino un considerevole prestito (alcune cen- tinaia di milioni di dollari, secondo talune fonti). Da quest'ultimo sviluppo della vertenza cinosovietica, risulta chiaramente che il regime di Pechino rifiuta di trattare con « i social-imperialisti » del Cremlino, accusati ancora di recente dai dirigenti cinesi di essere in combutta con l'imperialismo americano nell'Estremo enei Medio Oriente. Il patto di non aggressione con la Cina avrebbe dovuto essere, per i dirigenti sovietici, simile al trattato stipulato dai russi con la Repubblica federale tedesca, cioè un impegno a rinunziare all'uso della forza per risolvere i problemi comuni. Esiste, ed è tuttora valido, un patto di difesa tra Pechino e Mosca, firmato quando le due potenze erano in ottimi rapporti e i due partiti comunisti non avevano ragioni di dissidio ideologico. Tale patto, che impegna le parti contraenti alla reciproca assistenza in caso di aggressione, è però lettera morta da tempo e né Mosca né Pechino vi hanno latto alcun riferimento da anni. Recentemente i cinesi hanno dato il loro gradimento per l'ambasciatore che il Cremlino ha deciso di inviare a Pechino, ma negli ambienti diplomatici della capitale sovietica si afferma che tale gradimento rappresenta solo un gesto privo di reale importanza. Mao lo avrebbe fatto perché deciso a normalizzare i rapporti con le potenze occidentali: aprire agli « imperialisti » senza ripristinare — almeno sul piano della forma — le relazioni diplomatiche con Mosca, sarebbe apparso un'enormità agli occhi degli altri paesi comunisti. (Ansa-Upi) | I l' Mao Tse-tung (Telefoto)
Persone citate: Ciu En-lai, Mao
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