I pastori guidano gli agenti sulle tracce dei banditi che hanno rapito la donna

I pastori guidano gli agenti sulle tracce dei banditi che hanno rapito la donna Decine di elicotteri impegnati nelle ricerche in Sardegna I pastori guidano gli agenti sulle tracce dei banditi che hanno rapito la donna II sequestro di Assunta Calamida Gardu, moglie dell'ex presidente dell'Assemblea regionale, ad Orgosolo non è stato « tollerato » - Anche la malavita « ufficiale » non darebbe tregua ai banditi - E' la prima volta che una donna viene sequestrata - E' diffìcile che l'ostaggio sopporti lunghe marce sui sentieri di montagna - Chiesti 50 milioni di riscatto (Dal nostro corrispondente) Cagliari, 30 settembre. Nessuna traccia di Assunta Caiamida Gardu, moglie dell'ex vicepresidente della Assemblea regionale sarda, rapita ieri sera da tre banditi nella sua casa di campagna a due chilometri da Oliena. La donna, che ha 56 anni, soffre di artrosi e non è certamente in grado di sopportare i disagi della prigionia. Non è in grado soprattutto di sottoporsi a lunghe marce quali certamente sono necessarie ai fuorilegge per tentare di sottrarsi alla caccia che carabinieri, agenti di polizia e squadre di volontari stanno dando loro da ieri notte. E' la seconda volta che i banditi rapiscono una donna (la prima, però, era la moglie d'un fuorilegge e fu sequestrata per vendetta). Per i rapitori è un'impresa molto difficile portare in una zona sicura un ostaggio che rischia di non sopportare le fatiche dei sentieri di montagna. C'è chi ricorda oggi il caso del commerciante Mannatzu, che morì d'infarto perché non resse ai disagi della prigionia. Forse anche per questo, fatto unico nella storia del banditismo sardo, i civili si sono affiancati alle forze dell'ordine, con una collaborazione che potrebbe dare ottimi risultati. I pastori di Oliena, di Orgosolo e dei paesi vicini guidano le pattuglie dei carabinieri e dei « baschi blu » su mulattiere e sentieri nascosti ed inaccessibili a chi non è pratico della zona. « Lo facciamo per la signora Gardu e per suo marito ». hanno detto molti. «A quella famiglia un torto così grande non lo avrebbero mai dovuto fare ». Assunta Calamida Gardu, infatti, è nata ad Orgosolo, come di Orgosolo è la madre. Nel paese di Graziano Mesina, la famiglia Calamida gode di molta stima e non sono pochi tra gli anziani che ricordano con nostalgia ed affetto il dott. Giovanni Calamida, padre della signora Gardu, che per anni fu medico condotto di Orgosolo. Secondo alcune indiscrezioni, la malavita « ufficiale » che si nasconde nelle campagne e sui monti del Nuorese, avrebbe fatto sapere che non è stato « tollerato » il grave atto criminale. Senza il muro di omertà che si erge fra fuorilegge e polizia, gli autori del rapimento di Assunta Gardu hanno poche speranze di sfuggire alle ricerche. Decine di elicotteri volteggiano sul Supramonte, alcuni effettuano ricognizioni, altri trasportarlo pattuglie in zone lontane e isolate. Sono al-l'opera anche pattuglie coniiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiliiiiiiiii 'cani addestrati a trovare le piste. Stamane, gli animali, dopo aver annusato alcuni indumenti della donna rapita e dopo essere stati lasciati per alcuni minuti vicino all'auto usata dai banditi (una Fiat « 500 ») per allontanarsi dalla casa colonica con l'ostaggio, hanno seguito una traccia che porta verso la montagna. Gli inquirenti stanno esaminando l'utilitaria, ritrovata ieri sera, due ore dopo il sequestro, ad una decina di chilometri da Oliena. All'interno della vettura, sul pianale, sono state rinvenute briciole di pane « carasau », il pane a sfoglia, alimento tipico dei pastori del Nuorese. Inoltre, accanto alla leva del cambio, sono state rilevate macchie' di sangue. Impossibile accertare a chi appartengano. Qualcuno, comunque, deve lessere stato ferito. Tracce di scarpe femminili, inoltre, sono state rilevate accanto ad impronte di scarponi in località Giannas, nei pressi di una cantoniera, ai confini tra i comuni di Oliena ed Orgosolo. Pare accertato che le impronte siano quelle delle scarpe della Gardu. Il luogo in cui sono state notate, infatti, è diffìcilmente raggiungibile da persone non esperte o soprattutto da donne. L'insieme delle tracce e degli indizi fa pensare (e la voce è stata confermata anche dagl'inquirenti) che i rapitori della signora Gardu tentino di nascondersi sul monte Lanaittu, che sovrasta la gola di Su Cologone, in territorio di Oliena. L'avvocato Gardu stamane è stato interrogato a lungo dal procuratore generale della Repubblica di Cagliari dottor Colonnese, al quale ha riferito le circostanze del sequestro. L'ex vice-presidente regionale ha parlato con l'alto magistrato tra le lacrime, ricordando i drammatici momenti di ieri sera. I tre banditi, secondo quanto ha riferito il professionista di Oliena, hanno sfondato la porta della casa colonica a spallate e calci dopo aver sparato alcuni colpi di mitra: i proiettili hanno trapassato la porta e sono finiti contro il muro del soggiorno, infrangendo anche una vetrata. I fuorilegge, sempre secondo il racconto di Antonio Gardu, avevano il volto coperto con calze da donna bucate all'altezza degli occhi; vestivano abiti di buona stoffa e non i soliti pastrani militari quasi sempre usati in questi casi dai banditi. Due erano armati dì mitra, il terzo di moschetto. L'avvocato ha anche riferito l'apparente età dei banditi: molto giovani, sui vent'anni, quelli con il mitra; più anziano l'altro, che doveva essere il capo. Era lui, infatti, che dava gli ordini e che ha avuto una breve discussione col padrone di casa. Di fronte alla minaccia delle armi, il Gardu ha detto di essere pronto a versare cinque milioni, purché i banditi se ne andassero. « Ne vogliamo dieci — hanno risposto gli sconosciuti — e subito ». « Ho chiesto che prima mi lasciassero tornare a Nuoro per accompagnare i miei familiari — ha proseguito l'avvocato — e poi avremmo trattato la cifra. A questo punto — ricorda ancora Antonio Gardu — sono fuggito pensando che non avrebbero fatto del male a mia moglie ed alle altre donne che erano con me; invece hanno portato via Assunta e mia suocera ». E' stato poi a Giuseppa Maria Castangia, madre della donna rapita, che i fuorilegge hanno chiesto cinquanta milioni per il riscatto. Quindi l'hanno lasciata e si sono allontanati con la « 500 ». A questo punto si inserisce nel racconto la testimonianza del vigile del fuoco Andrea Cannudu, figlioccio del Gardu. Il giovane rientrava ad Oliena con la sua-vettura ed ha incrociato l'utilitaria con i banditi. Non ha riconosciuto la madrina, che dall'interno della vettura gesticolava nel tentativo di chiedere soccorso. Solo ieri notte, quando gli hanno narrato il fatto, Andrea Cannudu ha ricordato l'episodio. m. g. Nuoro. Antonio Gardu, a sinistra, mentre partecipa alle ricerche della moglie rapita (Telefoto Ansa) , Nuoro. Assunta Gardu, ra I pìta dai banditi (Telefoto) iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiii